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I PADRI MICHELITI DIFFUSORI DA CENTO ANNI DEL CULTO ALL’ARCANGELO NEL MONDO PDF Stampa E-mail
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sabato 19 marzo 2022

Bronislao Markiewicz

di Don marcello Stanzione

Bronislao Markiewicz nacque a Pruchnik, un piccolo centro della Galizia, il 13 luglio 1842, in una famiglia polacca. venne ordinato sacerdote il 15 settembre 1867. gli anni 1867-1885 furono segnati dal suo servizio pastorale nelle diverse parrocchie della diocesi di Przemyls. Nella sua attività pastorale dedicava particolare attenzione alle confessioni, al catechismo e alle opere di carità. ...

 
Fu molto attento anche al sociale, fondò nelle sue parrocchie le associazioni per i tessitori, combatté la piaga dell’alcolismo, assistette spiritualmente anche i malati durante una grave epidemia di colera. Forse proprio il desiderio di dedicarsi con maggiore impegno all’attività sociale lo spinse nell’autunno del 1885 a lasciare le pur gratificanti occupazioni nell’ambito della Diocesi per recarsi in Italia, alla ricerca di una congregazione religiosa più rispondente ai bisogni del suo spirito. Il 10 novembre 1885, don Markiewicz, con il consenso del vescovo, lasciò la diocesi e arrivò in Italia pensando di entrare nell’ordine dei padri Teatini, ma a Roma conobbe alcuni sacerdoti salesiani e nel loro stile di vita riscontrò una grande affinità con le sue aspirazioni. Decise di partire per Torino e il 27 dicembre venne accolto nella famiglia salesiana. Alla conclusione del periodo di formazione emise proprio nelle mani di san Giovanni Bosco i suoi voti perpetui. Rimase in Italia fino al 1892 ricoprendo diversi incarichi nelle case salesiane. Era anche un punto di riferimento per i sacerdoti e i seminaristi provenienti dalla Polonia. Purtroppo il clima e il tanto lavoro indebolirono la sua salute, così si ammalò di tubercolosi. I superiori decisero di farlo tornare in Polonia, così ricevette l’incarico come parroco della parrocchia di Miejsce, un villaggio di 800 anime ai piedi dei Carpazi, nella sua diocesi di Przmysl. Dopo diversi colloqui con il direttore spirituale e altre personalità ecclesiastiche polacche decise di chiedere al Vescovo di Przemysl di tornare fra le file del clero di questa diocesi, ma continuando ad occuparsi degli orfani nelle strutture della parrocchia di Mieisce fondando un nuovo istituto religioso. Per assicurare la vita e il futuro all’Istituto, con l’aiuto del fratello Wladyslaw fondò un’associazione laica “Temperanza e Lavoro”, che già nell’aprile del 1898 venne approvata dalle autorità civili. Nello stesso tempo chiese il riconoscimento religioso dell’ordine da lui fondato; solo nel 1921, nove anni dopo la sua morte, la Congregazione di San Michele avrebbe ricevuto l’approvazione ecclesiastica. L’anno 1902 segnò nella sua storia un momento di particolare sofferenza. Vennero poste alcune restrizioni alle due nuove Congregazioni, limitando la loro attività solo all’ospitalità dei ragazzi poveri ed abbandonati. Si deve anche ricordare che oltre alla comunità maschile iniziò a formarsi una comunità di volontarie che in seguito, nel 1928, avrebbe ricevuto l’approvazione ecclesiastica come Congregazione delle Suore di San Michele Arcangelo. Egli con spirito di obbedienza accettò la volontà del vescovo. Proseguì il suo instancabile lavoro di educatore nello spirito di temperanza di lavoro. “Gli uomini più felici del mondo sono coloro che amano Dio con tutto il cuore e il prossimo come loro stessi, sono coloro che hanno rinnegato loro stessi portando la loro croce”. La sua opera crebbe: nel 1903 vicino a Cracovia venne aperta una filiale dell’Istituto. A Mieisce venne costruita una nuova casa in mattoni, che sostituiva la vecchia casa di legno distrutta dall’incendio nel 1904. nel 1907 vennero aperti nuovi laboratori. Dal 1900 aprì anche un mensile “Temperanza e lavoro” dove venivano pubblicati diversi articoli di carattere sociale e spirituale. Sul finire del 1911 lo colse la malattia; le sue ultime settimane furono segnate da grande sofferenza fisica. Alcuni testimoni del suo calvario riportano alcune parole del beato: “Mi sembra di aver fatto quanto ho potuto fare, quello che Iddio esigeva: posso andarmene. Non posseggo patrimonio di sorta, tutto è proprietà della Società, però state attenti a quanto vi dirò “La Chiesa vuol crescere con l’umiltà” (parole di S. Beda)”. Il 29 gennaio 1912, alle nove di mattina, santamente così come era vissuto, concluse la sua avventura terrena. La sua morte addolorò i ragazzi, gli educatori, i parrocchiani. Tutti erano convinti che li aveva lasciati un uomo santo. Questa convinzione ha ricevuto il sigillo della Chiesa il 19 giungo 2005, quando il Venerabile Servo di Dio è stato proclamato Beato. Il Beato Markiewicz era convinto che San Michele Arcangelo fosse un Patrono potente, la cui esistenza si fonda sulle pagine della Bibbia, sulla Tradizione della Chiesa e, per lui elemento particolarmente caro, sulla storia del culto di questo Arcangelo nella nazione polacca. Nel 2021 i padri Micheliti festeggiano il centenario della fondazione del loro istituto, presentiamo brevemente in questo articolo la loro missione di diffondere il culto dell’Arcangelo nel mondo cattolico.  Miejsce Piastowe è dal 4 giugno 2007 l’unico Santuario della polonia dedicato a san Michele. Al principe Radziwitt, che gli aveva suggerito di accogliere l’Arcangelo come difensore e protettore della sua erigenda Congregazione il Beato Markiewicz rispondeva: “ Veneriamo San Michele in modo speciale e San Francesco di Sales; e così, per grazia di Dio, faremo in futuro. Sarei molto felice se la Santa Sede ci permettesse di chiamarci Società di San Michele Arcangelo e propagatori della sua venerazione per tutta la terra”.   Il 29 settembre 1921 il vescovo di Cracovia, Adam Stefan Sapieha, emise il decreto di erezione della nuova Congregazione di san Michele Arcangelo e scrisse: “La Santa Chiesa, nostra Madre, si rallegra quando gli uomini scelgono sulla terra come loro santo patrono Michele Arcangelo. Tra questi, don Bronislao  Markiewicz, (sacerdote) ispirato dall’amore di Dio e delle persone”. Monte Sant’Angelo è la città nata attorno alla Sacra Grotta prescelta dall’Arcangelo Michele e da Lui consacrata quale “Tempio di Dio e Porta del cielo”: “Di tutto quanto qui è accaduto e accadrà, io ne sarò il promotore e l’autore”. Proprio per questo, nel 1996 i Padri Micheliti provenienti dalla Polonia, membri di una fino ad allora sconosciuta Congregazione di san Michele Arcangelo, ne assunsero la custodia facendone il centro promotore ed irradiatore della loro azione pastorale. Avrebbe mai potuto il Beato loro Fondatore, il pio sacerdote Bronislao  Markiewicz, desiderare di più per i suoi figli sparsi nel mondo? A Castel Sant’Elia, in provincia di Viterbo, il culto della Madonna e quello dell’Arcangelo risalgono al VI secolo. In una grotta, antichissimo luogo di preghiera, si venera un’immagine della Vergine Maria con il Figlio addormentato sulle ginocchia in questa terra il Principe degli Angeli apparve all’abate benedettino Sant’Anastasio. Dal 1982 vi svolgono il proprio ministero i Padri Micheliti. Essi hanno contribuito in maniera determinante al restauro dell’antica chiesetta di san Michele, raffigurato in un affresco posto sull’altare. E’ interessante menzionare l’opera di recupero di quel dipinto da parte del neo sacerdote, p. Ladislao Suchy, che appena qualche anno più tardi sarebbe stato chiamato a prendersi cura della sacra Grotta del Gargano in qualità di rettore e Superiore della Comunità.  Uno dei primi centri in cui i Micheliti realizzarono i progetti educativi del loro Fondatore intorno al 1930 è stato Dziatkowicze in Bielorussia. Con il crollo dell’URSS, le ex repubbliche sovietiche divennero stati indipendenti e aprirono i loro confini anche alla pratica religiosa. I Micheliti hanno assunto la cura pastorale di tre parrocchie e hanno iniziato a lavorare nella capitale Minsk.  Ad essi il cardinale Kazimiro Swiatek chiese di assumere la cura pastorale anche a Gatòw, una città dove imperversavano rapine, criminalità e alcolismo, confidando che la presenza di san Michele avrebbe difeso la popolazione delle insidie demoniache. Perciò vi è stata fondata una comunità parrocchiale con un oratorio per bambini e ragazzi. L’Arcangelo da secoli è patrono della chiesa di Bielorussia e Ucraina.  I Sacerdoti della Congregazione di san Michele Arcangelo dal 1975 svolgono il loro ministero pastorale in Germania e in Austria. Tra i diversi luoghi dove operano per la cura spirituale ed educativa, in particolare si segnala Vienna. Qui reggono le parrocchie di “Mariahilf”, dedicata alla “Madonna aiuto dei fedeli” e di San Giuseppe, al cui interno vi è una cappella dedicata al celeste Protettore che custodisce una pietra della Grotta del Gargano. Il culto di San Michele era approdato nelle terre sudamericane nel XII secolo grazie ai Gesuiti; i Micheliti, che arrivarono in Paraguay nel 1976, seppero consolidarlo nel cuore dei fedeli. I devoti, ogni martedì, recitano la Corona angelica e si ispirano all’arcangelo nella quotidiana lotta contro le insidie del maligno. Dovunque sono sorti gruppi di preghiera “micaelici”, formati da bambini, giovani e adulti; vengono intronizzate le immagini del patrono e sono già stati consegnati centinaia di scapolari per accrescerne la venerazione. In Argentina, frutti tangibili dell’opera di apostolato sono le vocazioni dei nativi per la Congregazione: quattro sacerdoti, un diacono, tre seminaristi, un novizio e due postulanti. La prima presenza della Congregazione voluta dal Beato Bronislao nella Repubblica Dominicana risale al 1983. Attualmente i padri Micheliti lavorano nell’arcidiocesi di Santo Domingo-Los Alcarrizos (dove tutto ha avuto inizio  e dove si trovano il seminario e un collegio), nella diocesi di Puerto Plata e nell’arcidiocesi di Santiago de Los Caballeros. A San Michele è dedicata una delle parrocchie che nel 2005 è stata eretta a santuario e oggi risulta meta di massicci pellegrinaggi. Nonostante nelle credenze del posto l’Arcangelo abbia un’identità molto contrastante con quella che gli si attribuisce ufficialmente, il Suo scapolare è stato accettato da moltissime persone. Nel settembre 2019, ad emulazione dell’episodio della IV apparizione sul Gargano, il vescovo Plino Reinoso ha consegnato una pergamena al principe del Cielo invocandone la protezione su tutta la comunità. Nella Repubblica Dominicana, Michele è venerato anche come Patrono dell’esercito, che ne celebra ogni anno la festa. Nel mare dei Caraibi, a Nord del Venezuela, i sacerdoti Micheliti praticano il servizio ministeriale ad Aruba, Curacao e Bonaire, tre isole appartenenti all’arcipelago delle Antille. Oltre alla cura pastorale orinaria nelle comunità a loro affidate, essi hanno iniziato a diffondere la devozione all’Angelico Patrono dedicandogli in modo particolare tutti i martedì, con celebrazioni e catechesi. Viene anche organizzata la Sua festa, alla quale le parrocchie si preparano con una novena e con iniziative aventi come scopo il rafforzamento del legame spirituale con Lui. Nella Chiesa di Nostra Signora di Fatima sono state introdotte per la prima volta le celebrazioni in onore dell’Arcangelo.  La storia della Congregazione Michelita nel Canada e negli USA risale al tempo in cui lo stesso Fondatore inviò in quest’ultima grande nazione alcuni dei suoi collaboratori per diffondere le idee da lui promosse e assicurarsi il supporto finanziario necessario a sostenere la sua opera: molti di loro furono lì ordinati  sacerdoti e vi si stabilirono definitivamente. Più tardi, i Micheliti aprirono la prima Casa religiosa in Canada a Windsor, nell’Ontario, istituendo la propria congregazione nella Diocesi  di London  nel 1962. Alla fine degli anni 60 stabilirono la loro dimora fissa a Melrose, dove costruirono una casa per ospitare un numero sempre crescente di confratelli e un luogo per i rituri. In queste terre, dove si parla pochissimo di Dio, si sente ancora più pressante l’esigenza della protezione di San Michele contro gli attacchi e le seduzioni del Maligno. Il primo missionario michelita in Australia, p. Stanislao Sniezek, vi giunse nel 1975. Appassionato musicista, diffondeva la devozione a San Michele traducendo inni in Suo onore nella lingua neo-melanesiana. Nei seguenti decenni, con l’arrivo di nuovi sacerdoti della Congregazione, la diffusione della devozione all’Arcangelo divenne una parte essenziale del lavoro pastorale. La preghiera di leone XIII fu introdotta dopo la Messa in tutte le loro parrocchie, ispirando anche i sacerdoti diocesani ad imitarli. Nel 2000 il Superiore Generale firma l’accordo con l’Arcidiocesi per la residenza permanente a Sydney ed a North Ryde e istituisce la Vice Provincia di Australia-Papua Nuova Guinea. Anche qui è approdata l’esperienza della “Peregrinatio”: una copia della statua del Gargano, benedetta dal cardinale George Pell, ha visitato e visita le varie comunità. Sempre più spesso, durante i propri viaggi in Italia, i pellegrinaggi australiani scelgono di recarsi alla sacra Grotta di Monte Sant’Angelo.  La Papua Nuova Guinea è un lontano lembo di mondo in cui la natura e l’nimo stesso della popolazione restano ancora permeati di quell’animismo vergine ed ingenuo dei primordi, duro da scalfire e confutare. Il lavoro pastorale della Congregazione di san Michele in paura inizia nel 1970 nella diocesi di Mount Hagen: qui è stata aperta una casa di formazione che registra 5 sacerdoti, 5 seminaristi e 3 candidati. Uno degli importanti centri della spiritualità di questa terra è il Santuario della Divina Misericordia. Nelle parrocchie e nei luoghi in cui sono presenti i Micheliti si sviluppa, come prescritto dal Beato Fondatore, il culto dell’Arcangelo attraverso due iniziative particolari: la Corona angelica e la “Peregrinatio” della sua statua.  Dal 2001 si susseguono, frequenti e fruttuose, le missioni popolari nel nome di san Michele: ritiri, conferenze, pellegrinaggio, giornate di spiritualità incentrate sulla Misericordia di dio e sulla devozione al Principe Celeste e agli angeli. Ideatore e artefice è il michelita p. Pietro Prusakiewicz: Animatore Generale dell’associazione “Cavalieri di san Michele Arcangelo” e redattore della rivista polacca “Ktoz jak Bòg e di quella inglese “ The Angels Messengers from  a loving God”, egli è anche uno dei promotori della “Peregrinatio” in Polonia e in altri paesi del mondo. Ogni volta che la statua dell’Arcangelo del Gargano ha visitato una comunità, si sono registrati atti di fede, conversioni, devote partecipazioni. Le missioni popolari toccano le case religiose, le carceri, le case di cura e gli ospedali. Le riunioni terminano sempre con l’affidamento a san Michele delle nazioni, delle famiglie, delle parrocchie e dei singoli fedeli attraverso un atto speciale di consacrazione.  
 
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