DIFFICOLTA’ NEL CREDERE AGLI ANGELI Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
domenica 31 luglio 2022 | |
Almeno sino all’inizio degli anni ‘70 del secolo scorso, in un clima sociale come quello dell’Italia in cui la fede cattolica era un aspetto comune dell’esistenza della grande maggioranza delle persone e delle istituzioni, gli angeli avevano indiscutibilmente la loro pacifica collocazione. Eccetto il caso di coloro che, soprattutto per motivi politici, professavano un rigido materialismo, per la stragrande totalità era normale considerare Dio creatore delle realtà visibili e invisibili, e con ciò si intendeva gli angeli buoni da invocare e quelli cattivi o diavoli da cui proteggersi. ...
Ma oggi la situazione è drasticamente mutata... Il cristiano che, essendo fedele al magistero del cattolicesimo e vuole consapevolmente recitare la famosa orazione “Angelo di Dio” ed insegnarlo ai propri figli, deve combattere due errori. Il primo è costituito dalla pseudospiritualità della corrente New Age che ha riempito le librerie di libri fasulli e demenziali sugli angeli, mentre quelli seri si fa molta fatica a trovarli perché sono diabolicamente esclusi dal circuito commerciale delle grandi case editrici”. Il secondo errore è ancora più subdolo: viene dall’interno di un certo mondo cattolico solo nominalmente ma ormai protestantizzato alla 'Bultmann' (Rudolf Bultmann, teologo evangelico tedesco, 1884-1976) dove ti spiegano, quasi compatendoti, che gli angeli sono solamente dei … generi letterari, cioè non esistono realmente! La gran parte dei teologi protestanti odierni, seguiti da alcuni teologi cattolici esclude che gli angeli siano delle realtà personali. Nella loro interpretazione, per afferrare rettamente il senso dei testi sacri riguardanti gli angeli è sufficiente cambiare ogni volta il termine “angelo” con la parola “Dio”, cioè gli angeli sarebbero semplicemente degli artifici letterari. Secondo il catechismo della chiesa Cattolica, gli angeli sono creature spirituali che continuamente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle creature umane. Il grande teologo Tommaso d’Aquino affermava che gli angeli cooperano ad ogni nostro bene. Il pontefice Benedetto XVI, parlando degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, afferma che ognuno di essi “ha svolto una peculiare missione nella storia della salvezza”, mentre “l’invisibile presenza di questi spiriti beati ci è di grande aiuto e conforto”. Il papa sottolinea che molti santi canonizzati “intrattenevano con gli angeli un rapporto di vera amicizia, e numerosi sono gli episodi che testimoniano la loro assistenza in particolari occasioni.
Questi pronunciamenti confermano chiaramente che gli angeli non sono affatto dei generi letterari, bensì esistono e si danno molto da fare per proteggerci e salvarci portandoci in Paradiso alla nostra morte. Un’indagine del Cesnur (Centro studi sulle Nuove Religioni) di oltre vent’anni fa rivelava che su un campione nazionale di mille intervistati dai 14 anni in su, il 67,36 per cento degli italiani crede negli angeli. Il dato scende al 59,02 per cento tra chi ha un’età compresa fra i 30 e i 60 anni e sale al 71,07 per cento fra chi ha un’età compresa fra i 14 e i 19 anni. I cattolici praticanti, quanto a credenza negli angeli (70,24) si differenziano solo lievemente dal resto della popolazione”. Il sociologo Massimo Introvigne, curatore della ricerca del Cesnur, osservava acutamente: “Proprio questo dato, insieme al fatto che agli angeli credano di più i giovani, dimostra che la credenza negli angeli in gran parte non deriva dal cattolicesimo tradizionale ma dalla cultura popolare, dalla televisione, dal cinema. Sono angeli postmoderni, non necessariamente cristiani”. Spesso, purtroppo, oggi gli angeli non sono altro che figure di una mitologia “debole”, che indica una bellezza e bontà ideale, l’espressione di una spiritualità “confortevole”, priva di dogmi e di precetti morali da osservare e quindi una religiosità senza problemi… Eppure, come abbiamo visto la tradizione culturale sugli spiriti celesti ha ben altro significato, come dimostrano l’esegesi biblica, la riflessione teologica, le biografie dei santi e le testimonianze letterarie che vanno da Dante a Rilke.
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