IL DIGIUNO E GLI ANGELI Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
lunedì 17 ottobre 2022 | |
Esseri incorporei, gli angeli non hanno necessità di alimentarsi e nemmeno di riposarsi; non mangiano e non dormono. Per questo, chi si libera, in quanto non acconsente all'umana debolezza delle necessità corporali, applicandosi nei digiuni e nelle astinenze, è un imitatore degli spiriti celesti. ...
Non vi è dubbio che chi osserva il digiuno fra gli asceti cristiani ha una finalità di purificazione e penitenza, però ciò ha anche un significato superiore, cui ci riferiremo adesso. Il digiuno costituisce in questa prospettiva la prova degna di fede che “non di solo pane vive l'uomo” (Luca 4, 5). Con il digiuno il cittadino della Gerusalemme celestiale mostra di possedere un alimento molto diverso e molto più prezioso, in confronto al quale l'alimento terreno è nulla. Questo alimento celestiale, questo pane degli angeli, consiste nella contemplazione di Dio. È questo il senso superiore che hanno i Padri nello scrivere frasi come le seguenti: “Il digiuno è la vita degli angeli, e colui che lo pratica si fa degno di essere collocato fra le sue file”. Il digiuno merita i favori degli spiriti celestiali, le sue visite e rivelazioni. Essi contemplano dal cielo la tavola frugalissima dei monaci, “e questa vista li rallegra e li svaga. Perché se si rallegrano di un peccatore che fa penitenza, come non rallegrarsi di vedere tanti giusti che li imitano?”.
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