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I NOVE CORI DEGLI ANGELI E l’ILLUMINAZIONE DIVINA Di don Marcello Stanzione PDF Imprimir E-Mail
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domenica, 18 de luglio de 2021
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I NOVE CORI DEGLI ANGELI  E l’ILLUMINAZIONE DIVINAGli spiriti celesti sono divisi in 3 gerarchie di cui ognuna è divisa essa stessa in 3 ordini differenti, che, dalla loro riunione formano quello che si chiama i nove cori degli Angeli:

La prima gerarchia comprende i Serafini, i Cherubini ed i Troni.

La seconda racchiude le Dominazioni, le Potenze e le Virtù.

La terza è composta dai Principati, dagli Arcangeli e dagli Angeli. ...

 

L’esistenza dei nove cori angelici è attestata dalla Sacra Scrittura come lo dimostra San Gregorio Magno nel passo estratto dalla sua 34^ omelia sui Vangeli. “Che vi siano degli Angeli e degli Arcangeli non se ne potrebbe dubitare poiché la Scrittura ne parla in quasi tutte le pagine. I Libri dei Profeti nominano frequentemente i Cherubini ed i Serafini. San Paolo, poi, nella sua Lettera agli Efesini, fa menzione delle Virtù e delle Dominazioni, dei Principati e delle Potenze. Egli parla dei Troni nella sua Lettera ai Colossesi”.

Quanto al loro ordine di dignità, non facendocela conoscere la Sacra Scrittura, i Padri della Chiesa non hanno sempre adottato una classificazione uniforme di questi cori celesti, ma i teologi si accordano nel classificarli secondo l’ordine sopra riportato.

 

-      Trasmissione delle Luci divine

 

Ogni coro è distinto dagli altri da un ministero speciale e da un grado di eccellenza e di grazia che gli è proprio, ma in modo tale comunque, che la bellezza, le perfezioni ed i doni dei cori inferiori si ritrovano ad un grado più eminente nei cori superiori.

 

I SERAFINI ai quali appartengono i primi ranghi in mezzo agli spiriti celesti, oltre che possiedono in un grado più eminente tutte le qualità e le virtù degli angeli inferiori, sono caratterizzati soprattutto dall’ardente amore con cui essi bruciano per Dio, ed è per questo che sono chiamati Serafini, da un termine ebraico che significa bruciante.

 

 Nei CHERUBINI brillano la scienza e la conoscenza soprannaturale delle cose divine, da cui viene loro il nome di Cherubini, vale a dire pienezza di Scienza. Se li si chiama in tale modo, non è per paragone con gli angeli che sono loro inferiori, poiché i Serafini che amano Dio più ardentemente, lo conoscono anche più perfettamente di tutti gli altri spiriti beati senza escludere gli stessi Cherubini.

 

Quello che fa dare al terzo coro della prima gerarchia il nome di TRONI, è che Dio abita e riposa in essi in una maniera speciale, come su di un trono dove Egli siede nella sua maestà serena e pacifica, per rendere i suoi fermi e pronunciare i suoi giudizi; i beati Spiriti che compongono questo coro, hanno per carattere particolare della loro virtù la sottomissione più perfetta, e l’assoggettamento più intero nei riguardi di Dio.

 

La DOMINAZIONI compongono il coro angelico che rappresenta il sovrano dominio di Dio su tutta la creazione; così questi puri Spiriti sono animati da uno zelo immenso per l’estensione del Regno di Dio, non avendo null’altro di più a cuore che di vedere il sovrano padrone di tutte le cose regnare pienamente su tutte le sue creature.

 

Le VIRTÙ sono la personificazione vivente della forza infinita dell’Altissimo e gli servono da ministri e da esecutori nelle opere più difficili ed i miracoli più straordinari.

 

Le POTENZE, che formano l’ultimo ordine della seconda gerarchia, sono destinate principalmente a controbilanciare la potenza naturale lasciata ai demoni, di cui essi sorvegliano l’esercizio, affinché questi disgraziati spiriti, la cui malizia è senza limiti, non sorpassino i limiti che Dio ha loro fissati per mettere alla prova la nostra virtù.

 

I PRINCIPATI rappresentano la preminenza dell’Onnipotente sui re, i principi ed i monarchi del mondo; è a questi spiriti che è confidata la custodia dei regni, degli imperi e, in generale, delle moltitudini.

 

Gli ARCANGELI, vale a dire i sovrani messaggeri, sono così chiamati perché Dio si serve di essi per eseguire dei messaggi più importanti di quelli che confida agli Angeli dell’ultimo ordine della terza gerarchia. Essi sono impiegati alla custodia di quelli che governano, così come delle anime destinate a pervenire ad un alto grado di santità e di perfezione.

 

L’ultimo coro, infine, comprende gli ANGELI propriamente detti, o messaggeri normali ai quali sono confidati gli impieghi inferiori, la cura delle anime del comune degli uomini e l’incarico di presiedere a tutte le cose inferiori all’uomo.

 

Questi cori angelici sono così  disposti in una maniera meravigliosa e con una sapienza infinita, di cui non potremmo, finché saremo su questa terra, avere che una idea ben incompleta: i loro diversi gradi di perfezione formano una scala maestosa al vertice della quale risplende il trono della potenza divina. E’ questa scala che vide il patriarca Giacobbe, quando è detto nella Genesi: “Egli ebbe un sogno: Ecco che una scala ben piantata sulla terra e che il suo vertice raggiungeva il cielo, e degli angeli di Dio vi salivano e discendevano!” (Gen 28, 12). Gli Angeli sembrano salire poiché le loro perfezioni diventano sempre più grandi nella misura in cui ci si allontana da quelli che ci circondano; essi sono detti, da un altro lato, discendere, atteso che partendo dal coro dei Serafini, ogni ordine illumina l’ordine inferiore fino a quello degli angeli, che illumina gli uomini di cui sono gli immediati custodi. Questa immensa illuminazione sgorga, prima di tutto da Dio sui Serafini e si comunica istantaneamente da un coro all’altro, allo stesso modo di come un raggio di sole attraversa in un colpo d’occhio una moltitudine di cristalli che si trovano sul suo passaggio, con questa differenza, tuttavia, che il cristallo essendo un corpo solido, la luce ed il calore del raggio solare diminuiscono successivamente, a causa della dispersione che si opera nei corpi attraversati; ma la luce divina negli Angeli, si comunica pienamente, ad ogni ordine, secondo quanto lo esige la propria natura.

Questa illuminazione degli Angeli non è altra cosa che la manifestazione delle verità e dei misteri divini; essa si fa nell’intelligenza e la volontà di ogni angelo, secondo la distensione delle sue proprie facoltà ad ognuno degli ordini; poiché il Serafino la riceve immediatamente da Dio, nella proporzione della sua natura eminente, non la trasmette al Cherubino che nella misura della capacità, dell’intelligenza e della volontà di questi. E’ così che questa manifestazione va diminuendo progressivamente fino all’uomo, le cui facoltà sono ben poco estese in paragone a quelle di queste nobili creature.

 
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