Tra le moltitudini dei santi, l’Arcangelo Michele fu incaricato di confrontare e sostenere con particolare cura le anime del Purgatorio. La credenza e la partica della Chiesa suggeriscono che egli abbia un ruolo singolare nel conquistare anime umane per dio: i testi biblici e la tradizione lo indicano chiaramente come un difensore efficace, pronto ad aiutare coloro che chiedono la sua meditazione in qualsiasi momento. ...
Sarebbe strano, quindi, che l’amico spirituale dell’uomo termini missione non appena il suo protetto muore. L’inizio di novembre rappresenta un momento speciale nel calendario liturgico e per noi cristiani: da un lato, gioiamo per la gloria di coloro che hanno raggiunto il paradiso, dall’altro preghiamo per quanti hanno ancora bisogno di purificazione. Il Purgatorio accoglie tutte le anime che necessitano di un forte sostegno per raggiungere il Paradiso: esse desiderano Dio e desiderano la purificazione, e per questo essenziale è l’intercessione dei fedeli sulla terra e dei santi in cielo. Su questo tema è stata recentemente fatta luce grazie alle rivelazioni della mistica austriaca Marai Simma che indicano chiaramente l’aiuto di alcuni santi nel liberare le anime, con un preciso compito svolto da San Michele. Sovente l’arte ha dato espressione alla tradizione della chiesa e al credo dei fedeli di ritenere che L’Arcangelo attenda con una schiera celeste gli uomini dopo la morte. In molti dipinti egli è raffigurato come un cavaliere che ha il “libro della vita” e una bilancia con la quale pesa le anime: immagine simbolica che annuncia la stirpe futura delle genti. Degna di nota è l’opera di Jacopo Vignali nella quale il Principe degli Angeli è illustrato come un precursore della gioia e della salvezza pasquale che porta il potere del Risorto: con una mano regge uno stendarlo con una croce rossa su uno sfondo9 bianco, con l’altra si china verso le anime che a lui guardano con sollievo e speranza. Durante le messe celebrate per i defunti, la Chiesa chiede l’intervento di Michele, “Angelo della misericordia”. Il “Guardiano del purgatorio” è invocato perché presenta le anime all’agnello, difendendole anche grazie alla presenza della Vergine Maria. Gli stessi santi non sono indifferenti al ruolo del Primo degli Arcangeli. Sant’Anselmo dice: “Il Principe della Milizia celeste è onnipotente in Purgatorio: egli può dare sollievo alle anime che la giustizia e la santità dell’altissimo trattengono in quella dimensione dell’aldilà”. E il santo cardinale gesuita, Roberto Bellarmino, aggiunge: “E’ risaputo che dalla nascita del cristianesimo esiste la fede che le anime dei fedeli defunti siano trasferite nel Purgatorio sotto la protezione di San Michele Arcangelo”. Non mancano testimonianze, riconosciute come autentiche, anche della tradizione popolare. Si narra che un monaco cistercense, dopo la sua morte, apparve ad un amico prete: gli riferì di essere destinato al Purgatorio per scontare una pena che sarebbe durata fino a quando il sacerdote non avesse celebrato una messa chiedendo pure la perorazione si San Michele. Il presbitero ottemperò alla richiesta e, a conferma della veridicità dell’accaduto, ebbe la visione dell’anima del religioso che si levava in Cielo in compagnia dell’Arcangelo. Un’altra leggenda ha come protagonista un sacerdote il quale, quando officiava la messa dei morti, istruiva ciascuna anima con queste parole: “lascia che il principe degli Angeli, San Michele, ti conduca in Paradiso”. E in quell’istante vedeva il glorioso Arcangelo scendere al Purgatorio per condurre lo spirito degli estinti verso il regno eterno. Non vi è, dunque, alcun che la fede della Chiesa e la devozione del popolo di Dio abbiano da subito e nel corso dei secoli attribuito a San Michele la missione di salvare coloro che “abitano” il purgatorio. Vale, quindi, la pena, quando ricordiamo i nostri morti e visitiamo le loro tombe, chiedere per loro l’intercessione del Principe celeste: certamente non rimarrà mai indifferente alle preghiere rivolte a lui dalle persone di buona volontà.
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