Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions I primi decenni del ventesimo secolo ci hanno offerto un'opera angelologica di alto valore teleologico, filosofico e mistico. Questo scritto è “La scala di Giacobbe", del teologo russo Sergei Bulgakov (1871-1944), composta nel 1929 e che risente profondamente dell'ambiente liturgico della tradizione bizantina. L’editrice Il Cerchio ha pubblicato un saggio su questo capolavoro di Bulgakov intitolato “Cielo e Terra. L’angelo come archetipo celeste nella teologia di S. Bulgakov”. In questo splendido saggio si dimostra come cielo e terra siano uniti da un vivo ma invisibile legame. ...
Gli angeli testimoniano la connessione inscindibile tra questi “due mondi”; eppure le loro figure sembrano attrarre più la devozione popolare che la ricerca teologica. In questo testo l’autore, accompagnato dalla speculazione di Sergei Bulgakov, intende fare chiarezza sulle creature angeliche, riferendosi soprattutto a quell’ “amico celeste”, che riconduce l’uomo alla sua origine divina. L’autore è il novello sacerdote Samy Cristiano Abu Eideh che ha studiato filosofia all’Università di Perugia, con particolare interesse per l’estetica di Pavel Florenskij e la filosofia della storia di Vladimir Solov’ev. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in filosofia teoretica, intorno al pensiero del giovane Solov’ev, ha ottenuto il baccalaureato in teologia ad Assisi, analizzando il pensiero sofiologico di Sergej Bulgakov. Nel 2021 è diventato presbitero nella propria diocesi di Perugia. Il noto teologo francescano conventuale padre Guglielmo Spirito nella presentazione del testo scrive che: “Il saggio di Samy Abu Eideh, sugli angeli nel pensiero del teologo russo Sergej Bulgakov, con la doppia competenza sia filosofica che teologica dell’autore, è fino ad oggi un unicum nell’ambito della riflessione in lingua italiana, il primo studio approfondito al riguardo. Un ulteriore pregio del libro è inoltre il far dialogare in modo originale le geniali intuizioni del pensatore russo con le coeve e altrettanto brillanti intuizioni di Paul Claudel (+1955) e di Eugenio D’Ors (+1954)”. Il compianto teologo cattolico Battista Mondin scriveva che: "La scala di Giacobbe rappresenta non soltanto la migliore opera di angelologia del XX secolo ma è da annoverarsi tra le migliori di tutti i tempi e che come in tutti i grandi angelologi dell'antichità, anche il Bulgakov, gli angeli non sono semplicemente un importante elemento decorativo dell'universo ma una sua componente essenziale e fondamentale". Per comprendere bene il pensiero dì Bulgakov bisogna rifarsi alla sofiologia, cioè lo studio della Sapienza (la Haghia Sophia) con tale concetto di sofia che è presente in modo infinito in Dio e in modo limitato nell'umanità e nel creato, Bulgakov spiega il legame che tiene legati il cielo e la terra. La sofia sarebbe la potenza originaria che sostiene, fa mantenere e trasformare il cosmo. Riguarda alla creazione degli angeli, Bulgakov commentando il primo versetto della Genesi: "All'inizio Dio creò il cielo e la terra" (Gn. 1,1) sottolinea la particella congiuntiva "e", per indicare il profondo rapporto ontologico del mondo angelico e terrestre nell'insieme del creato. Secondo la Bibbia gli angeli sono stati creati prima dell'uomo e sono quindi forniti di due movimenti, una verso l'alto e l'altro verso il basso. Nella prima direzione, gli angeli, in quanto "luci seconde", sono illuminati da Dio e sono disposti a comunicare can la sua gloria infinita secondo la gerarchia dei nove Cori celesti. Nella seconda direzione essi, in quanto "messaggeri", sono essenzialmente in relazione con la terra, infatti le entità celesti non sono state create da Dio come un mondo autonomo, ma come spiriti al servizio dell'umanità e che, quindi, partecipano attivamente al destino del pianeta. La terra non può esistere senza gli angeli ed essi non possono esistere senza il mondo degli uomini. Secondo Bulgakov, il Cielo e la Terra sono uniti dall'unico principio creatore che è la Sapienza divina che contiene in sé l'archetipo del Creato e ne è contemporaneamente sia il fondamento che il fine trascendente_ Il mondo celeste e quello terrestre si distinguono in quanto gli archetipi divini sono creati in cielo, secondo uno stato spirituale, senza incarnazione e sulla terra secondo uno stato materiale. Seconda il nostro teologo bizantino, il mondo spirituale è il riflesso personale e polipostatico della Sofia, in cui sono presenti tutte le specie entative del cosmo. Il teologo cattolico Renzo Lavatori, commentando il pensiero di Bulgakov afferma che questi riprende la concezione platonica delle idee iperuraniche, con la differenza che egli considera gli angeli come idee ipostatiche create dal Verbo, non eternamente sussistenti in seno alla divinità. Il pensiero bulgakoviano parla di syn-antrapia degli angeli, perché sono mandati all'uomo ed esistono con lui e per lui e di una tendenza syn-angelica dell'uomo, a causa della conformità degli esseri terrestri agli spiriti celesti. Tuttavia, il teologo russo afferma decisamente che: "L'uomo costituisce un fine in sé, il coronamento della creazione. Servito dagli angeli, egli non li sente". Riguardo poi alla natura o essenza degli angeli, essi non possiedono una natura propria ed autonoma ma sono ricettacoli della vita divina, cioè essi sono capaci di una vita personale specifica degli esseri spirituali ma il contenuto di tale vita è determinato dalla natura divina e quindi gli angeli sono i raggi ispostatici e creati dalla divina Sofia. Per quanto attiene alla distinzione dei nove Cori angelici, ogni entità celeste porta impressa l'impronta e il sigillo della Santa Trinità. L'insieme dei Cori angelici rappresenta la Trinità, ma ciascuno porta il sigillo specifico delle tre Ipostasi divine. L'Ipostasi del Padre, indica il silenzio divino che genera i1 Verbo e la tenebra divina che irradialo Spirito per cui gli spiriti dei Cori angelici superiori che hanno il viso velato e sono in atteggiamento di sacro timore dinanzi alla Maestà divina, rappresentano gli angeli dell'adorazione e della contemplazione. L'Ipostasi del Verbo è rappresentata dalle intelligenze angeliche, in quanto, in esse, è anticipata idealmente la realizzazione del mondo. L'Ipostasi dello Spirito Santo è manifestata dagli angeli quali anime-spiriti della bellezza. Tali Spiriti beati vivono di tale bellezza prima che questa venga creata sulla terra dove è in riflesso dell'estetica celeste che preesiste negli angeli. Concordemente alla tradizione teologica greca, Bulgakov dichiara la totale incorporeità degli angeli, senza che, per questa assenza, essi rinuncino alla loro comunione con il mondo materiale. Gli angeli, a causa della syn-antropia, sono uniti profondamente all'umanità e possono apparire in forma umana, usando un linguaggio terrestre ma sono delle entità del tutto spirituali. Gli angeli sono dotati dell'immortalità personale perché la loro essenza non è destinata alla corruzione, con quella deperibile umana, in quanto l'Ipostasi non può morire. Ovviamente, questi Spiriti beati hanno una immortalità creata perché la loro essenza ha avuto un inizio e non possiede in sé il principio ontologico ma lo attinge dall'unione con Dio. Un'intuizione teologica della liturgia bizantina è quella del nutrimento spirituale, "il pane degli Angeli" che è nominato anche nella Bibbia (Gdc. 6, 20-2Z; Tb_ 12,11) ovviamente non si tratta del pane di farina di grano ma di una comunicazione celeste con la Trinità che gli angeli ricevono stando davanti al trono di Dio e che costituisce il loro vero cibo. Si tratta della Santa Eucarestia, il pane della vita che si è fatto carne ed è il nutrimento per gli angeli e per gli uomini eletti di Dio. In conclusione non è un caso che proprio in ambito teologico ortodosso è nata una delle opere angelologiche più notevoli della cristianità, anche se nel trattato di Bulgakov vi sono delle stonature o esagerazioni, tuttavia come afferma il Lavatori "La scala di Giacobbe" spazia su un orizzonte vasto e profondo che abbraccia insieme la creazione e la redenzione, i1 cosmo e la storia offrendo, all'uomo dell'inizio del terzo millennio cristiano, la possibilità dì una migliore comprensione di sé e del cosmo. A conclusione del suo saggio “Cielo e Terra”, don Samy Abu Eideh scrive che “La concezione bulgakoviana dell’“Amico Celeste” segnala che nessun essere umano è solo: il soggetto ha una radice trascendente, verso cui tende mediante un segreto nesso agapico. L’affetto ardente e il desiderio del suo cuore confluiscono infatti nella ricerca della propria “somiglianza”, scoprendo che il sé trova piena realizzazione soltanto in altro da sé. Tale alterità si affaccia alla coscienza quale “imago Dei”, che l’angelo custodisce, riflettendo l’origine prima ed il fine di ognuno. L’uomo allora, non raggiunge la beatitudine astrattamente, ma tramite l’amicizia con il custode; questa testimonia il legame di perpetuo amore, che stringe cielo e terra dall’eternità: “Perciò, - argomentava Bulgakov- quando si domanda se ogni uomo ha il suo angelo custode, in sostanza si chiede se ogni uomo è un uomo, se ha un’anima umana, se accoglie l’idea di persona che gli è propria. La terra è creata insieme al cielo e sul suo fondamento”. |