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DONNE MISTICHE E VOLI ANGELICI Di don Marcello Stanzione PDF Imprimir E-Mail
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escrito por Amministratore   
giovedì, 18 de marzo de 2021
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Durante la Prima Guerra mondiale, la beata Anna Schäffer  fu  condotta dal suo angelo custode sui diversi campi di battaglia e narra: Una volta, ero stata sul fronte rumeno, dove si svolgeva un violento combattimento. Tutto il campo di battaglia, piombato nell’oscurità, non era che una nube di fumo e di polvere. Solo gli incendi ed i colpi delle pallottole, dritti come grandine, illuminavano il paesaggio. Ero vicina ai nostri soldati, che erano coricati in ranghi sul suolo. ...

 
Vidi in mezzo ad essi molti di nostra conoscenza. Io dovevo incessantemente andare da una linea di combattimento all’altra. Il nemico era vicinissimo, ed anch’essi mi vedevano. Ogni volta che gli spari illuminavano i nostri soldati, vedevo i loro volti coperti di sudore, sentivo anche i terribili sospiri di quelli le cui sembianze mi apparivano come quelli agonizzanti. Molti di quei soldati mi videro, e molti mi gridavano: “Proteggimi! Intercedi per me!”. Io volevo proteggerli tutti ed andavo dall’uno all’altro. Ogni volta che uno di essi gridava “proteggimi!”, era come se una ventina di colpi mi attraversassero il corpo, affinché io li fermassi perché non raggiungessero i soldati. Più di mille colpi mi hanno così colpita. Come è dovuto essere spaventoso per quei soldati!”.

Dopo la guerra, molti soldati vennero a ringraziarla per averli protetti in quelle ore drammatiche: essi avevano avuto, come lei, l’impressione molto netta che ella stava realmente in mezzo ad essi, ed ella stessa aveva risentito, ritornando a lei nella sua stanzetta, il dolore causato dalle pallottole che l’avevano colpita.

Mechtild Thaller, che ha vissuto le stesse esperienze, ha tentato di spiegarle al suo padre spirituale che racconta: “La sera, egli ( l’angelo) veniva spesso in abiti scuri da pellegrino, con un bastone da viaggio: era segno che veniva a cercarla. Siccome io esprimevo ad Ancilla la mia meraviglia di quello ch’ella poteva, malgrado la pesantezza del suo corpo, volare col suo angelo, ella mi rispose: “Come spiegarvi la cosa? Immaginate che il mio angelo getta al di sopra della mia persona un velo grigio, di modo che io sono del tutto coperta: oppure mi avvolge con una spessa nube e partiamo”.

E’ esattamente quello che risentiva Sinforosa Chopin, che conobbe negli anni 1970-1980 numerosi voli angelici. Uno dei più commoventi la condusse in Vaticano nella notte in cui morì il papa Giovanni Paolo I, nel 1978; e fin dalle 4 del mattino, ella era in grado di telefonare ai suoi amici più intimi per annunciare il decesso del pontefice, la cui notizia non sarebbe stata diffusa dai media che quasi due ore più tardi.

Secoli prima la visita miracolosa della mantellata Caterina De’ Mattei (1486-1547) alla monaca domenicana Lucia Brocadelli (1476-1544) fece gran rumore nel circondario delle sante donne: Caterina affermava di essere stata trasportata dagli angeli da Carmagnola, nel Piemonte, fino a Ferrara e ai confini del Veneto, dove ella aveva trascorso alcune ore presso Lucia, che vi era in clausura. Lucia aveva confermato la cosa. Le due mistiche, più note sotto i nomi di (beate) Caterina da Racconigi e Lucia di Narni  avevano potuto così intrattenersi l’una presso l’altra in un colloquio spirituale, incoraggiandosi vicendevolmente a sopportare le persecuzioni a cui erano soggette.

Un bel giorno dell’ottobre 1835, la stigmatizzata tirolese Domenica Lazzeri (1815-1848), inferma confinata dalla paralisi e le sofferenze delle stigmate nella sua stanzetta a Capriana, scomparve improvvisamente, scrive un suo biografo: “ Domenica, che non poteva senza i più spaventevoli dolori muoversi d’un pollice dal suo letto, scomparve: non la si vedeva più, né nel suo letto, né nella stanza, né nella casa, né sotto la casa. Ella era scomparsa: corpo ed anima. In capo a 8 giorni e mezzo, ella fu di nuovo all’improvviso nel suo letto, nell’invariabile posizione dove era normalmente. Ella era andata lontano, molto lontano, sorvolando in un colpo d’occhio – all’andare come al ritorno –  montagne e  valli estendentisi su vasti spazi. Dunque, non si trattava solamente d’una bilocazione o, come la si designa ora, d’una OBE (Out Body Experience). Ma era una proprietà, un dinamismo, che non si aveva potuto fin allora riconoscere che ai corpi resuscitati, come quello di Gesù Cristo. Dunque, il corpo crocifisso di Maria Domenica Lazzeri, “sempre morente e sempre vivente”, si comportava già come un corpo risuscitato? Assumendo una sostanza elettromagnetica, esso viaggiava alla velocità della luce, ed anche di onde extraluminose, non conoscendo nessun ostacolo materiale, neanche quello delle montagne”.

Questa non fu l’unica “sparizione” di Maria Domenica, che l’aveva d’altronde annunciata al suo parroco. Trasportata dagli angeli, ella andava così a render visita alle sue “sorelle” anch’esse stigmatizzate, Maria von Mörl e Kreszentia Nierklutsch, che abitavano in altri villaggi abbastanza lontani dal Tirolo. Il vescovo di Trento, Mons. Johann Nepomuk di Tschiderer von Gleifheim (1777-1860), beatificato nel 1993, si teneva informato di quei straordinari viaggi, tanto più che egli non era favorevole agli incontri – quali che fossero – tra le tre stigmatizzate della sua diocesi.

La mistica tedesca Maria Elisabetta Fluhr (1903-1981), che fu la sorella spirituale di Sinforosa Chopin, era abitudinaria a questi viaggi angelici: più d’una volta, delle persone del suo entourage s’inquietarono per le sue assenze subitanee, che non duravano mai ben lungo tempo, due o tre giorni al massimo. Ella è rimasta molto discreta sulle missioni ch’ella allora compiva. Sinforosa Chopin la vide talvolta vicino a lei, esse si incoraggiavano vicendevolmente e pregavano insieme. Ma pare che gli angeli la portassero soprattutto dietro la cortina di ferro, chiaramente in Romania ed in Albania. Ella era anche trasportata a Roma, dove molti pellegrini della sua parrocchia ebbero la sorpresa di incrociarla furtivamente in piazza San Pietro il 14 novembre 1978: era il giorno della beatificazione di  suor Maria di Gesù, compagna di Santa Teresa d’Avila.

 

 
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