IL SIGNORE CI GUARISCE NEL CORPO Di Cosimo Cicalese |
escrito por Amministratore | |
mercoledì, 16 de ottobre de 2019 | |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions L’editrice Segno di Udine ha stampato la raccolta di preghiere di guarigione fisica a cura di don Marcello Stanzione intitolata “ Il Signore ci guarisce nel corpo”. Durante il ministero di Gesù in Palestina, le guarigioni fisiche facevano parte dei miracoli di ogni giorno. Tutti i quattro Vangeli sono un'interminabile catena di prodigi terapeutici di Gesù che guarisce gli ammalati (lebbrosi, storpi, ciechi, zoppi, ecc.).
Le guarigioni individuali operate dal Maestro sono venti e quelle collettive sono cinque. Gesù guarisce tutti i giorni ma specialmente nel giorno sacro che è il sabato. ... E' interessante poi la metodologia di Gesù, alcune volte egli tocca il malato e gli impone le mani, altre volte come nel caso dell'emorroissa egli non tocca ma è toccato, altre volte ancora, Gesù guarisce con il solo comando a distanza come per il figlio del centurione. Altre volte Gesù usa un gesto sacramentale come quando unge con la saliva ed il fango gli occhi del cieco dalla nascita e la manda a lavarsi alla piscina di Siloe. Nei Vangeli non compare mai che Gesù utilizzi l'olio per guarire, invece, San Marco ci parla dell'uso che ne fanno gli apostoli nella loro prima campagna di evangelizzazione: "E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano" (Me 6, 12-13). Mons. Jaramillo afferma che Gesù non usa l'olio per le guarigioni fisiche perché in quell'epoca, l'olio veniva usato per qualsiasi genere di malattia e poiché Gesù era il Signore, era opportuno che la sua signoria risaltasse e non fosse offuscata dall'impiego di olio, al quale alcuni avrebbero potuto attribuire l'efficacia della guarigione. Sempre Mons. Jaramillo sottolinea che Gesù ha lasciato l'olio come materia del sacramento dell'Unzione degli infermi e San Giacomo, nella sua lettera scrive: "Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con l'olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati" (Gc 5, 14-15). I Vangeli affermano chiaramente che Gesù mandò i dodici ed i settanta a proclamare il Regno di Dio e a guarire: "Predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt 10, 7-8). Secondo l'evangelista Marco, Gesù risorto disse ai suoi discepoli: "E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno" (Me 16, 15-18). Un segno simbolico molto usato da Gesù per guarire è l'imposizione delle mani, è interessante sapere che uno dei modi con cui l'Antico Testamento chiama lo Spirito Santo è "la mano del Signore". Nel libro del profeta Abacuc la mano del Signore è anche la potenza del Signore (Ab 3, 4) per cui quando i cristiani con fede impongono le loro mani sugli ammalati, lo Spirito e la potenza del Signore si serve di queste mani per liberare e guarire. L'evangelista San Luca ci parla di una donna storpia: "Gesù la vide, la chiamò a se e le disse: Donna, sei libera dalla tua infermità, e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio" (Lc 13, 12-13). L'imposizione delle mani è raccomandata da Cristo in persona: "E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono... imporrano le mani ai malati e questi guariranno" (Me 16, 17-18). Anche San Paolo si serviva dell'imposizione delle mani per le guarigioni fisiche, a tale riguardo nel libro degli Apostoli si legge: "Vicino a quel luogo, aveva i suoi possedimenti il governatore dell'isola, un certo Pubblio. Egli ci accolse e ci ospitò per tre giorni con grande cortesia. Un giorno il padre di Pubblio si ammalò di dissenteria ed era a letto con la febbre alta. Paolo andò a visitarlo, stese le mani su di lui e lo guarì (At 28, 7-8). L'imposizione delle mani è anche un gesto "fisico" di compassione e di comunione fraterna che fa sperimentare all'ammalato il "calore amoroso" di chi prega per la sua guarigione fisica. Dai racconti di guarigione fisica del Nuovo Testamento apprendiamo che tali miracoli si applicano a qualsiasi genere di malattie, da quelle di modeste gravità a quelle assai gravi come la lebbra, dalle condizioni croniche a coloro che si trovano in punto di morte. Il primo passo nella guarigione è la voglia forte di guarire, sembrerà strano, ma per molti avere una malattia è un modo per evitare scelte e responsabilità. Il desiderio di guarigione necessita anche in coloro che assistono l'ammalato. Il secondo passo, è l'impegno deciso ad affrontare gli eventuali impedimenti alla guarigione fisica che possono essere peccati non espiati, odio verso persone, una vita non igienicamente sana, guarigioni ottenute attraverso il coinvolgimento con l'occulto. La preghiera di guarigione fisica non disprezza o minimizza l'attività dei medici e degli ospedali, il capitolo 38 del libro del Siracide loda i medici, ci ricorda che ogni guarigione viene sempre da Dio. La preghiera di guarigione fisica è più opportuna farla attraverso un'equipe comunitaria, perché in tal modo si realizza una più grande abbondanza di carismi e si evita il pericolo sempre presente dell'orgoglio di chi potrebbe sentirsi dispensatore esclusivo della potenza guaritrice di Dio. Riguardo poi alla domanda su chi sia abilitato ad esercitare la preghiera di guarigione il padre Me Nutt scrive: "Io credo che ogni cristiano possa essere potenzialmente adoperato per operare una guarigione. Chi guarisce è Cristo, e dal momento che Egli, il Padre e lo Spirito Santo risiedono in ogni battezzato, essi possono al momento opportuno operare attraverso le preghiere di qualsiasi cristiano": "Tutto è possibile a chi crede" ha detto Gesù (Mt 9, 23). Siamo tutti invitati a pregare per ottenere le guarigioni. In particolare siamo chiamati a pregare per quanti ci sono in qualche modo più vicini: Dio adopera le preghiere fatte dai genitori per i figli, quelle fatte dal marito per la moglie e viceversa. Anche gli amici posseggono un particolare legame di amore, che Dio utilizza per ottenere la guarigione, quindi essi pregano a vicenda. I ministri e i sacerdoti, data la loro posizione di guide della comunità cristiana e di consulenti, posseggono un dono speciale della guarigione connesso con il loro ufficio. In particolare il sacramento della penitenza e quello dell'unzione degli infermi fanno del loro ufficio sanante una parte della vita liturgica delle chiese sacramentali. René Laurentin, senza peli sulla lingua, ha affermato: "Il disamore e l'abbandono da parte della Chiesa, della sua funzione terapeutica specifica hanno accreditato la medicina parallela, che prolifera sotto tutte le forme. Lo stesso problema si pone per la diserzione del consiglio spirituale e del confessionale, che ha convogliato unilateralmente tante persone verso la psicanalisi e la psicoterapia. E' increscioso soprattutto che in questo nuovo stato di cose, gli uomini di Chiesa abbiano abbandonato puramente e semplicemente, per mancanza di fede o di immaginazione, la funzione che era loro propria". Dopo il Concilio Vaticano II la preghiera per gli ammalati, è diventata una delle attività più caratteristiche dei gruppi del Rinnovamento carismatico cattolico. Scrive il diacono permanente Giuseppe D'Amore: La caratteristica principale della preghiera per l'ammalato nel Rinnovamento, è la fiducia nel potere di Dio di risanare tutti i mali, sia fisici che spirituali, sia curabili che incurabili. Questa fiducia non è frutto di una riflessione teologica, ma di un'esperienza, sia di quella altrui, sia in molti casi, di quella personale, basata sul fatto di essere stati risanati o di avere assistito alla guarigione di altri. Ovviamente, non corrisponde all'esperienza che la preghiera per l'ammalato venga sempre esaudita e che porti ad una guarigione straordinaria. Alcuni coinvolti nel Rinnovamento hanno sperimentato più volte queste guarigioni straordinarie sulle persone per le quali hanno pregato e ciò li rende consapevoli di essere chiamati da Dio in modo particolare al ministero per gli ammalati... [...]. Il fatto di rendersi conto di essere usati di Dio come strumenti delle guarigioni ha indotto alcuni cattolici a creare ed a dirigere nei gruppi di Rinnovamento di tutto il mondo servizi di guarigione accessibili a tutti. Possiamo affermare che oggi sta sempre più riprendendo quota nella Chiesa cattolica il ministero di guarigione che è il cuore del Vangelo e che purtroppo nei secoli scorsi era stato in gran parte trascurato. Il più famoso dei carismatici cattolici, il defunto padre Emiliano Tardiff ha scritto: "Da noi stessi, non siamo capaci neanche di togliere un mal di denti. Ma se preghiamo tenendo gli occhi fissi in Gesù e se, il malato fa la stessa cosa, la potenza di Dio potrà manifestarsi. E così che Gesù continua la sua opera passando attraverso i suoi discepoli. Siamo tutti invitati a pregare per gli ammalati. Il dono di guarigione è proposto a tutti i battezzati. Non è privilegio di nessuno in particolare. E' un servizio per il popolo di Dio. Gesù vuole continuamente guarire passando attraverso i suoi discepoli. Noi possiamo essere tutti aperti a questo carisma dello Spirito Santo. E'il privilegio di tutti coloro che hanno della compassione per i malati e si concedono del tempo per pregare per essi. A tutti coloro che vogliono accettarlo, Gesù lo può concedere. Non aspettiamo di aver ricevuto il carisma di guarigione per cominciare a pregare per gli ammalati perché esso non può venire, come un dono di Dio, se non quando il Signore vede che noi siamo al servizio degli ammalati e già preghiamo per essi". |
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