Nelle preghiere di benedizione si fa una richiesta speciale a Dio |
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domenica, 28 febbraio 2021 | |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions di Gelsomino Del Guercio Sapete di cosa si tratta? C'entra la protezione dell'angelo custode. Che viene delegato da Dio in particolari casi Nelle preghiere di benedizione si usa fare una richiesta speciale a Dio. E in questa richiesta c’entrano gli angeli. Lo spiega Don Marcello Stanzione nel libro “La liberazione dei luoghi infestati dagli spiriti maligni” (edizioni Ares). ...
“Mandaci il tuo santo Angelo” La richiesta che si fa a Dio, scrive Stanzione, è la seguente: “mandaci il tuo “santo Angelo” per aiutarci o accompagnarci nella nostra vita”. Questa idea viene dalle Sacre Scritture e si presenta in forme diverse. L’espressione più frequente è l’esortazione a Dio: “Invia il tuo santo angelo dal cielo”. Essa è tolta sia da Es 23,20-23, in cui Dio promette a Mosè l’assistenza di un angelo per l’entrata in Canaan (“Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato”); sia da Sal 90,11: “Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi”.
L’allusione a Tobia Nella preghiera di benedizione dei pellegrini di Terra santa, di un aeroplano, di un ospedale, l’angelo è chiamato “custos”; questa denominazione è un’allusione a Tobia 5,21-27, in cui il padre di Tobia augura buon viaggio al figlio, promettendogli che un angelo lo accompagnerà e lo prenderà sotto la sua protezione. Ritroviamo qui, spiega l’autore del libro, la fede nella protezione che Dio esercita, per mezzo dei suoi angeli, sul suo popolo e su ciascuno degli uomini, e di cui spesso la sacra Scrittura testimonia. La protezione delegata agli “inviati di Dio” Dio protegge il suo popolo come si legge in Es 23,20-23; talvolta l’espressione “angelo di Yahveh” designa Dio stesso, che si manifesta in modo sensibile. Ma altre volte questa protezione si esercita per mezzo di veri inviati, degli spiriti che sono al servizio di Dio e formano la sua corte celeste: prendendo forma umana, essi appaiono agli uomini che confidano in Dio, per liberarli dai pericoli e guidarli nelle loro azioni. Questa dottrina è sviluppata specialmente nel libro di Tobia (Tb 5,21-27) e proclamata nel Salmo 90,11. L’efficacia delle benedizioni L’efficacia delle benedizioni sull’uomo non potrebbe essere paragonabile a quella dei sacramenti che, istituiti da Cristo e atti di Cristo, agiscono ex opere operato: le benedizioni sono di istituzione ecclesiastica. Però, essendo preghiere della Chiesa, esse superano il valore della preghiera del solo ministro o dei fedeli che partecipano al rito. Si deve dunque parlare di una efficacia ex opere operatis Ecclesiae, perché la Chiesa interviene con la sua potenza di intercessione e Dio non rifiuta nulla alla sua Chiesa. La certezza di questo effetto dipende certamente dalle buone disposizioni del soggetto e dagli ostacoli che egli può opporre; dipende anche dal grado di importanza che la Chiesa attribuisce all’una o all’altra delle benedizioni, perciò dall’intensità della sua supplica presso Dio: la consacrazione di una chiesa o una benedizione di un abate hanno un effetto più certo che non la benedizione di una medaglia o di uno scapolare. Effetto spirituale L’effetto prodotto (Can. 1144) è soprattutto di ordine spirituale; e anche quando si chiede un effetto temporale, questo sarà sempre in dipendenza di effetti spirituali. In conclusione importa anzitutto dare ai fedeli una giusta nozione delle benedizioni, evitando che esse siano sottovalutate o, all’opposto, considerate mezzi infallibili per ricevere i benefici di Dio. Si avrà dunque cura di insegnare ai fedeli che le benedizioni non producono effetti magici e automatici; che esse sono anzitutto preghiere; che alla preghiera della Chiesa deve unirsi quella dei presenti e partecipanti al rito e che, per conseguenza, le disposizioni interiori di quelli che le chiedono hanno una funzione importante per loro efficacia. Bisogna evitare in questa materia ogni superstizione, pericolo che non è estraneo al nostro tempo.
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