L’ARCANGELO MICHELE NELLA STORIA DELLA SALVEZZA Di mons. Michele Castoro |
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mercoledì 17 novembre 2021 | |
1. “ Un angelo, pensai. Tutto il giorno vola verso di me e, io scettico sono, non lo sapevo. Adesso mi parlerà”. Questa frase è del celebre scrittore ceco Franz Kafka. Questo autore è noto per aver descritto l’incomunicabile solitudine dell’uomo, prigioniero di un mondo incomprensibile. E proprio lui ci testimonia che ogni uomo avverte insopprimibile la nostalgia del trascendente, e quindi di Dio e dei suoi angeli. ... Viviamo immersi vogliamo crederlo o meno in un mondo di esseri che non riusciamo a scorgere con i nostri occhi come ci ricorda il film “ Il cielo sopra Berlino”; non osservava del resto A. dei Saint Exupery che “ l’essenziale è invisibile agli occhi”? In realtà, distratti come siamo dalle mille attrattive sensibili, noi, più o meno scettici, non ce ne accorgiamo. Ha ragione il cantautore Claudio Baglioni: “ A volte più che di un mondo nuovo, c’è bisogno di occhi nuovi per guardare il mondo”. 2. Devo confessarlo: a ricordarmi di Dio, e in particolare degli Angeli, io mi trovo avvantaggiato oltre che dalla fede, anche dal nome, Michele, che porto. S. Michele ( in ebraico “ Chi come Dio?) è infatti uno dei tanti esseri spirituali che a Dio è piaciuto creare come suoi servitori e messaggeri ( questo significa in greco la parola angeli), nonché come collaboratori nel governo del mondo. Il Salmo 102 così recita: “ Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola”. al gradino più alto della creazione, essi più rassomigliano a Dio e quindi in posizione intermedia tra Lui e l’uomo. L’angelo Michele però non è solamente uno fra i tanti angeli: sia perché, insieme a Raffaele e Gabriele, viene chiamato “ arcangelo”, sia perché l’Apocalisse ( 12,7-12) ci rivela il suo ruolo particolare quando “ scoppiò una guerra in cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con gli altri ribelli, ma non prevalsero. Colui che chiamiamo il diavolo fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli”. Alcuni Angeli dunque quelli che noi chiamiamo spiriti cattivi al primo loro aprirsi alla coscienza, con un gesto ribelle di autoaffermazione, hanno rifiutato amore e obbedienza a Dio, loro creatore. 3. Michele è il lottatore numero uno contro il demonio, che è totalmente impossibilitato a resistergli. Il primo tempo di questa lotta cosmica si svolge in cielo e si risolve con la sconfitta di Lucifero e la sua caduta nell’inferno. Il secondo tempo ha un luogo sulla nostra terra sia nel cuore di ogni uomo che nella vita sociale: a seconda delle nostre libere scelte, talvolta vince l’Angelo, talvolta il diavolo, in quanto afferma S. Ilario “ tutto il male fatto dagli uomini viene occasionato dal demonio”. Basti pensare alle continue e feroci persecuzioni, sanguinarie o subdole, contro la Chiesa, prolungamento del Cristo nel tempo e nello spazio. L’ultimo round avrà luogo alla fine della storia quando, terminato il tempo del diavolo, gli angeli, celesti mietitori, separeranno le erbacce dal grano: allora soltanto si registrerà la definitiva vittoria di Cristo, il quale fronteggia questa lotta servendosi dei suoi angeli, guidati sempre da S. Michele. Gesù può dichiarare “ Ho visto Satana cadere come un campo dal cielo” ( Lc. 10,18). E se ogni angelo è il segno della presenza di Dio in mezzo a noi uomini. Michele ne esprime la presenza protettrice: “ L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva” ( salmo 34). Dinanzi al protagonismo dell’arcangelo Michele nella storia della salvezza, il popolo cristiano gli ha tributato una devozione veramente corale. Il Primo Testamento lo presenta come protettore di Israele, popolo di Dio? Ebbene anche il nuovo popolo di Dio che è la Chiesa lo considera suo valido protettore nelle numerose e non facili battaglie che sostiene in ogni tempo, come esprime bene l’antica preghiera: “ S. Michele arcangelo, difendici nella lotta contro le insidie del diavolo”. L’apostolo Pietro, ricordando che “ il demonio va in giro come un leone ruggente in cerca di qualcuno da divorare”, esorta a “ resistergli forti nella fede!”. E una suggestiva preghiera di Compieta chiede a Dio di tener lontano le insidie del nemico mandando “ i santi angeli a custodirci nella pace”. 4. Dall’Arcangelo Michele diversi ordini religiosi maschili e femminili prendono ispirazione e nome. E chi può contare i Santuari, le Chiese, gli altari dedicati a S. Michele nel mondo? Nella mia diocesi di Oria, a Manduria, abbiamo una Chiesa del XVI secolo intitolata a S. Michele nel mondo? Nella mia diocesi di oria, a Manduria che da 46 anni è sede di parrocchia. Enorme risonanza ha avuto nei secoli il santuario del Gargano, sorto in seguito ad un’apparizione dell’Arcangelo nel V secolo. Visitato e venerato da Papi, re e santi, anche oggi vi si recano folle di pellegrini, specialmente nelle due feste dell’8 maggio e del 29 settembre. Nel nostro Meridione si organizzano anche sacre rappresentazioni in suo onore. E poiché Egli viene pure onorato come colui che pesa le anime dopo la morte e le accompagna al Cielo, è considerato patrono dei commercianti e di tutti coloro che usano le bilance. Ma son solo: egli è invocato patrono anche di intere nazioni, come la Francia. Pio XII lo ha proclamato patrono dei radiologi. E come non ricordare che lo stesso Pontefice il 29 settembre 1949 lo ha proclamato Patrono del Corpo di Polizia di Stato in Italia? Il Papa osserva: “ Nel combattimento che non avrà mai fine fra il bene e il male, Dio Onnipotente ha affidato al santo Arcangelo Michele un compito che è reso già dal suo nome. Non diversamente da quanto avviene nel Regno celeste, la città terrena, cioè l’umana società , perché possa dirsi ben ordinata, abbisogna di disciplina e fortezza a sostegno delle leggi, per la tutela della giustizia e per la protezione dei cittadini onesti”. In realtà, “ il principe grande che sta a guardia sui figli del popolo” ( Dan. 12,1) appare il più qualificato a proteggere i poliziotti che si impegnano, anche con sacrificio, a guardia della sicurezza dei cittadini tutti. 5. Vorrei concludere con questa testimonianza. A Corridonia, non lontano da Macerata, su un colle della incantevole campagna marchigiana, fin dal 1992 condividono la vita quattro famiglie coi loro quattordici figli ( naturali, adottati e in affido). Hanno voluto fondare una cooperativa per lavorare sul disagio giovanile e affrontare la dipendenza dalla droga e le malattie psichiatriche correlate. Acquistati sei ettari di terra e due casolari, con l’aiuto dei giovani accolti nelle esperienze di recupero, hanno fatto della collina un cantiere di vita e di socialità nuova, costruito sulle macerie di esistenze che sembrano irrecuperabili. Collaborando con la facoltà di Agraria dell’Università di Ancona, hanno messo a punto progetti innovativi nella coltivazione di ulivi e alberi di frutto, mentre un fabbro e un muratore in pensione insegnano i segreti di mestieri utilissimi. Collegata, fiorisce una scuola di musica, autentica fucina di iniziative: corsi di musica, orchestra giovanile, musicoterapia, concerti, seminari estivi, vacanze musicali internazionali. Il segreto di tutto? “ Qui spiegano i responsabili si parte dallo sguardo d’amore di Gesù su ciascuno di noi, che rimette in movimento la vita, qualsiasi vita. E’ una sfida quotidiana, per noi come per i giovani. Mica facile! Occorre pregare, lavorare e affidarsi a Qualcuno. E’ una battaglia quotidiana, e per combatterla chiediamo la protezione dell’Arcangelo Michele, artefice della lotta contro il diavolo che vuole sempre dividere gli uomini dal bene che pure desiderano. Meglio, molto meglio Gesù dei cantanti dell’effimero che ai concerti negli stadi propongono illusioni di felicità a poco prezzo”. C’è ora forse bisogno di rivelare il nome che si è dato questa bella realtà di Corridonia, dove la vita riparte? Lo si è già facilmente intuito: “ Villaggio San Michele”. Appunto! Se ne poteva trovare uno più appropriato? Se Dio ha voluto incrociare di presenza angelica la storia dell’umanità ( dall’angelo con la spada fiammeggiante che ci cacci dall’Eden, agli angeli dell’Apocalisse che accompagnano il nostro ritorno nel paradiso non più solo terrestre, bensì celeste ed eterno), non è il caso di tornare a guardare con più attenzione verso l’Alto? Cioè verso Dio e i suoi Angeli?
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