LA NOSTALGIA DEGLI ANGELI Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
giovedì 18 giugno 2020 | |
Nella mia esistenza di sacerdote- scrittore ho dedicato diverse centinaia di libri agli angeli tradotti in varie lingue. Questo soggetto degli angeli è, più di quanto si potrebbe crederlo a primo acchito, un soggetto di attualità. Respinti dal nostro sapere, gli angeli non continuano nondimeno ad accostare l’incosciente della nostra cultura. ... Nel momento in cui li si caccia dalla porta della ragione come costituenti una credenza indegna dell’uomo moderno, essi ritornano dalla finestra della scienza-finzione che affascina tanti scienziati. Come per caso questa si rappresenta sempre gli extra-terrestri, quale che possa essere la bruttezza del loro corpo ed il nerume morale della loro anima, come degli esseri intellettualmente superiori a noi. Come pure che, nel materialismo, la materia eredita un buon numero di attributi divini, così, nella scienza-finzione, gli extra-terrestri si ritrovano dotati della superiorità intellettuale sugli uomini che caratterizzava nelle tradizioni religiose la perfezione spirituale degli angeli. Ma la nostalgia metafisica dell’angelo che costeggia il nostro mondo preteso “disincantato” non usa più obbligatoriamente, per esprimersi, la svolta della scienza-finzione. L’incredibile successo letterario, poi cinematografico, che ha avuto con ritardo la saga mitologica Il Signore degli anelli di Tolkien ne è una testimonianza eloquente. Questa si presenta come la proiezione immaginaria delle gerarchie angeliche, della loro divisione morale e della loro lotta, su di un mondo visibile che sarebbe abitato da degli spiriti incarnati creati secondo delle specie di ineguale perfezione. Tolkien, professore ad Oxford, cattolico praticante, era perfettamente cosciente di questa ispirazione fondatrice della sua opera. La maggior parte dei nostri contemporanei non lo sono assolutamente. Ma il fascino ch’essa esercita su di noi, e che non è senza rapporto col fascino esercitato dalla gnosi, segnala, al di là di ogni ambiguità, la mancanza che crea, nel loro spirito, l’espulsione degli angeli nel sapere attuale.
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