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GLI ANGELI PREPARANO I MISTICI ALLA MORTE Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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sabato 03 luglio 2021

GLI ANGELI PREPARANO I MISTICI ALLA MORTELe preparazioni alla morte dei servi di Dio da parte degli angeli non sono sempre di tutto riposo, ed il francescano Pietro D’Assisi (+ 1254), uno dei primi compagni del Poverello, ne fece l’esperienza. I Fioretti dicono che il suo angelo custode venne ad avvisarlo. Egli fece dunque il suo ultimo esame di coscienza, dimenticando di attardarsi su di una debolezza ch’egli aveva avuta molti anni prima, allorché egli era ancora nel mondo: non era che un peccatuccio, piccolo errore di gioventù insignificante. ...

 
Siccome egli tale fragilità la faceva passare sotto silenzio nel corso della sua confessione, il suo angelo si mostrò a lui, col volto irritato, e lo incitò a confessare quella colpa che ai suoi occhi non ne era neanche una. Poco dopo, il buon frate morì in pace.

Cercando nell’anima le minime debolezze, i minimi peccati su di sé, gli angeli ricordano in permanenza agli uomini che tutto è possibile con la grazia di Dio: “Nulla è impossibile all’amore”, affermava Santa Teresa d’Avila. Essi glielo ridicono al momento della morte, quando sorgono le angosce e le tentazioni di dubbio, come pure la disperazione. Il terziario francescano Pietro Pettinario, lo si chiamava così, perché egli era fabbricante di pettini a Campo, vicino a Siena, era tormentato dallo scrupolo. Vedendo avvicinarsi la sua fine, egli decise di guarirsene facendo una confessione generale, ch’egli preparò lungamente, annotando i suoi peccati su di un foglio di carta man mano che gli tornavano alla mentee poi andò ad accusarsene ad un sacerdote. Dopo la sua confessione, egli rilesse la sua lista, chiedendosi con angoscia se non avesse dimenticato niente e pregando, in lacrime, Dio di perdonargli. Il suo angelo custode gli apparve, col volto severo, gli strappò il foglietto dalle mani per, alcuni istanti più tardi, renderglielo perfettamente bianco, il che lo guarì definitivamente dai suoi scrupoli.

Con Angelo Scarpetti, eremita di Sant’Agostino, a Borgo San Sepolcro, l’angelo custode procedette differentemente per prepararlo ai suoi ultimi istanti: egli si fece vedere da lui sette giorni prima della sua morte, il 15 febbraio 1306, e lo portò a visitare di volta in volta il cielo, il purgatorio, poi l’inferno. Questa NDE d’un genere particolare colmò di gioia e di speranza l’anima del santo religioso, che si addormentò pacificamente nel Signore. La stessa avventura extra-corporale era giunta alcuni secoli prima al benedettino irlandese Fursy (+ 648), diventato abate di Lagny, in Francia: questo mistico fu “accolto al di fuori del suo corpo” da degli angeli che gli fecero visitare l’inferno, il purgatorio ed il cielo, al fine di prepararlo ad una santa morte facendogli provare di volta in volta il timore dei giudizi di Dio, il rimpianto delle sue colpe e la speranza di andare ben presto in paradiso.

 
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