GUARIRE L’AMBIENTE Di Tarcisio Mezzetti |
Scritto da Amministratore | |
sabato 15 febbraio 2020 | |
Spesso succede che se il Signore ci guarisce fisicamente, la prima cosa che ci viene da pensare è: "speriamo che duri!" Malgrado il fatto che noi non sappiamo come staremo domani, tuttavia sappiamo che se il Signore ci ha guariti oggi dal mal di schiena, il Signore può operare di nuovo la stessa guarigione domani. La preghiera di guarigione spesso è un processo; compie cioè tutto uno sviluppo come nel caso del cieco di Betsaida (Mc 8,22-26). ...
Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: "Vedi qualcosa?". Quegli, alzando gli occhi, disse: "Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano". Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo rimandò a casa dicendo: "Non entrare nemmeno nel villaggio". Gesù pregò per quell’uomo una volta e la vista tornò in parte tanto che egli poteva vedere le sagome delle persone che lo guardavano, come forme indistinte. Nelle sue parole riportate nel Vangelo, vedeva gli uomini come alberi che camminavano. Allora Gesù pregò di nuovo ed il cieco riacquistò perfettamente la vista. Notate: Gesù aveva guarito il servo del centurione a distanza; aveva cacciato il demonio dalla figlia della donna cananea a distanza; aveva risuscitato un morto toccandolo con un dito; aveva guarito un lebbroso dicendo "si, lo voglio"; aveva guarito il cieco di Gerico in una volta sola, su qualcuno aveva messo il fango, su qualcuno la saliva, ma li aveva guariti tutti. Arriviamo poi a un punto in cui sembra che Gesù quel giorno fosse "scarico"; direbbe un pranoterapista: aveva poca bioenergia e quindi ha dovuto pregare due volte. Il Vangelo ci insegna che bisogna continuare a pregare quando un processo di guarigione è iniziato; anche se fosse entrata soltanto la pace, il Signore ci dice: "dovete continuare a pregare se amate quella persona come Io la amo". A volte si dice: "se non sei guarito è perché non avevi la fede"; invece abbiamo visto oggi che quello che occorre è l’amore. Vi porto questo esempio successo a me: una suora molto anziana era caduta dalle scale fratturandosi entrambe le ossa del polso. Un grosso callo osseo si era formato ed aveva inglobato i tendini, rendendo impossibile alla suora l’apertura della mano. Era del Rinnovamento e ci chiese una preghiera; noi era la prima volta che pregavamo per la guarigione fisica in quel luogo ed eravamo quindi parecchio agitati. Pensavamo che avremmo dovuto dire: " nel nome di Gesù Cristo: apri la mano!" Pregavamo tutti in cerchio aspettando che qualcuno di noi si sentisse di dire quella frase. Anche io ero tentato, ma pensavo: "e se poi non si apre?" e così non lo dicevo. Ogni tanto qualcuno di noi apriva la Bibbia: tutte le citazioni sulla fede contenute nel Nuovo Testamento sono venute! Ad un certo punto mi sono buttato e ho affermato: "nel nome di Gesù Cristo…stendi la mano" … e la mano le si aprì. Io non potevo credere che era vero mentre la suora urlava i suoi alleluia di gioia… tutti a saltare di gioia e nessuno si era ricordato di ringraziare il Signore. Ci eravamo sentiti i più grandi guaritori della terra, quelli che facevano i, miracoli. La suora torna a casa e tutte le suore hanno festeggiato con un grande pranzo; per tre giorni l’hanno messa a lavare i pavimenti e lei con lo straccio lavava e strizzava con le mani, mentre tutte le altre stavano a guardare il miracolo: " ma chi è stato?" …"Tarcisio!" All’alba del quarto giorno la suora si risveglia con la mano chiusa come prima: non capivamo più niente, nessuno parlava più…Pensate che io sono uscito così traumatizzato che per almeno 4 anni non ho pregato più per la guarigione di nessuno; questa suore era così delusa che non è mai più tornata da noi a farsi fare la preghiera. Alla fine una regione credevamo di averla trovata: non avevamo nemmeno ringraziato il Signore, ed era vero! Dopo qualche giorno la suora va all’ospedale a farsi operare; il chirurgo apre e trova il tendine così profondamente incastrato nel callo osseo che ne dovette togliere un pezzo per liberarlo. La suora tuttavia aveva provato a testimoniare: "ma lo sa che mi hanno fatto una preghiera e io ho mosso la mano per tre giorni?". Il chirurgo rispose: "sorella io rispetto una persona di fede come lei, ma io faccio il chirurgo, non mi deve prendere in giro, quella mano non si poteva aprire perché era totalmente bloccata, era impossibile!" e la suora: "ma è successo!" e lui: "poveretta, sarà l’arteriosclerosi". Con quel fatto il Signore ci ha insegnato che quando una guarigione è avvenuta, bisogna ringraziare e continuare a pregare Dio perché il Signore vuole fare molto di più di quanto ci aspettiamo noi. A differenza di Gesù, troppe persone pregano una volta, reclamano la guarigione e poi smettono di pregare per una guarigione più perfetta, una guarigione che il Signore vuole ancora operare per mezzo del processo della preghiera. Racconta Padre Matt Linn: un Professore di spiritualità (Padre Robert Faricy) ci diceva che aveva pregato due mesi prima per un uomo cieco. Mentre pregavo la sua vista migliorò e così io continuai a pregare, ma poi d’improvviso la sua vista si spense del tutto ed egli si ritrovò cieco esattamente come prima. Io non capivo cosa stesse succedendo ma capivo che Gesù aveva usato le nostre preghiere per guarirlo temporaneamente e lo avrebbe potuto guarire definitivamente. Così dissi all’uomo e alla moglie di tornare a casa e di pregare l’uno sull’altro 5 minuti al giorno per due mesi e poi di tornare da me. Circa una settimana fa sono tornati da me e l’uomo ora vedeva perfettamente; tuttavia la guarigione più profonda non fu questa. L’uomo mi disse che il loro matrimonio, poco prima, era stato in forte crisi: la guarigione più profonda era stata quel processo di essere Gesù l’uno per l’altro per 5 minuti al giorno avesse risvegliato in loro la consapevolezza di quanto si amassero e il loro matrimonio adesso era guarito. Se Gesù prende il suo tempo per guarirci è perché sa che noi abbiamo bisogno di più amore e di solito anche perché sa che qualcuno ha bisogno di fare l’esperienza di offrirci quell’amore diventando Gesù per noi. Durante l’intero processo di guarigione possiamo dare e ricevere l’amore di Gesù e tale amore ha sempre il potere di guarire. Guarire la famiglia è importante non solo all’inizio del processo di guarigione, ma anche per conservare la guarigione ricevuta. Quando operavamo nella riserva Sioux, ne avevamo portati alcuni a Minneapolis per la Convocazione Regionale del Rinnovamento Carismatico Americano e speravamo che avessero ricevuto la preghiera per mezzo della quale Gesù poteva guarire molte delle loro malattie fisiche. Ma poi sarebbero tornati nella loro riserva e ai loro numerosi problemi familiari, ed è forse per questo motivo, riflette Padre Linn, che Gesù condusse il cieco di Betsaida fuori dal villaggio e gli disse di non farvi ritorno. Così cominciammo a pregare per la guarigione dei loro rapporti familiari; in quei casi in cui i rapporti venivano guariti, mentre cresceva l’amore, le persone tornavano a stare bene anche fisicamente. LA GUARIGIONE AVVIENE QUANDO SIAMO CIRCONDATI DA UN AMBIENTE CARICO DI AMORE. Pensate allora alla responsabilità delle suore che stanno negli ospedali, che possono veramente contribuire a portare questo amore di Gesù. Non solo l’intera famiglia, ma anche gli infermieri e i medici costituiscono una componente fondamentale di questo ambiente di amore. Un dottore specializzato in medicina nucleare ci disse che dopo aver cominciato a pregare sul suo lavoro, egli riusciva più facilmente sa scoprire le fratture ossee sottili come un capello, che altri specialisti non riuscivano a scorgere. Una infermiera in un reparto di maternità doveva iniettare soluzioni endovena in bambini prematuri; è questa una operazione molto difficile perché le vene dei neonati sono molto sottili. Essa ha raggiunto una reputazione per la sua abilità ad iniettare i medicinali al primo tentativo; il suo segreto è che davanti a tutti i dottori ella prende l’ago e dice: " Signore Gesù, guida la mia mano ed aiutami ad infilare bene questo ago perché questo piccolo è tuo e Tu lo ami". Insomma: il Signore vuole servirsi dei medici, delle infermiere e di tutti gli altri, come mezzi di guarigione che Lui stesso ha creato. La pretesa di alcuni di dire: "ho pregato su di te… butta via le medicine" la Chiesa non la accetta ed è contraria all’insegnamento della Bibbia (Siracide 38). Quindi, quando sono cristiani, tutti questi strumenti possono diventare canali che portano l’amore di Gesù, quindi portano la guarigione. La medicina è un mezzo speciale che il Signore opera per guarire; invitando i suoi discepoli ad ungere con l’olio Gesù li invitava ad usare la medicina più diffusa in quel tempo. Troppe persone ritengono che sia un atto di fede gettare via i medicinali piuttosto che benedirli e usarli come faceva Gesù. Molte infermiere benedicono le medicine come benedicono il cibo, perché apportino la dovuta guarigione agli ammalati. Un infermiere o chiunque altro può pregare su un medicinale dicendo ad esempio: "Signore Gesù, tu hai creato questo medicinale, ti chiedo di benedirlo così che possa sprigionare il suo effetto benefico di guarigione senza effetti collaterali dannosi, ti chiedo questo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". Le infermiere che benedicono in questo modo i medicinali mi hanno rivelato che di solito ai loro pazienti è sufficiente meno di un terzo del medicinale stesso. Pregare per tutto l’ambiente circostante che può essere la famiglia nella riserva indiana o i medicinali nell’ospedale, è il modo in cui pregava Gesù. Egli pregava non solo per guarire le persone ma per guarire l’intero ambiente come quando placò la tempesta sul lago (Mc 4,35-41). Pregare per tutto l’ambiente significa non solo pregare per gli elementi naturali, ma anche per le piante e gli animali. Il Signore ha messo tutta la creazione nelle nostre mani e noi possiamo gestirla pregando per l’ambiente fisico che ci circonda. Non solo l’ambiente fisico, ma anche quello sociale può essere guarito allorché dimentichiamo noi stessi e preghiamo. Mentre eravamo in India organizzammo un ritiro per sacerdoti e lo terminammo con un servizio di guarigione aperto a tutti; vennero circa quattromila persone tra cui laici, indù e musulmani. Dicemmo loro di rivolgersi ciascuno alla persona accanto e di pregare l’uno sull’altro. I toccabili si rivolsero agli intoccabili, gli indù pregarono per i cristiani, o per i musulmani, le donne e gli uomini a cui quella civiltà non consente di toccarsi, si toccarono e pregarono l’uno per l’altro. L’amore di Gesù mise a contatto persone che altrimenti non si sarebbero mai amate o toccate a vicenda, le barriere sociali si infransero, mentre la gente veniva a contatto attraverso quelle barriere e molti furono guariti a livello fisico ed emozionale, anche i non cristiani. Ma caddero anche le barriere religiose; dopo che avevano pregato a vicenda, li invitammo a rivolgersi ad un sacerdote se avevano ancora bisogno di ricevere una guarigione. Scoprimmo così che non esiste modo più semplice di evangelizzare (vedete la guarigione collegata alla evangelizzazione) quegli indù e quei musulmani, di far loro vedere dei preti che restavano all’aperto per due ore sotto la pioggia, con la volontà di restare lì, con l’amore di Gesù, per tutto il tempo che era necessario per pregare. Quando indù e musulmani videro un tale amore percepirono l’essenza del cristianesimo, ed ebbero luogo allora moltissime conversioni. Questo amore ebbe efficacia non solo sugli indù e sui musulmani, ma sugli stessi sacerdoti. Essi ci dissero il giorno dopo come avevano sperimentato l’amore di Gesù per i poveri, per le donne, per gli indù e per gli intoccabili e come erano state abolite le barriere sociali. Ci dissero inoltre: noi siamo stati guariti fisicamente nell’atto stesso di entrare a contatto con altri. Alcuni preti che soffrivano di artrite e i cui malanni si aggravavano di solito durante la pioggia, sotto la pioggia erano stati guariti furono guariti. Quando noi ci estendiamo verso gli altri e veniamo a contatto con un’altra persona, il Signore non solo ci guarisce fisicamente ma guarisce anche il nostro ambiente sociale. Non solo la guarigione fisica guarisce anche il nostro ambiente sociale, ma la guarigione del nostro ambiente sociale può a sua volta produrre un dono più profondo di guarigione fisica. Alcuni anni fa un uomo di nome Ralph subì un incidente mentre caricava un camion; la sua schiena ne risultò schiacciata e i medici gli dissero che non avrebbe mai più potuto lavorare e così il governo gli concesse una pensione di invalidità totale per il resto della sua vita. Ma Ralph aveva alcuni amici che lo condussero all’incontro di preghiera di guarigione che aveva luogo ogni settimana nella parrocchia dei fratelli Linn. Questo gruppo pregò molte volte per lui e a poco a poco la sua schiena guarì (vedete: a poco a poco, non tutto in una volta). Ralph si recò allora all’ufficio invalidi per comunicare che dato che Gesù gli aveva guarito la schiena, poteva tornare a lavorare e non aveva più bisogno della pensione. Ma l’amministrazione dello stato sostenne che dopo un tale incidente la schiena di Ralph non sarebbe più potuta guarire, ed egli non poté convincere nessuno dell’ufficio che adesso la sua schiena era a posto; così continuò a percepire la pensione. Con questa rendita Ralph non aveva bisogno di lavorare e così decise di dedicare il suo tempo al servizio del Signore. Il suo gruppo di preghiera possedeva un orto dove si coltivavano prodotti destinati ai poveri. Nella stagione in cui l’orto non produceva, Ralph cercava altre fonti di sostentamento per nutrire i poveri; intanto aveva cominciato a pregare perché altre persone fossero guarite come lo era stato lui. Quando le preghiere di Ralph venivano guarire, le persone per cui aveva pregato gli procuravano il cibo da offrire ai poveri. Un uomo sul cui figlio aveva pregato per essere liberato dalla schiavitù della droga, cominciò a fornire a Ralph 600 dozzine di tartine alla settimana, da offrire ai poveri. Con tanto cibo che veniva ad accumularsi Ralph si recò al suo gruppo di preghiera e disse che aveva bisogno di un camion per portare quel cibo ai poveri. Una signora presente che era stata guarita da un cancro si offrì di acquistare il camion. Insomma: quanto più Ralph si dedicava alla preghiera per i bisogni degli altri, tanto più riceveva cibo da offrire ai poveri. Quando Ralph portava il cibo ai poveri, pregava anche per loro, cosicché essi non solo ricevevano il cibo, ma vedevano e conoscevano la pace e la guarigione del Signore. Vedete come il bene si allargava continuamente, la evangelizzazione cresceva e la presenza del Signore diventava evidente. Tutta quella comunità ha imparato ad estendersi verso gli altri andando nelle case della città e recando amore e simpatia oltre che il cibo. Quanto più questa comunità si occupa degli altri per cambiare l’ambiente sociale dei poveri, Tantopiù Gesù benedice i membri di questa società con il dono della guarigione e delle preghiere di liberazione che continuamente crescono. Fu proprio questa la promessa fatta tanto tempo fa, dalla versione in lingua corrente: "per digiuno io intendo un’altra cosa: rompere le catene dell’ingiustizia, rimuovere ogni peso che opprime gli uomini, rendere la libertà agli oppressi e spezzare ogni legame che li schiaccia. Digiunare significa dividere il pane con chi ha fame, aprire la casa a chi è senza tetto, dare un vestito a chi non ne ha, non abbandonare il proprio simile. Allora sarà per te, popolo mio, l’alba di un nuovo giorno, i tuoi mali guariranno presto, ti comporterai davvero in modo giusto e il Signore ti proteggerà con la sua presenza. Quando lo chiamerai Egli ti risponderà, chiederai aiuto ed Egli dirà: eccomi!" Le nostre ferite saranno presto guarite quando verremo a contatto con gli altri, per guarire tutto l’ambiente circostante. Allora il Signore ci benedirà ancora di più e i nostri carismi saranno ancora più forti. perché più forte sarà la nostra presenza nel mondo ad annunciare il nome di Gesù. Rimanete ora in silenzio Facciamo ora questa preghiera che si chiama: PREGHIERSA PER PORTARE LA LUCE NEL MONDO Chiudete gli occhi e rendetevi conto di quelle parole straordinarie pronunciate da Gesù (Gv 8,12) "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". Chiedete a Gesù di mostrarvi in quale modo Egli desidera portare la luce nel vostro angolo di mondo. Forse il Signore vuole che voi preghiate per una persona, per un luogo (es.:. classe, ufficio…) chiedendo che essa sia riempita della sua luce che guarisce. Immaginate adesso la luce creativa del Padre che scorre attraverso ciascuno di voi, mentre voi acconsentite ad essere Gesù. Poi fate che questa luce fluisca attraverso voi nella persona o nel luogo che desiderate riempire della amorevole presenza di Dio. Insistete nel lasciare scorrere la luce attraverso di voi finche avvertirete che qualsiasi cosa per cui state pregando è una cosa che sta dando gloria al Padre. Canto in lingue Continuate a pregare e ringraziare il Signore perché i nostri occhi hanno visto "meraviglie"
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