Sulla necessità di fermare le lobby omosessuali nella Chiesa di don Dariusz Oko |
Scritto da Amministratore | |
giovedì 03 marzo 2022 | |
L’urgenza di un approccio circostanziato al tema delle comunità omosessuali nella Chiesa è sottolineata in modo particolare da Papa Francesco, il quale ha posto in rilievo la presenza in essa di una lobby omosessuale ed ha più volte messo in guardia dalla concessione dell’ordinazione sacerdotale a uomini con tendenze omosessuali. ...
Papa Francesco è ben consapevole del problema relativo al gran numero di sacerdoti omosessuali e, sostenendo in maniera chiara gli insegnamenti della Chiesa, li ammonisce severamente. Egli afferma: “Avevo qui un vescovo che mi raccontava scandalizzato di essersi accorto ad un certo punto che nella sua diocesi – tra l’altro abbastanza grande – c’erano molti sacerdoti omosessuali. (…) È una realtà che non possiamo negare. Questi casi non mancavano neanche tra persone consacrate. (…) Nella vita consacrata e sacerdotale non c’è posto per questo tipo di passioni. Pertanto la Chiesa indica che le persone con radicate tendenze omosessuali non vengano ammesse al ministero sacerdotale né alle congregazioni religiose. Né il ministero sacerdotale né la vita consacrata fanno al loro caso. Sacerdoti, monaci o suore omosessuali devono essere esortati a vivere il celibato in maniera totale, questo soprattutto per responsabilizzarli e per non permetterli mai di scandalizzare con la loro doppia vita né le loro comunità né il fedele popolo del Signore. È meglio che abbandonino il sacerdozio o la vita consacrata, piuttosto che condurre la doppia vita.” Della lobby omosessuale attiva all’interno del Vaticano parla, seguendo il pensiero del papa, anche il Cardinale Oscar Maradiaga dell’Honduras, uno dei più stretti collaboratori e amici di Francesco, attualmente il coordinatore della Commissione Cardinalizia di sei cardinali che consigliano il papa nella gestione della Chiesa e nella riforma della Curia Romana. Il cardinale Maradiaga alla domanda: “Esiste un’associazione gay in Vaticano?”ha risposto: “non solo, ma lo stesso Santo Padre ha affermato l’esistenza di tale ‘lobby’. Il santo Padre sta cercando di risanare gradualmente questa situazione.” Questi interventi sono in linea con quanto affermato in precedenza da Benedetto XVI e con la sua ultima dichiarazione, in cui il Santo Padre ha voluto notificare l’esistenza di lobby omosessuali all’interno dei seminari. Egli ha dichiarato in particolare, che nel periodo postconciliare, “in diversi seminari religiosi sono nate delle lobby omosessuali che agivano più o meno apertamente e che ne hanno modificato in modo significativo il clima (…) Uno dei vescovi, che prima era stato rettore di un seminario religioso, organizzò una rassegna dei film pornografici per i seminaristi, con il pretesto di renderli immuni a quel tipo di condotta contraria alla fede. (…) Sembra importante ricordare che in tanti seminari religiosi, gli studenti sorpresi a leggere i miei libri venivano considerati non idonei al sacerdozio. I miei libri, considerati una pessima lettura, dovevano essere tenuti nascosti, letti sotto il banco. L’ispezione fatta [negli Stati Uniti] non ha portato a nuove considerazioni, evidentemente perché diverse forze si sono unite per occultare la reale situazione. È stata commissionata una seconda ispezione che ha portato molte più osservazioni, ma generalmente non ha raggiunto dei risultati importanti.” Tuttavia da tali gruppi all’interno dei seminari, dopo l’ordinazione dei loro membri a sacerdoti, poi a vescovi, e spesso dopo la loro nomina a cardinali, sorgono o subiscono un palese rafforzamento le cricche omosessuali diocesane, religiose, vaticane ed ecclesiastiche in generale. Esse arrivano a formare delle vere e proprie lobby omosessuali, che qui chiameremo per brevità omolobby o omoclan, che spesso agiscono in modo indegno e ingiusto nell’interesse dei suoi membri, proteggendoli dalle conseguenze del male da loro perpetrato e agevolandoli nelle promozioni e avanzamenti di carriera che non meritano nella maniera più assoluta. Allorquando ricorrano ad ovvie e regolari attività criminali, si trasformano in mafie omosessuali, che qui chiameremo omomafie. Come si evince dalla dichiarazione di papa Benedetto XVI sopracitata, esse sono abbastanza potenti da poter rendere nulle le ispezioni papali nei seminari religiosi in un paese così grande e importante come gli Stati Uniti, e da ingannare e imbrogliare diversi papi. Questo articolo è ispirato alle dichiarazioni di entrambi i pontefici sopra richiamati, ma anche a quelle di alcuni cardinali, vescovi, sacerdoti, donne e uomini consacrati e persone laiche, dettate da una conoscenza indubbiamente ampia di questi argomenti. Scopo del presente contributo è dare una spiegazione approfondita del problema da essi segnalato, legato a questo tipo di relazioni nella Chiesa. L’esistenza di clan così potenti è palesemente in contrasto, logicamente, eticamente e dogmaticamente con l’essenza stessa della Chiesa e del suo insegnamento. È anche un esempio della resa della Chiesa davanti all’ideologia gender incentrata sull’omoideologia.
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