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giovedì, 31 de dicembre de 2020
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Intervista alla pittrice sulla raffigurazione dell'Angelo Custode dell'ItaliaDi Virginia Lalli

La pittrice, autrice della raffigurazione dell’immagine dell’Angelo custode dell’Italia vuole rimanere anonima. Ci ha permesso però di intervistarla.

- Ci può raccontare come è nato il suo interesse per gli angeli? È legato ad un episodio in particolare?
Forse non è ancora del tutto nato: so che la Bibbia è piena della loro presenza,...

 
...e ancor più la vita di ciascuno di noi, ma non sono abituata a pensare a loro, se non con una piccola, distratta  preghiera di affidamento, al mattino. Se vado oltre, provo un certo timore di fronte alla loro natura, anche se conosco la loro perfetta obbedienza all’Amore: pensare che stanno davanti a Dio mentre sono contemporaneamente con me, me li fa sentire severi di fronte alla mia scalcinata maniera di onorare il creatore, forse perché il loro rapporto con Lui credo sia , come dire, solenne, cioè, non ha un carattere filiale come il mio. Pur essendo esseri personali, sono solo creati, non adottati come noi uomini.  So di essere molto imperfetta, mentre essi sono fuori da ogni possibile errore; la loro altezza è per me inarrivabile, ma io sono bambina che lotta per crescere. A me è compatito dalla Misericordia l’inciampare,  ma temo di infastidirli con le mie fanciullaggini. So per fede che vegliano su di me…per inciso, adesso, mentre scrivo mi viene un pensiero, come se il mio angelo custode , da dietro la mia spalla, stesse scuotendo la testa con compatimento ilare. Beh, scusami, angelo, lo so che non ha molto senso, ma mi sento meglio se vado diretta a Gesù e Maria, e la tua mediazione la lascio gestire a loro. Ti ringrazio, comunque, per la puntuale  cura che ti prendi di me: spero di farti tribolare sempre meno!

- Che tipo di letture fa e come la ispirano nel suo lavoro?

-         Non leggo quantitativamente molto: ogni mattina prendo le letture dalla liturgia del giorno e le mastico, le martello, le confronto con la mia vita quotidiana per attualizzarle, concretizzare il più possibile la mia esperienza sulla loro esigenza di santità.

Sono molto legata agli scritti di Maria Valtorta, che mi hanno nutrita di latte e miele, e fiele, per lunghissimi anni, ma attualmente sto entrando in un profondissimo mondo scarno, essenziale eterno ed infinito, attraverso gli scritti di Luisa Piccarreta. Ogni sera cerco di infonderli nella mia anima come grazia rivitalizzante, che mette continuamente in discussione un modo troppo comodo ed abitudinario di ricevere la fede, per scavare sempre nuove, antiche profondità mai percepite in pienezza. Non sento nessun bisogno, non ho nessuna curiosità se non per il mondo di Dio, e qui ne trovo tanto da avere da cercare per una vita.

Bastano poche righe per riempire notti insonni di adorazione stupita, di inquietudini d’amore inarrivabile, di suppliche di poter squarciare questa umanità ferita dalla colpa, ma non mai morta per poter saper risorgere nuova.

Come tutto questo ispiri il mio lavoro lo lascio intuire a chi vuole guardarci dentro: io non so bene, se non che tutto va in quella direzione, siano animali, paesaggi, idee strane che vogliono prendere forme e colori per tentare di spiegarsi, comunicarsi. Sono sempre alla ricerca di luci, attraverso forme, colori, oscurità che ne sottolineino la presenza. Tutte le mie contraddizioni si servono di pennelli, di parole scritte, di calce, mattonelline, di plastica, di colla a caldo, di ogni materiale trasformabile, per poter venire elaborate, impastate di una vita che sembra banale e oscura, ma che porta in sé il Divino come un continuo tormento dolcissimo, irraggiungibile eppure sfiorato, presentissimo in ogni più piccola cosa.

 Adesso sto sospettando di esagerare: sono una oscura casalinga che porta avanti i suoi non piccoli problemi di figli, marito e madre anziana e che, per non sentirsi troppo frustrata, sfrutta i doni che Dio indubbiamente ha posto in lei per evadere dall’esilio, poterlo vivere sotto le sue smentite spoglie di banalità,  e starmene rifugiata in lui, nel suo mistero onnipresente… Forse sarebbe meglio sforzarsi di esercitare più umilmente la carità.?!

- Gli angeli sono variamente citati nelle Sacre Scritture. C'è un episodio biblico che ricorda in particolare ?

-         Gli angeli popolano la sacra scrittura molto più discretamente degli uomini. Sanno quello che devono fare e lo fanno, puntualmente ed umilmente, senza ostentare né umiltà, né potenza. Torno a dire che fanno sorgere in me il timore di Dio. A parte i grandi interventi di Michele, adesso in pieno combattimento per salvare il salvabile, fino al “basta” di Dio, Gabriele, che in questo periodo trepida nel memoriale  del suo annuncio eterno, più che mai necessario, e Raffaele, che dovrebbe essere oberato di lavoro in questo periodo di COVID, ma che troppo pochi invocano, purtroppo, mi affascina in modo particolare il sogno di Giacobbe: quella scala affollata come quella di una stazione metropolitana, di angeli che in tutta normalità salgono e scendono dalla terra al cielo, dal cielo alla terra: vorrei avere una fede tanto grande da saper fare altrettanto, annullando la distanza abissale che abbiamo creato con la nostra disobbedienza tra naturale e soprannaturale; vorrei poter passeggiare, a sera, ancora adesso con il Padre, nel nostro giardino incantato ; vorrei poter andare dalle nostre pesanti , invadenti realtà apparenti a quelle celesti, molto più vere, vorrei saper scorgere il mistero nella banalità quotidiana, per  servirlo con slancio e leggerezza. Ma io non sono Giacobbe e questo è solo un sogno che solo a tratti, raramente, per un attimo sembra avverarsi in un lampo che , come si manifesta improvviso, improvvisamente mi scompare inafferrabile.

 

-          Ha avuto delle guide che l'hanno aiutata nel suo percorso artistico? Ci può parlare di loro?

 

-         Non ho avuto guide, come non ho un vero percorso artistico: sono una sperimentatrice di sensazioni, una inseguitrice di inquietudini vitali, che osserva la bellezza ovunque, per cogliervi una piccola manifestazione del divino. Sono tanto ignorante che non so citarle nemmeno i nomi dei colori che uso . Ho preso la passione da mia madre, anche lei autodidatta, anche se molto più precisa : il suo stile è molto diverso dal mio, molto accurato, fotografico, quasi maniacale. Era molto brava nei ritratti, nei paesaggi realistici: dico era, perché ormai l’età l’ha consumata. Non mi ha fatto da guida: ognuna seguiva il proprio istinto, seguiva la sua capacità di cogliere la Bellezza e cantarla al meglio per ricambiarne il dono. Mi piace osservare con attenzione i grandi artisti, le loro opere, copiarle magari, ma sono troppo pigra per stare a studiarle, ho troppa fretta, fame di provare. In poche parole sono una superficiale pasticciona, anche se stranamente piaccio!

 

-          Quale tipo di tecnica utilizza per realizzare le sue opere?

 

-         Mi vien da ridere a sentir parlare di tecnica: ogni volta che inizio qualcosa è un salto nel vuoto che mi fa paura. Se ho una tecnica è darmi il coraggio di iniziare, dicendo a me stessa che sto solo giocando, che non è un lavoro, che non devo servire nessuno, dimostrare niente a nessuno, accontentare nessuno, se non Uno che si accontenta sempre di pochissimo, purchè contenga un pezzetto del mio  cuore. Mi rassicuro dicendomi che  posso sempre liberamente gettare via tutto. La libertà da me stessa, da qualsiasi condizionamento culturale o che, il ricercare dentro il fuori, e fuori il dentro…se si può chiamare tecnica, spesso chiamo Dio a giocare con me. Delle volte funziona tanto che in certi momenti mi sorprendo di noi, guardo stupita il risultato , mi commuove la sua maestria e mi metto a lodarlo con una gioia interiore inappagabile.

         
- Ci può illustrare il quadro dell'Angelo custode dell'Italia ?


-         Quello che ho detto fin qui è per quando lavoro solo per me stessa, ma lei adesso mi chiede di illustrarle il quadro dell’angelo custode dell’Italia. Si renderà conto che i quadri su specifiche commissioni funzionano in modo totalmente diverso…e adesso spero che Virginia non se la prenderà, ma è stato un grosso sacrificio seguirla nel suo scodellare idee e modifiche. Mi ricorda un carissimo sacerdote, ormai in cielo, che mi faceva fare di tutto, ma che doveva sempre metterci lo zampino: su una sua parolina io dovevo fare e rifare salti mortali per interpretare i suoi desideri, vedere quello che vedeva la sua immaginazione, per tentare di concretizzarla col risultato di  deluderla  regolarmente e ricominciare daccapo…e se mi lamentavo mi sorrideva, rassicurandomi che voleva solo trarre il meglio da me con tutte quelle sfide.

-         E così va bene anche questo, sperando che serva a gloria di Dio, pur nella sua piccolezza. Adesso provo ad illustrare quello che forse le illustrerebbe meglio Virginia, a cui va tanto merito di particolari delicati che animano l’immagine.

Ma lasciamo parlare l’angelo:

-         Coraggio, piccola, risollevati, guarda in alto, non ti abbattere, non indurirti: oltre la tempesta il Sole divino è immutabilmente chino su di te, e nulla sfugge al Suo dominio. Tu ti appoggi troppo sulla apparente solidità umana, anche se le tue origini sono gloriose, forti. Ma non hai ancora compreso che la tua forza non ti deriva dall’essere appoggiata alla storica colonna Romana, fosse anche simbolo della istituzione della chiesa. Questa colonna è stabile soltanto perché si sostiene sull’eucarestia, questo povero pane che , a volte, crede di essere lei a sostenere. Sono la povertà , la penitenza che ti abbracciano sostenendoti: dove le hai relegate? Dentro nicchie contenenti statue innocue nelle chiese vuote? Rifalle tue, rimettile al centro e ti culleranno in un benessere d’anima che renderà le chiavi di Pietro ancora capaci di aprire la porta della salvezza. Ciò che ti incorona non è gloria tua, ma la pienezza di grazia della tua regina, che non ti abbandona se ti consacri a lei. Smetti dunque di lamentarti , di litigare e di inveire contro tutto e contro tutti: piega le ginocchia, ammetti le tue colpe, allontanati da esse ed implora il perdono da Dio. Se non è Lui che ti ha mandato castighi, è senza dubbio Lui solo che te ne può liberare: al Suo ordine io combatterò al tuo fianco, ed ogni fatica sarà grazia, ogni dolore salvezza.  Questa Italia immersa nel mare che lambisce tutti, questo mare di male che ora infetta ogni paese, diventerà di nuovo sorgente che risana le acque attraverso una fede viva. A contatto con essa ogni virus fuggirà, sospingendo nel suo terrore il suo vero, unico misconosciuto  artefice. Col battito delle mie grandi ali spazzerò il cielo dalle pesanti nubi che vi accecano, perché possiate rivedere la luce in fondo al tunnel e riprendiate il cammino nella giusta direzione.

Descrizione didascalica dell' Angelo Custode dell'Italia

di Virginia Paola Lalli

 

La Bibbia contiene diversi riferimenti agli Angeli Custodi delle nazioni :"Poichè l'Altissimo quando ha diviso i popoli, quando ha separato i figli d'Adamo ha stabilito i confini dei popoli secondo il numero degli angeli". (DT 32,8). 

Il profeta Daniele (cfr. Dan. 10, 13 ss.) parla dell'angelo della Grecia e della Persia, che si affrontano ogni volta che i loro popoli entrano in conflitto. 

Attenzione però accanto agli Angeli buoni ci sono anche gli angeli caduti che, in un certo momento si sostituiscono come spiriti territoriali maligni ai protettori buoni dei popoli. 

Infatti come scrive Alvino, collaboratore di don Marcello Stanzione, gli angeli hanno sì grande potere sull'individuo e sulla collettività, "ma non quello di manipolare la volontà dell'uomo". L'uomo ha la libertà, può scegliere tra il bene e il male; la stessa cosa vale per i popoli. "Il loro angelo non ha in alcun modo il diritto di limitare il loro libero arbitrio". Questo significa  che ogni popolo può disdegnare, se lo vuole, la tutela angelica buona e lasciarsi tentare dalle pulsioni infernali e ingannare dagli spiriti territoriali malvagi.

Virginia Lalli avendo dato suggerimenti per la rappresentazione dell'Angelo Custode dell'Italia aggiunge una nota didascalica sulla raffigurazione. 

L'Angelo Custode dell'Italia indica il cielo, dietro la luce dello Spirito Santo illumina la scena, accanto i compatroni d'Italia San Francesco d'Assisi benedicente e Santa Caterina da Siena. La bandiera italiana avvolge la colonna romana che richiama la tradizione latina e la lingua ufficiale della chiesa: il latino con la scritta "Sanctus Angelus Italiae".
Sono rappresentati i simboli fulcro del cattolicesimo: l'Eucarestia e il Calice, come Corpo e Sangue di Cristo. Roma con le chiavi simbolo del papato e di San Pietro.
La M con la corona di stelle, simbolo mariano al centro dell'Italia come tradizione orante nei secoli a Maria, Madre di Dio.
A lato del dipinto un demone sta fuggendo, che rappresenta i mali ed essendo il dipinto eseguito in questo periodo storico è stato rappresentato anche il covid che va via, la scena fa riferimento anche alle malattie che possono colpirci in tutte le epoche.

 

Sanctus Angelus Italiae ora pro nobis.

 

 
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