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DIFFAMARONO DON MARCELLO STANZIONE: LA CASSAZIONE CONFERMA LE CONDANNE Di Paolo DEOTTO PDF Stampa E-mail
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giovedì 02 giugno 2022

Don Marcello StanzioneSi chiude così definitivamente una vicenda surreale, che aveva visto il noto angelologo vittima di accuse assurde.

 Si è definitivamente conclusa, con una pronuncia della Corte di Cassazione, il calvario giudiziario di Don Marcello Stanzione, amico carissimo, sacerdote e scrittore noto e stimato, conosciuto internazionalmente come uno dei più autorevoli angelologi. ...

Nel 2014 iniziò la vicenda. Due coniugi, già collaboratori di Don Stanzione, inviarono al Vescovo una lettera contenente accuse tanto gravi quanto fantasiose.

Don Marcello sopportò con cristiana rassegnazione, e affidandosi alla preghiera, il dolore causato da tanta cattiveria gratuita, ma nel contempo agì per le vie giudiziarie.

La giustizia in Italia, lo sappiamo bene, non è mai veloce, ma finalmente siamo arrivati alla conclusione. La Cassazione ha confermato le condanne inflitte ai diffamatori nel 2017, in Primo grado e in Appello.

Siamo felici di poter dare questa notizia ai lettori del Nuovo Arengario, che hanno sempre dimostrato grande interesse per gli articoli del nostro Don Marcello. E a Don Marcello esprimiamo le nostre sincere felicitazioni, ringraziandolo non solo per i suoi preziosi contributi culturali, ma anche per l’edificante esempio che seppe dare durante il periodo più duro delle calunnie, sopportando con cristiana pazienza, affidandosi alla preghiera, non avendo mai espressioni malevole nei confronti dei suoi diffamatori. E per questi ultimi speriamo che si siano pentiti del male che hanno fatto.

Qui di seguito pubblichiamo l’articolo che ci è pervenuto, con la buona notizia della pronuncia della Cassazione. Riprendiamo di seguito anche un articolo di Aldo Bianchini, direttore del Quotidiano di Salerno, già pubblicato in data 10 gennaio 2017 su Riscossa Cristiana (RIP), utile per conoscere bene la vicenda.

 

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Diffamarono il sacerdote Marcello Stanzione, condanna confermata per Katia Mucciolo e Daniele Francioni

La Cassazione ha ratificato la sentenza del tribunale di Salerno contro Katia Mucciolo e Daniele Francioni.

08 maggio 2022

CAMPAGNA
Ricorso respinto. Così i giudici della Corte di Cassazione, Stefano Palla e Michele Cuoco, hanno dichiarato inammissibile il ricorso e condannato al pagamento delle spese processuali e di tremila euro a favore della Cassa delle ammende,  Katia Mucciolo ,una casalinga 45enne residente a Campagna, accusata e condannata in primo e secondo grado dai giudici del tribunale di Salerno, per aver diffamato sui media e dinanzi al vescovo, il sacerdote di Campagna, don Marcello Stanzione. La vicenda risale a qualche anno fa, quando la 45enne, insieme al marito Daniele Francioni, invia uno scritto indirizzato all’allora arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, monsignor Luigi Moretti, contenente presunte accuse circa le condotte illecite poste in essere ai loro danni da don Stanzione, parroco e rettore della Chiesa di Santa Maria La Nova e presidente della Milizia di San Michele Arcangelo. . Missiva che i due consegnarono, secondo quanto emerso in fase processuale, all’arcivescovo ma con l’intento di inviare gli atti con allegato un presunto dossier di decine di pagine, finito anche dinanzi alla Nunziatura Apostolica e la Congregazione per il Clero in Vaticano, di accuse circa fantomatiche condotte morali illecite intrattenute dal sacerdote con la 45enne che allora lavorava come segretaria insieme al marito, quest’ultimo autista personale e collaboratore del sacerdote, che avrebbero collocato don Stanzione anche in ambienti di alta borghesia con donne facoltose con le quali avrebbe intrattenuto rapporti dietro l’elargizione di offerte per la chiesa. Accuse queste, smentite subito dal sacerdote molto conosciuto per essere uno dei massimi studiosi di angelologia al mondo e per la sua azione cattolica nella diffusione del culto di San Michele Arcangelo, oltre ad essere autore di decine di libri di ricerca religiosa. Alla missiva ricevuta, don Stanzione fece seguire immediatamente una denuncia alla Procura della Repubblica di Salerno contro i due coniugi. Difeso e affiancato dall’avvocato cassazionista Almerigo Pantaleone, in sede giudiziaria ha dimostrato l’infondatezza delle accuse artefatte ad hoc dai due coniugi Francioni-Mucciolo per diffamare la figura del sacerdote. Falsità che hanno portato i magistrati del tribunale di Salerno a condannare per diffamazione in primo e secondo grado di giudizio, la 45enne Katia Mucciolo e il marito Daniele Francioni, alla pena di due mesi di reclusione e al pagamento di un risarcimento danni in favore del parroco. Condanna al risarcimento civile di oltre tre mila euro che è ora stata confermata anche dagli ermellini, mentre per don Marcello Stanzione la sentenza della Cassazione segna la fine di un incubo durato molti anni.

 

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Giustizia: la resurrezione di “don Marcello” … benedetto dagli Angeli

di Aldo Bianchini

 

10 gennaio 2017

 

In calce, l’attestato dell’arcidiocesi di Salerno: “Don Marcello Stanzione esercita attualmente l’ufficio di Parroco della Parrocchia S. Maria La Nova in Campagna ed è provvisto di tutte le facoltà annesse al suo ministero”.

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SALERNO – “Sono cose che capitano !!” dicono in tanti quando si riferiscono ad “accadimenti giudiziari” che riguardano gli altri. Quante e quante volte abbiamo ascoltato, in tutte le salse, questa considerazione che rimane assolutamente magra per chi ha vissuto sulla propria pelle un’accusa falsa ed infamante. Soprattutto quando a vivere momenti di assoluto sconforto e di solitudine è un sacerdote; mi riferisco ovviamente a “don Marcello Stanzione”, parroco della Chiesa Santa Maria La Nova di Campagna e notissimo angelologo a livello internazionale, per non dire mondiale. “Don Marcello” è, tra l’altro, autore di numerosissime opere incentrate tutte sul fenomeno degli angeli e della percezione della loro presenza tra di noi. Accusato di aver violato, addirittura, il segreto confessionale, di aver ridotto quasi in schiavitù psicologica una coppia di coniugi che utilizzava come autista e come archivista in parrocchia, di averli costretti alla pratica del lavoro nero. Due anni di inferno da quando nell’estate del 2014 alcuni quotidiani locali pubblicarono, pari pari, le denunce o meglio il lungo esposto che i due coniugi avevano inviato a S.E. Rev.ma Mons. Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno. Una decina di fogli di carta vergati a mano e sottoscritti da MK e da FD (marito e moglie), sufficienti a scaraventare il noto sacerdote in un inferno apparentemente senza via di uscita. “… è sempre stato solito rivelarci infatti, confidando sulla nostra omertà, i peccati dei penitenti che si rivolgevano a lui per il sacramento della riconciliazione, in particolare negli ultimi anni è rimasto come accecato dal denaro …”, si leggono frasi di questo tipo nell’esposto datato 3 agosto 2014; una data sospetta quella del 3 agosto in quanto proprio quella mattina il sacerdote aveva denunciato, presso la locale Caserma dei Carabinieri, una serie di vessazioni subite proprio dai coniugi che, probabilmente, vistisi persi correvano ai ripari inviando il corposo dossier all’arcivescovo.

Ma la storia non finiva qui. In data 2 settembre 2014 un avvocato scriveva a don Marcello diffidandolo al “pagamento delle spettanze di lavoro e regolarizzazione contributiva in favore dei presunti dipendenti FD e MK” di cui all’esposto trasmesso in Curia. Fortunatamente il sacerdote non si fermava e in data 11 settembre 2014 depositava nelle mani dell’arcivescovo la sua versione dei fatti ricostruita in undici cartelle dattiloscritte. Tra le altre cose nel dossier di “don Marcello” si legge: “… Mi si accusa ancora di violare sistematicamente il sigillo sacramentale. La qualcosa nego assolutamente. Non solo ciò non avviene sistematicamente, ma non è mai avvenuto. Commenti che posso occasionalmente fare su alcune persone si basano esclusivamente su quanto conosco in foro esterno e mai assolutamente su informazioni eventualmente ricevute in confessione. In Parrocchia in quasi 25 anni di ministero sacerdotale e in Sardegna in 14 anni che mi reco per apostolato, mai nessuno mi ha accusato di ciò …”. Il caso, naturalmente, ha fatto ingresso nel palazzo di giustizia di Salerno ed affidato al dr. Giovanni Paternoster, pm presso la locale Procura della Repubblica.

La novità è arrivata qualche mese fa con la richiesta e l’ottenimento del “rinvio a giudizio” dei due coniugi e del direttore responsabile di una nota testata giornalistica salernitana per sistematica e gravissima attività di denigrazione personale e religiosa in danno del parroco di Campagna. La prima udienza di è tenuta il 23 novembre 2016 dinanzi al G.U. dott.ssa Elisabetta Boccassini che raccogliendo le richieste della difesa degli imputati ha rinviato l’udienza al 6 aprile 2017 per consentire un giusto studio degli atti ai difensori degli imputati. “Mi proteggano il manto della Madonna di Pompei e lo scudo dell’Arcangelo San Michele”, con queste parole chiudeva la sua memoria difensiva “don Marcello”; parole sante che hanno sicuramente illuminato gli inquirenti nella ricerca della verità che potremo conoscere soltanto fra qualche mese; parole sante che hanno sicuramente sollecitato l’attenzione degli Angeli con i quali il sacerdote di Campagna ha verosimilmente un rapporto molto privilegiato.

Due anni che nessuno, comunque, potrà ripagargli; vissuti tra sofferenze e solitudine, momenti drammatici in cui tutti sembravano aver abbandonato a se stesso il mitico angelologo che ha conquistato le prime pagine dei giornali e gli schermi televisivi nazionali ed internazionali per il contenuto delle sue opere letterarie confezionate sempre e soltanto nell’ottica dello spirito religioso più puro e lontano da ogni tentazione terrena.

 

Attestato don Marcello

 

Ultimo aggiornamento ( giovedì 02 giugno 2022 )
 
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