SAN MICHELE SPINGE ALLA CONVERSIONE I MORIBONDI Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
domenica 16 maggio 2021 | |
Accade che l’angelo sia incaricato d’una missione particolare: portare alla conversione colui che sta per morire e che, talvolta, non è per nulla preparato alla sua ultima ora, come lo illustrano due aneddoti relativi a dei gentiluomini del XV secolo. Un giorno, un ponte crolla nel momento in cui Bertrand De Saluces lo attraversa, ed il cavaliere vede giunta la sua ultima ora. Ma una mano invisibile lo trattiene al di sopra dell’abisso, mentre una voce gli dice con forza: “Sono io, Michele, che vengo a strapparti alla morte! Pentiti e fai penitenza!”. ... E’ una preparazione relativamente lontana, essa determina una conversione salutare: Bertrand, che fin là menava un’esistenza abbastanza dissipata, metterà a profitto i pochi anni che gli restano da vivere per cambiare il suo comportamento ed accostarsi a Dio nel terz’ordine di San Francesco. A Guglielmo Di Thou, il grande arcangelo Michele – egli è lo specialista di questi interventi in extremis – accorda un lasso di tempo nettamente minore. Come il cavaliere stava per soccombere nel combattimento sotto la spada del nemico, San Michele appare e, trattenendo il braccio che stava per colpirlo, dice all’aggressore: “Ti ordino di risparmiarlo! Io gli lascio tre giorni di vita affinché si riconcili con Dio e che si prepari alla morte, poiché egli è uno dei miei più devoti servitori”. Tre giorni più tardi, Guglielmo muore in combattimento, dopo essersi potuto confessare e comunicare un’ultima volta. La sua devozione verso l’arcangelo (forse un po’ superstiziosa) gli ha ottenuto questa grazia, ed è con l’anima debordante d’una gioia agevole che cammina incontro alla morte. In effetti, per severi che possano essere, queste annunciazioni angeliche sono sempre per i loro beneficiari fonte di grandi consolazioni, come lo ammetteva l’alcantarino portoghese Martino De Nomblela, religioso a Belvis. Poco prima della sua morte, nel 1568, si sentì nella sua cella un concerto angelico. Ai frati che lo interrogavano, egli si accontentò di rispondere: “Vi basti sapere che Dio mi ha accordato grandi consolazioni”. Si conosce per contro il contenuto delle visioni da cui fu favorita la clarissa Elena Anselmini, che ricevette il velo dalle mani di San Francesco d’Assisi. Il giorno di San Michele del 1242, il grande arcangelo le apparve per mostrarle un cammino di stelle percorso dagli angeli, annunciandole così la sua prossima entrata nella gloria. Poco dopo, gli angeli le fecero intravedere il mistero della Santissima Trinità. Infine, le accadde più d’una volta prima della sua morte, il 4 novembre, di rapire la sua anima con dei canti celesti. |
< Prec. | Pros. > |
---|