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“Ti insegno a stare con me”. I 3 messaggi di Gesù a Luisa Piccarreta PDF Stampa E-mail
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sabato 16 aprile 2022

Luisa Piccarreta

di Gelsomino Del Guercio

Ecco la “Divina Volontà” così come è stata spiegata alla mistica pugliese in una serie di visioni

Come attuare la Divina Volontà? Gesù lo ha spiegato in alcune visioni alla mistica Serva di Dio Luisa Piccarreta. In “Luisa Piccarreta e altri mistici devoti delle anime in Purgatorio” (Editrice Ancilla), l’autore don Marcello Stanzione riporta ls storia della mistica pugliese e i messaggi che le ha lasciato Gesù. ...

“Anima, aiutami”

Luisa, scrive Stanzione,  non era una suora, né una donna sposata, ma una vergine sposa di Gesù Crocifisso. Aveva quasi tredici anni quando ebbe una visione: Gesù stava portando la croce sulla via del Calvario, ad un tratto volse il suo sguardo verso di lei e le disse: “Anima, aiutami!”. Tale visione rimase talmente impressa nella sua mente che a sedici anni decise di essere vittima con Gesù, al fine di soddisfare la Divina Giustizia e ottenere Misericordia per il mondo, a costo di enormi sacrifici.

I risvegli di Luisa Piccarreta

Iniziarono per Luisa Piccarreta, infatti, non solo le sofferenze fisiche, che andavano ad aggiungersi a quelle morali e spirituali, ma anche fenomeni straordinari.

Ogni mattina, al risveglio, il suo corpo era immobile, rigido, come paralizzato, e nessuno riusciva a stenderla dalla posizione rannicchiata che aveva o a farle fare anche un solo piccolo movimento. Le funzioni vitali ordinarie del suo corpo riprendevano solamente dopo che un sacerdote la segnava con il segno della croce. Un avvenimento inspiegabile per i medici, che non trovarono in lei alcuna malattia. Per obbedienza, Luisa consumava un pasto al giorno, ma il suo corpo lo rigettava. Tutto ciò avvenne fino alla fine della sua vita terrena.

La difesa di Gesù

La mistica pugliese non assisteva passivamente a tutto questo, viveva della Divina Volontà, e con ardentissimo zelo svolgeva una continua opera di mediazione tra Gesù e gli uomini, suoi fratelli. 

Voleva riparare, consolare e difendere il Figlio di Dio dalle ferite e offese che riceve dalle sue creature, e al tempo stesso risparmiare queste dai meritati castighi. In questo modo Gesù fece di lei come un’altra Sua Umanità, nella quale Egli viveva e continuava la Redenzione del genere umano. Luisa quindi ha vissuto la sua missione di vittima con Gesù, permettendogli di vivere come Redentore e Vittima in lei.

Luisa Piccarreta

http://luisapiccarreta.co/

La nuova santità

A Luisa Piccarreta, Gesù rivela che il modo eterno della santità è una nuova santità che sorpassa tutte le altre forme di santità. La vita mistica per molti versi è un fenomeno di esperienza soggettiva, ed è spesso oltre la nostra comprensione determinare oggettivamente la grandezza della santità di un individuo, ancor meno di paragonare una santità con un’altra. 

In realtà, Gesù rassicura la mistica che il dono di vivere nella Divina Volontà non è tanto una chiamata alla santità personale, quanto una chiamata a santificare tutte le cose per la realizzazione del suo regno. 

Il primo e il secondo messaggio di Gesù

Ecco i messaggi più importanti su come eseguire la Divina Volontà, che Gesù ha lasciato a Luisa Piccarretta. I primi due, avuti in visione dalla mistica e riportati da lei stessa nel suo Diario (nonostante fosse analfabeta), sono i seguenti:

“Voglio insegnarti il modo come devi stare con Me”.

“Primo: Devi entrare dentro di Me, e trasformarti in Me, e prendervi ciò che trovi in Me.

Secondo: Quando ti sei riempita tutta di Me, esci fuori ed opera insieme con Me, come se Io e tu fossimo una cosa sola, in modo che se Mi muovo Io, ti muovi tu; se penso Io, pensa tu alla stessa cosa pensata da Me; insomma, qualunque cosa faccio Io la farai tu”.

Il terzo messaggio di Gesù

Il terzo messaggio che Gesù ha consegnato a Luisa Piccarreta è questo: 

“Terzo: Con questo operato insieme che abbiamo fatto, allontanati un istante da Me e va in mezzo alle creature, dando a tutti ed a ciascuno tutto ciò che abbiamo operato insieme, cioè dando a ciascuno la mia Vita divina, ritornando subito in Me per darmi a nome di tutti tutta quella gloria che dovrebbero darmi, pregando, scusandoli, riparando, amando. Ah, sì, amami per tutti, saziami d’amore! In Me non ci sono passioni, ma se ci potesse stare passione, quest’unica e sola sarebbe l’amore. Ma l’amore in Me è più che passione, anzi è la mia vita; e se le passioni si possono distruggere, la vita no. Vedi a quali necessità Mi trovo di essere amato? Perciò, amami, amami!” (Vol. 8°, 09.02.1908).

Ancilla | Don Marcello Stanzione

 

 
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