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PERCHE’ PARLARE DI ANGELI? Di Andrea Franchini PDF Stampa E-mail
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Scritto da Amministratore   
lunedì 18 maggio 2020

PERCHE’ PARLARE DI ANGELI?Perché parlare di angeli? Perché proprio ora? E di quali angeli parliamo? Degli angeli della tradizione cattolica o di quelli creati dalla New Age, gli “spiriti guida”? E con chi dobbiamo, semmai, parlare di angeli? Con gli “angel coach” che vanno tanto di moda negli Stati Uniti, persone che dicono di potersi mettere in contatto col mondo angelico?...

 

 Parlare di angeli oggi non è facile. Eppure le persone che credono fermamente nell’esistenza degli angeli sono tantissime, anche al di fuori del mondo cattolico (per il quale gli angeli esistono per definizione).

Da anni dirigo una rivista dedicata agli angeli e da anni ricevo storie, racconti, testimonianze di persone che affermano di aver visto gli angeli, di parlare con gli angeli, di avvertirne la presenza. Ci sono persone che ritengono che i loro cari che non ci sono più siano oggi degli angeli che li proteggono, altri che si aggrappano all’idea di un angelo soccorritore che può arrivare da un momento all’altro se si recita la preghiera giusta o meglio ancora se si accende una candela, ci si siede per terra comodi, si sgombra la mente e si medita “aprendo il nostro cuore”.

La verità è che tendenzialmente ognuno pensa gli angeli a modo suo, quasi se li inventa a propria immagine e somiglianza, li adatta ai suoi bisogni o alle sue credenze, ed è come se esistessero tante “angelologie” quante sono le persone fedeli alle creature celesti.

Forse è giunto allora il momento di fare un poco di chiarezza e di riportare il discorso degli angeli nel binario che gli è proprio, ma con una avvertenza. Importante. Gli angeli fanno parte integrante del corredo della dottrina cattolica. Ne parla la Bibbia, ne parla il Vangelo, ne parlano Santi e Papi. Esistono gli angeli perché Dio li ha creati, ed esiste Satana che è un angelo che ha voluto ribellarsi a Dio. Al di fuori di questo binario dottrinale, si può dire tutto e il contrario di tutto, ma forse non dovremmo essere severamente censori nei confronti di chi abbraccia teorie strane sugli angeli: la persona che ritiene che sua madre appena morta si sia trasformata in un angelo certamente non aderisce ai dettati della Chiesa Cattolica, però esprime un suo desiderio di misticismo, di trascendenza. Che è assai diverso dall’ateismo imperante nel nostro mondo.

Il misticismo, quando non scivola nell’esoterismo (che a sua volta può ulteriormente scivolare nella cartomanzia piuttosto che nella lettura dei tarocchi) rappresenta comunque un anelito verso qualcosa che va al di là della condizione umana. Il mistico – anche se ufficialmente non si riconosce nel religioso o nel credente – ha già fatto un passo importante, ha capito che la vita non è tutta qui, non è solo fatta di cose concrete e tangibili, ma c’è dell’altro che spesso non possiamo capire ma di cui avvertiamo l’esistenza.

Giusto quindi ricondurre qualsiasi discorso sugli angeli a ciò che davvero sappiamo di loro dalle Scritture, ma al tempo stesso prestiamo attenzione anche a chi, credendo nell’esistenza dei “suoi” angeli, sottolinea il suo bisogno di un’Entità superiore.

D’altra parte, quasi tutte le religioni del passato hanno “previsto” le figure degli angeli. Non solo le grandi religioni monoteiste (ebrei, cristiani, musulmani) ma anche le religioni primitive piuttosto che quelle orientali. L’idea che la Divinità si serva di messaggeri come tramite fra se stessa e gli uomini è dunque in qualche modo radicata nel profondo dell’animo umano.

Forse non è quasi possibile immaginare un Dio che non abbia, accanto a sé, degli “assistenti” o dei portavoce e forse il pensiero dell’angelo aiuta l’uomo ad avvicinarsi un po’ meglio e con meno sbigottimento all’idea del Creatore, dell’eterno, dell’infinito. Gli angeli in questo senso, nelle religioni, sono anche un collegamento metafisico e dialettico: nessuno può lontanamente immaginare di parlare con Dio (i Profeti, Mosè, Noè, Abramo…) ma se ci sono gli angeli, sarà per noi più facile interagire con questo mondo celeste così come il mondo celeste si servirà degli angeli per interagire con noi.

In uno dei passi fondamentali dell’angelologia, cioè l’Annunciazione, è un arcangelo che appare a Maria, non è Dio. E sono angeli quelli che annunciano la nascita di Gesù, sono angeli quelli che lo accompagnano nella sua vita terrena, sono angeli quelli che per primi lo vedono risorto. Gesù parla con Dio, si rivolge a Lui, certamente intrattiene col Padre un colloquio di cui ignoriamo l’essenza. Gli apostoli e le pie donne vedono gli angeli, sentono le loro voci.

Perché poi questo mondo in cui viviamo ha tante stranezze. Ci sono persone che credono ciecamente nell’esistenza del Demonio, ne hanno paura, lo temono intimamente. Ma al tempo stesso dicono di non credere in Dio (che è presupposto essenziale per concepire l’esistenza del demonio). Ci sono persone che credono negli angeli ma non in Dio. Ci sono persone che credono che ci sia qualcosa oltre la vita ma che non sia quello che la nostra religione ci ha insegnato. Ci sono persone che non credono alle coincidenze ma che non vogliono accettare l’idea di un “disegno superiore”.

Gli angeli, dunque. Ma soprattutto gli angeli custodi. Sono loro quelli che la maggior parte delle persone sente di amare. Gli angeli che ci proteggono da bambini quando abbiamo paura del buio e la mamma spegne la luce. Gli angeli che ci assistono nei momenti difficili, è degli angeli custodi la vocina che ci sussurra nell’orecchio di non attraversare proprio mentre sfreccia una motocicletta, è un angelo custode quello che impedisce a un bimbo caduto dal terrazzo di farsi male.

Nella tradizione cattolica, però, gli angeli sono solo questo. Anzi, nella gerarchia celeste gli angeli custodi sono fra i meno importanti, perché uno dei compiti primari degli angeli, prima di tutto e sopra di tutto, è adorare Dio, lodarLo, cantare e suonare per Lui, godere della Sua luce e della Sua presenza. Ma forse questo aspetto risulta a noi più difficile da comprendere. Dio che crea degli Esseri perché Lo lodino? Una sorta di “claque” celeste?  Non è così, ovviamente. È come se pensassimo che Dio ha bisogno di essere adulato come un qualunque manager o barone universitario o cantante pop!

 

 
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