SANTA KOWALSKA E LO STUPORE ANGELICO DI FRONTE ALLA DIVINA MISERICORDIA Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
domenica 14 febbraio 2021 | |
La grandezza della misericordia è incontenibile persino ad un angelo. Santa Faustina Kowalska scrive nel suo diario: «Una volta udii queste parole: «Figlia mia, parla a tutto il mondo della Mia inconcepibile misericordia[...]. La Mia misericordia è talmente grande che nessuna mente, né umana né angelica, riuscirà a sviscerarla pur impegnandovisi per tutta l’eternità» (Q II, 699). ...
La misericordia di Dio stupisce anche gli angeli. 16.XII.1936. «[...] Misteriosa ed irraggiungibile è la Tua misericordia, che riempie di stupore le menti degli uomini e degli angeli» (Q II, 819). 30.I.1938. «Nessuna mente, né di angeli né di uomini riuscirà mai a scandagliare i misteri della Tua misericordia. Gli angeli rimangono stupiti di fronte al mistero della Tua misericordia, ma non riescono a comprenderlo» (Q V, 1553). «Con la Tua umiliazione ci hai innalzato alla Tua Divinità. È l’eccesso del Tuo amore, è l’abisso della Tua misericordia. Stupiscono i cieli per questo eccesso del Tuo amore» (Q VI,1745). «[…] Si stupì il cielo che Dio si fosse fatto uomo, Che ci fosse in terra un cuore degno di Dio, Perché mai, Signore, non ti unisci a un Serafino, ma ad un peccatore? Questo è un mistero della Tua misericordia, nonostante il puro grembo della Vergine. O mistero della divina misericordia, o Dio di pietà, Che Ti sei degnato abbandonare il trono celeste Per abbassarTi alla nostra miseria, all’umana debolezza, Perché non gli angeli, ma gli uomini hanno bisogno di misericordia. Per esprimere degnamente la misericordia del Signore, Uniamoci alla Tua Madre Immacolata, Così allora il nostro inno Ti sarà più gradito, Dato che essa è stata scelta fra gli angeli e gli uomini. […]» (Q VI, 1746). Lo stupore per la misericordia di Dio è un elemento comune tra gli uomini e gli angeli. Potremmo ritenere che mentre nell’uomo scaturisce nel vedere riversare su di esso una sconfinata ed inesauribile misericordia a misura dei suoi più mostruosi peccati, dall’altra parte lo stupore degli angeli è nel vedere tanta misericordia verso di noi peccatori, misericordia quasi inconcepibile per essi che ricordano l’irreparabile caduta dei loro fratelli angeli. Qualcuno potrebbe chiedersi se non sia stato mostrato nessun segno di misericordia verso quegli angeli ribelli ma si poteva. Ricordiamolo: la misericordia desidera un segno di pentimento… ma nel caso dell’offesa procurata da quegli angeli c’è una profonda differenza con quella degli uomini. Ecco la risposta: «Cracovia, 20.X.1937. Esercizi spirituali[1]. Secondo giorno. Quando meditavo sul peccato degli angeli e sulla loro immediata punizione, ho chiesto a Gesù perché gli angeli erano stati condannati subito dopo il peccato. Ho udito una voce: «Per la loro profonda conoscenza di Dio. Nessun uomo sulla terra, fosse pure un gran santo, ha una tale conoscenza di Dio, quale la possiede un angelo». [...] » (Q V, 1332). « Agli angeli caduti non hai dato il tempo di fare penitenza, non hai prolungato per loro il tempo della misericordia »[2] (Q V, 1489, p.784). Se ne deduce che mentre noi abbiamo il dovere e il desiderio di conoscere Dio, man mano che questa conoscenza ci viene elargita per Sua Grazia, aumenta in noi la responsabilità riguardo ai peccati che commettiamo: più cresce la Sua conoscenza e più aumenta la consapevolezza del peccato. Ma questo non può atterrire e bloccare la ricerca della conoscenza di Dio, cedendo alla tentazione di voler restare nella comoda ignoranza. Conoscerlo: è Lui stesso che c’è lo chiede, prendiamo come riferimento gli abbondanti passi del Vangelo di Giovanni, pertanto, se Glielo domandiamo, ogniqualvolta ci donerà la Grazia necessaria per trovare un equilibrio tra crescita e consapevolezza. Dall’altra parte questa conoscenza viene elargita solo quando un’anima è pronta a poter accoglier nuova conoscenza. In una delle preghiere più note della devozione a Gesù misericordioso: «[…] Da secoli non si è mai udito, né la terra né il cielo ricordano, che un’anima fiduciosa nella tua misericordia, sia rimasta delusa. […]» (Q VI, 1730). |
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