ADAMO ED EVA E GLI ANGELI BUONI E CATTIVI Di don Marcello Stanzione |
escrito por Amministratore | |
sabato, 15 de febbraio de 2020 | |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Secondo un’antica tradizione biblica sulla storia della creazione, Dio plasma Adamo dalla terra umida e gli soffia nel naso l’alito di vita. Nell’Eden Dio fa crescere un giardino con alberi «belli da vedere e buoni da mangiare». Al centro sono l’albero della vita e l’albero della conoscenza del bene e del male. in questo giardino Dio pone Adamo ordinandogli di non mangiare dell’albero della conoscenza, altrimenti dovrà morire. ... Poiché «non è bene che l’uomo sia solo», Dio plasma gli animali dal suolo e li conduce ad Adamo perché dia loro un nome. «Ma per l’uomo non si trovò alcun aiuto che gli stesse vicino». Così Dio forma la donna, Eva, dalla costola di Adamo e la conduce allo stesso Adamo. «Allora l’uomo disse: questa è ossa delle mie ossa e carne della mia carne». Sedotta dall’astuto serpente, Eva, contro il comando di Dio, mangia il frutto dell’albero della conoscenza e ne dà anche ad Adamo. Di conseguenza i due si rendono conto di essere nudi. Si coprono con foglie di fico e si nascondono da Dio. Dio maledice il serpente, condanna Eva alle doglie del parto e Adamo al sudore del lavoro. Con la spada fiammeggiante i cherubini custodiscono l’accesso all’albero della vita. Secondo una tradizione più recente, i primi uomini sono creati il sesto giorno, dopo le piante e gli animali, come uomo e donna e a immagine di Dio. La terra e gli animali devono essere sottomessi all’uomo, le piante sono il suo nutrimento. I figli di Adamo e Eva sono Caino e Abele, e più tardi anche Set. Adamo muore all’età di 930 anni. Ci chiediamo se ci fu qualche contatto tra i primi uomini creati da Dio e gli angeli? Questa è la domanda che viene formulata all'inizio della storia dell'umanità. In questa breve narrazione della creazione: "Dio creò i cieli e la terra", molti padri della Chiesa interpretarono la parola "cieli" come la rivelazione del mondo degli angeli creati da Dio; di conseguenza, già esistevano senza dubbio gli angeli, i primi esseri spirituali creati, quando l'uomo fu chiamato all'esistenza. A questa linea di pensiero corrisponde anche la dichiarazione del quarto Concilio Lateranense (1215) nel decreto Firmiter credimus (DS 800):
"Crediamo fermamente e confessiamo […] che Dio è l'unica origine di tutti gli esseri, il creatore di tutte le cose visibili e invisibili, spirituali e materiali. Con la sua forza onnipotente fin dal principio del tempo creò dal nulla l’uno e l’altro ordine di creature: quello spirituale e quello materiale, cioè gli angeli e il mondo terrestre, e poi l’uomo, quasi partecipe dell’uno e dell’altro, composto di anima e di corpo".
La Sacra Scrittura (cf Gn 2,15ss) parla di una relazione familiare dei nostri primi padri con Dio, ma non di un contatto con gli angeli. Si menziona soltanto un colloquio con il primo angelo caduto, in forma di serpente, nel capitolo sul peccato dell'uomo (cfr. Gn 3,1- 7). E quando fu un fatto la caduta dell'uomo per il peccato, dovuto all'insinuazione del diavolo e alla sua arte di seduzione, si parla delle pene che Dio impose all'uomo, già peccatore, tra cui la cacciata dal Paradiso: " Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita" (Gn 3,23- 24). Questa espulsione fu spiegata in tal modo dal biblista tedesco Claus Schedl nella sua Storia dell'Antico Testamento: “Con Cherubino e spada fiammeggiante si intende nella lingua delle immagini dell'oriente antico la proibizione più radicale. Sulla realtà dei cherubini e della spada, la Commissione biblica pontificia non fece nessun commento, e neanche sugli altri, ma solo un'interpretazione simbolica. Ci sembra anomalo, però, che quest'espressione simbolica sul cherubino e la spada fiammeggiante, usate entrambe soltanto come immagine dell'antico oriente in relazione ad una proibizione superlativa, possa esaurire il senso pieno di queste parole bibliche. Nell'antico testamento i cherubini sono angeli potenti molto vicini a Dio. Così come l'ambito spirituale può essere espresso ha solo attraverso immagini, la Bibbia riprende una simbologia di esseri misti, presente nell'antico oriente; in quanto all'immagine, questa sarà un mezzo di espressione per la rivelazione dei poteri angelici. Nella relazione della tentazione interviene un potere satanico, un angelo caduto. Al contrario, nell'uscita del Paradiso presente il cherubino di Dio. Fra i due pertanto si incontra l’uomo. La storia umana è aperta verso l'alto e verso il basso. Che l'angelo appaia in un atteggiamento di difesa minacciosa è unicamente la continuazione della posizione di Dio, che giudica e allontana (in relazione all'uomo caduto a causa del peccato). La posizione minacciosa dell'angelo cambia con lo sviluppo della rivelazione della salvezza di Dio. E questo angelo minaccioso si converte esattamente in messaggero della salvezza. Con questo apriamo la maggiore prospettiva possibile per la storia dei primi tre capitoli della genesi: Dio, angelo, diavolo e uomo; questi sono i poteri che fanno la storia nel vero senso della parola. Chi omette qualcuno di essi falsifica il divenire della storia”.
I primi padri che furono elevati ad uno stato soprannaturale e alla felice vicinanza con Dio e il suo esercito - gli angeli buoni e fedeli – quando furono espulsi dal Paradiso dovevano accettare una nuova condizione di dolore per loro e per i loro discendenti come scrive sempre il biblista Schedl:
"Dietro di noi il cherubino e la spada fiammeggiante, nuvole d'ira e giudizio, dai quali dobbiamo fuggire, il cammino verso Dio e verso la salvezza e chiuso; davanti a noi il ritorno alla polvere della terra, alla morte che ci aspetta alla fine della nostra vita; e durante il cammino la lotta contro il male che ci affronta e contro il quale non possiamo vincere con le nostre proprie forze, questa è la nostra condizione come uomini, così come ce lo rivela il racconto del Paradiso".
Il Nuovo Testamento non vede diversamente il potere del maligno che sulla terra affronta gli uomini ogni giorno. In effetti il Nuovo Testamento ci mostra questo potere in maniera ancora più impressionante del racconto del Paradiso terrestre. Così, se nel primo libro della Bibbia incontriamo il maligno come un serpente che entra nel cuore dell'uomo, nell'ultimo libro della Bibbia (cfr. Ap 12,3-8; 20,1-3 e 7-10) appare come un mostro del mondo, che trascina con la sua coda la terza parte delle stelle del cielo. La storia dell'umanità costituisce una battaglia contro questo potere. San Paolo gli attribuisce come domini il regno dell'aria, cioè tutte le atmosfere che circondano il nostro mondo (Ef 6,12: "La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti", cioè contro tutto l'esercito delle tenebre). Proprio Gesù situa il mondo dentro i domini di influenza e potere di Satana, che chiama "il principe di questo mondo" (Gv 12,31; 14,30; 16,11).
Questo è realmente un giudizio tremendo della vita umana e del mondo. Però adesso prosegue la fase confortante: qualcuno è venuto a conoscenza della nostra situazione: la porta chiusa dietro di noi, avanti la morte e contro di noi il potere delle tenebre. Egli ha visto le nostre condizioni e le ha prese molto seriamente; e ha accettato con tutta la responsabilità la missione affidatagli dal Padre Celeste di combattere questa battaglia contro le tenebre e portarla a termine, Lui, il secondo Adamo, Gesù Cristo.
Egli ha vinto questa battaglia contro il potere delle tenebre, come nella tentazione del deserto (cfr. Mt 4,1-11; Mc 1,12-13;Lc 4,1-13), quando ha scacciato i demoni (cfr. Mt 8,16; Mc 1,23-27; 3,11; 5,8; Lc 6,18) e finalmente, e soprattutto, - a dispetto dell'apparente sconfitta per la sua sofferenza e morte - nella sua resurrezione gloriosa. In tutta l'opera di Cristo, nella lotta contro il potere delle tenebre, anche gli angeli buoni svolgono un importante ruolo, dall'incarnazione e la nascita di Gesù Cristo fino alla resurrezione e l'ascensione al cielo; sono i compagni di Cristo, i suoi messaggeri, testimoni e combattenti, coloro che potevano aiutare - secondo la profezia nel cosiddetto protovangelo (cfr. Gn 3,15) essi ricevettero i primi padri dopo la caduta - a schiacciare la testa del serpente diabolico. Se gli angeli avevano un ruolo così trascendentale nella vita del secondo Adamo, non potremmo anche pensare che apparsero nella vita del primo Adamo, a prescindere dai due contatti menzionati nella Sacra Scrittura (la caduta e dopo l'espulsione dal Paradiso)? Chissà se hanno ragione alcuni scritti apocrifi (La vita di Adamo ed Eva, Il testamento di Adamo, L'Apocalisse di Mosè etc.) quando raccontano in modo quasi unanime che Adamo, il primo uomo, sapeva dell'esistenza degli angeli e che delle volte gli apparivano. A mo di illustrazione, presentiamo alcuni esempi di questo aspetto: nella Vita di Adamo ed Eva, opera conosciuta e letta in tutto l'Occidente cristiano del medioevo, del quale esiste un manoscritto del 730, si racconta in primo luogo della penitenza che i primi padri si imposero, poi si narra che Eva non perseverò in questa penitenza liberamente accettata poiché fu tentata di nuovo dal diavolo. In seguito si lamenta del diavolo e racconta così la sua caduta:
"Oh Adamo, la mia inimicizia, la mia invidia e il mio dolore sono contro di te, perché a causa tua fui espulsa, privata della gloria che avevo con gli angeli del cielo e per causa tua fui cacciata sulla terra". E Adamo disse: "Che cosa ti ho fatto? Qual è la mia colpa? Perché ci perseguiti? Per caso fosti dannata o ferita per causa nostra?". Il diavolo rispose: "Cosa dici tu Adamo? Per causa tua fui condannato, espulso dal coro degli angeli. Quando Dio soffiò su di te l'alito della vita e la tua faccia fu creata secondo l'immagine di Dio e a sua somiglianza, allora Michele mi portò lì e mi ordinò di venerarti davanti al volto di Dio. Così Dio comandò: "io ti ho creato, Adamo, davvero secondo la mia immagine e somiglianza" e Michele subito dopo chiamò tutti gli angeli: "venerate l'immagine di Dio così come Dio la manda" e Michele fu il primo che la venerò. Dopo mi chiamò e disse: "venera l'immagine di Dio!" Però io risposi: "io non ho bisogno di venerare Adamo". Quando Michele insistette io, Adamo, gli dissi: "perché insisti? Non vado venerare colui che è più giovane e inferiore a me. Io sono stato creato prima di lui, pertanto lui dovrebbe venerarmi". Quando gli altri angeli che erano sotto il mio dominio ascoltarono queste parole, non vollero venerarti. Allora, ancora una volta disse Michele: "venera l'immagine di Dio! Se non lo fai Dio, il Signore si irriterà a causa tua". Io risposi: "Se Lui si arrabbierà con me, allora collocherò il mio trono sopra le stelle del cielo e sarò uguale all'Altissimo". E Dio, il Signore, si arrabbiò a causa mia e mi condannò; della nostra gloria fui privato insieme con i miei angeli e fummo cacciati dalle nostre abitazioni celesti verso questo mondo, espulsi verso la terra per causa tua. E subito diventammo tristi perché ci vedevamo privati di tanta grande gloria e vedere te così allegro ci rese ancora più tristi. Quando convinsi tua moglie e la portai là, tu fosti privato della tua allegria e della tua gloria per causa sua, così come io fui privato della mia gloria". Quando Adamo ascoltò il diavolo dire queste cose, esclamò lamentandosi: "Oh Signore, mio Dio, la mia vita è nelle tue mani. Allontana da me questo nemico che cerca di distruggere la mia anima e dammi la gloria che lui ha perso!". Immediatamente il diavolo scomparve. E Adamo perseverò nella sua penitenza. E Adamo pregò il Signore per Eva (che non aveva perseverato nella sua penitenza). Allora si collocarono alla destra e alla sinistra di Eva 12 angeli e due Potestà. E Michele, che stava alla sua destra, sfiorò il viso di Eva e il suo petto e le disse: "Benedetta tu sia, Eva, grazie ad Adamo. Poiché le sue preghiere e orazioni sono così piene di fervore, io fui inviato a te per aiutarti".
Nell'Apocalisse di Mosè, Eva racconta ai suoi figli della sua caduta. Inizia il suo racconto così: "Il serpente era appeso fra i muri del Paradiso. Quando arrivarono gli angeli di Dio per adorarlo, Satana assunse la forma di un angelo e benedisse Dio come gli altri angeli. E si sporse al disopra della parete in modo che io lo vidi sotto forma di un angelo". Dopo si racconta la caduta dei primi Padri esattamente come nella Genesi, anche se in maniera più viva e colorita. Ma più avanti Eva spiega:
"Dopo la caduta Adamo mi disse: "Tu, donna cattiva, che hai fatto? Mi hai allontanato dalla gloria di Dio". E contemporaneamente sentivano l'arcangelo Michele suonare la sua tromba e gridare agli angeli: "Così dice il Signore: venite con me in Paradiso e ascoltate la sentenza che sto per dare ad Adamo!". Quando ascoltammo suonare l'arcangelo pensammo: "guarda, Dio arriva in Paradiso pregiudicarci". Perciò ci spaventammo e ci nascondemmo. Allora Dio arrivò in Paradiso nel carro dei cherubini e gli angeli si misero a cantare".
In seguito appare con grande profusione di immagini il giudizio di Dio sopra i primi padri. Dopo la sentenza di Dio, l’Apocalisse di Mosè prosegue:
"Dopo aver detto questo, ordinò ai suoi angeli di cacciarci dal Paradiso. Quando fummo cacciati lamentandoci, vostro padre Adamo supplicava gli angeli così: "Datemi un po' di tempo perché implori Dio, perché Lui è tanto compassionevole, che abbia pietà di me perché ho peccato solo io". E quando questi continuavano ad espellerlo Adamo in lacrime: "Perdonami Signore per quello che ho fatto!". Allora il Signore replicò ai suoi angeli: "Perché tardate a cacciare Adamo dal Paradiso? Sono stato Io a peccare o a giudicare male?". E gli angeli caddero a terra e adorarono il Signore: "Tu sei giusto o Signore, e giusti sono i tuoi giudizi!". E dirigendosi verso Adamo Dio disse: "A partire da adesso non sarai più ammesso in Paradiso". E subito Adamo rispose: "Signore dammi da mangiare dell'albero della vita prima che sia espulso". Il Signore replicò ad Adamo: "Adesso non puoi più ricevere nulla dall'albero, perché i cherubini con la spada in fiamme hanno ricevuto il compito di proteggerlo da te, per evitare che tu mangi di esso e così che tu non sia più immortale, d'ora in poi dovrai lottare contro il nemico che ti ispirò. Però se una volta fuori dal Paradiso eviti di fare del male, poco prima di morire io ti resusciterò nel tempo della risurrezione, e allora mangerai dell'albero della vita, affinché diventi immortale per tutta l'eternità". Il Signore, dopo aver detto questo, ordinò di cacciarci dal Paradiso, però vostro padre Adamo pianse davanti agli angeli che erano alle porte del Paradiso. Allora gli angeli gli chiesero: "Che cosa dobbiamo fare per te Adamo?". Vostro padre rispose agli angeli: "Ebbene, cacciatemi! Vi supplico soltanto: permettetemi di portare le fragranze del Paradiso, perché dopo essere uscito possa offrire un sacrificio a Dio e Dio mi ascolti!". In seguito gli angeli si riunirono attorno a Dio e dissero: "Dio, eterno Re, dacci il permesso di dare ad Adamo incenso fragrante del Paradiso!". E Dio ordinò ad Adamo di avvicinarsi per prendere le spezie aromatiche del Paradiso e anche semi per il suo sostentamento. Gli angeli gli permisero di raccogliere le spezie: zafferano, tuberosa, cannella e poi sementi per il sostentamento. Con queste Adamo uscì dal paradiso. E arrivammo sulla terra. Adesso, bambini, vi ho rivelato come fummo sedotti; state attenti a non allontanarvi dal bene!".
In seguito, l'Apocalisse di Mosé, continua con il racconto dell'ultima volontà di Adamo e la sua morte. Alla fine Adamo recita una preghiera di pentimento che corrisponde quasi al Confiteor della nostra liturgia occidentale: "Peccai, o Dio, peccai, Padre dell'universo, peccai contro di te, contro i tuoi angeli eletti, contro i cherubini e i serafini, contro il tuo trono imperturbabile, peccai, Signore, peccai molto, e tutto il peccato arrivò attraverso di me alla creazione". Continua la supplica di perdono per Adamo da tutto il mondo degli angeli:
Gli angeli si prostrarono e adorarono Dio, essi acclamavano e imploravano: "Dio santo, perdonalo, perché lui è tua immagine e la creatura delle tue sante mani!". Dio concesse il perdono ad Adamo: "Osserva", e toccò la tromba di uno degli angeli e tutti gli angeli che stavano prostrati si alzarono ed esclamarono: "Benedetta sia la gloria del Signore da parte delle sue creature, perché Lui ha avuto compassione di Adamo, del prodotto delle sue mani!". Dopo che gli angeli così esclamarono, arrivò uno dei serafini con le ali, prese Adamo e lo portò al lago acherontico, lo lavò tre volte e lo condusse davanti a Dio. Rimase prostrato tre ore. Allora il Padre dell'universo, seduto sul suo trono, stese la sua mano, alzò Adamo e lo consegnò all'arcangelo Michele con queste parole: "Elevalo verso il paradiso, fino al terzo cielo, e lascialo lì sino al grande e terribile giorno del progetto che voglio realizzare con il mondo!" E l'arcangelo Michele condusse Adamo lì dove Dio gli aveva ordinato. E tutti gli angeli cantarono una lode angelica, meravigliati per questo perdono che era stato concesso ad Adamo.
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