Nel Vecchio Continente ci sono alcune regioni che, pur non legate al fenomeno del pellegrinaggio, attraggono ugualmente le attenzioni del viaggiatore per la loro storia, la religione, i modi di vivere e il fascino delle arti figurative. Nel cuore dell’Europa centrale, la Boemia subisce in campo religioso l’influsso dei Paesi con cui viene a contatto, da cui importa peculiarità e tematiche. Due elementi si evidenziano principalmente nell’analisi della struttura e delle opere architettoniche di Praga, che ne è la capitale: la presenza dell’oro sulle numerose chiese barocche fatte costruire nel Cinque- Seicento dai monarchi che vi stabiliscono la loro dimora, tutti soggetti all’influsso delle più importanti capitali dell’occidente, e la preminenza delle religioni ebraica e cristiana. ...
L’Ebraismo è vivo e fiorente fino alla seconda guerra mondiale ed è visibile nelle sinagoghe, nei cimiteri e nei ghetti, testimonianza di un passato che si conclude con la Shoah, ma la vita ebraica è presente nelle terre boeme sin dal X secolo e continua ancora oggi, essendo capace di esprimere grandi personalità nei campi della matematica, dell’astronomia, della letteratura e della filosofia. Se ci considera il numero delle chiese presenti nella città, si può dire tuttavia che l’anima del Cristianesimo è di gran lunga preminente nei confronti dell’Ebraismo. Alcuni edifici sacri ricordano nel loro nome personaggi ed episodi avvenuti nella Terra Santa ( Cappella di Betlemme, Monastero di Emmaus, Chiesa della Vergine Maria di Praga), altri si richiamano a località e a fatti del mondo occidentale o interni alla Boemia ( Chiesa si Santa Maria della Vittoria di Praga, in cui è custodito il celebre Bambino Gesù, Basilica di San Giacomo, Chiesa di san Gallo, Chiesa di St. Vorsily). Generalmente si esalta la capitale boema per le strutture gotiche, rinascimentali e barocche dei suoi edifici, ma a un attento esame si comprende che questo bellissimo centro ha radici molto più lontane, soprattutto in ambito religioso. Dopo le invasioni barbariche dei Germania e degli Slavi, la Boemia conosce il Cristianesimo ad opera di Carlo Magno, che la annovera fra le città più importanti dell’impero Carolingio. Il nuovo credo viene diffuso principalmente dai Santi Cirillo e Metodio, due fratelli che, amanti degli studi di filosofia e di teologia, si perfezionano alla suola di Fozio I il Grande. Non meno importanti sono gli insegnamenti di Origine, di san Basilio, di Sant’Adalberto e di san Nepomuceno. Siamo nei secoli di transizione dall’alto al basso Medioevo e i santi ricordati fanno propri gli insegnamenti di Sant’Ambrogio e di Sant’Agostino. Tutti concordano nel fatto che Dio, puro spirito e creatore dell’universo, interviene con sapienza nelle cose del mondo, che per la sua bellezza è un esempio dell’azione divina. Anche gli angeli sono creature spirituali che, dotate di intelligenza e di volontà, contemplano il Sommo Creatore, lo glorificano e aiutano gli uomini nel concepimento del ministero di salvezza. Per questo sono simultaneamente vicini agli uomini e all’eterno Padre e prediligono le altezze dei monti. “ Il diavolo non può arrivare alla beatitudine della contemplazione, alla quale la fede in Cristo conduce quanti sono puri di cuore. Non per questo, però, Lucifero non poté udire la voce di Dio che parlava, come molti uomini che non Gli presentano ascolto” ( Sant’Agostino, Discorso 12). Cristo Salvatore è Redentore di tutti gli uomini caduti nel peccato per la colpa di Adamo e L’Arcangelo Michele è sempre antitetico a Satana che, nella sua superbia, volle essere simile a Dio, dicendo: “ salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, mi farò uguale all’altissimo” ( Isaia 14,13-14). Come sottolinea il presbitero francese Louis-Marie Grignion de Montfort ( 1673-1716), contrapposto alla superbia del Maligno San Michele è simbolo dell’umiltà e della devozione verso Dio, verso Cristo e verso la Beata Vergine, proclamata santa da tutti gli angeli e dall’Arcangelo Liberatore, il quale, “ benché principe di tutta la corte celeste, è il più zelante nel rendere e far rendere ogni sorta di omaggio alla madonna” ( Trattato della vera devozione alla santa Vergine, 8). L’immagine della lotta con il diavolo è presente nella Cattedrale di San Vito, fondata sulle rovine di un’antica rotonda romanica. La costruzione della nuova chiesa, iniziata nel 1344, subisce una lunga interruzione nel corso della guerra dei Trent’Anni ( 1618-1648). Sorto a causa dei contrasti politici, religiosi e sociali esistenti all’interno del Sacro Romano Impero ( i seguaci del protestante Jan Hus, cui è dedicato un grande monumento al centro di Praga, hanno solide radici in Boemia), il conflitto ha inizio con l’episodio della “ Defenestrazione” e termina con la pace di Westfalia, che segna l’inizio di una nuova era negli equilibri tra gli Stati europei. L’edificazione della cattedrale, utilizzata per le incoronazioni delle regine e dei re della Boemia, dura quasi seicento anni, subendo poche variazioni, tali da non modificare il sostanziale stile gotico originario. San Vito conserva i resti di San Venceslao, protettore della Repubblica Ceca, di altri Santi Patroni, dei signori, dei nobili e degli arcivescovi, la parte neogotica della chiesa metropolitana è costituita dalla navata principale, con cappelle illuminate da finestre colorate, e dall’ala settentrionale del transetto. Nel terzo cortile si trova la Porta d’oro, con una bellissima facciata divisa in tre fasce, al centro delle quali si ammira, in mezzo a San Michele ed a un coro di angeli, un bel Cristo Pantocratore; a sinistra compaiono di nuovo l’Antisatana e gli spiriti celesti, che vanno in soccorso delle anime dei morti. Due angeli sostengono l’enorme lampadario sistematico al centro della cupola della nave principali. La cappella di san Venceslao è il centro del culto a San Vito. La splendida decorazione e la diversa concezione dell’architettura non ledono l’armonia della cappella. Il rivestimento in pietre preziose delle pareti e gli affreschi del ciclo della Passione fanno parte della primitiva decorazione del piccolo tempio, arricchito dalle scene della vita del santo protettore, del 1509. Quasi in contrasto decorativo, del Santo Arcangelo esiste nella navata di sinistra, appoggiata ad una colonna e con lo sfondo di una parete non rifinita, anche una bella scultura colorata, illuminata da un bel candeliere a tre bracci; il Maligno giace steso per terra; con l’armatura di guerriero e le ali dorate, il suo Avversario lo colpisce con una lunga lancia. Nel coro della cattedrale, davanti all’altare maggiore si trova il mausoleo reale, circondato da una serie di cappelle gotiche. In alcune di esse sono sepolti i re i Santi Patrono cechi. Costruita tra il 1365 e il 1679, sui resti di una chiesa romanica, la Cattedrale di Santa Maria di Tyn ( Chràm Matky Bozi p ed Tynem), seconda nella capitale per importanza, si presenta con una struttura interna di stile gotico e barocco e con una galleria di opere di epoche varie. Con le due torri alte 80 metri e terminanti in guglie e la navata centrale di 45 metri, su cui, all’esterno, campeggia l’immagine della Vergine con Bambino, la basilica sembra avere la struttura di un castello e acquista un fascino particolare nella piazza della Città Vecchia. La lunetta gotica del portale nord presenta alcuni episodi della passione di Cristo, con al centro la crocifissione. San Michele è scolpito nell’atto di trafiggere il drago su un confessionale appoggiato ad una colonna che introduce al presbitero di una cappella laterale e gli angeli sono rappresentati in un corteo che accompagna la Vergine cui è dedicato il sacro tempio. In una casa adiacente al complesso sacro, in Celetna 3, visse Franz Kafka dal 1896 al 1907. Degne di rilievo sono nella città di Praga le chiese intitolate a San Nicola, sorte la prima nella Piccola Città , la seconda nella Città Vecchia. Con una cupola di 20 metri di diametro ed un’altezza di circa 60 metri, la Kostel sv. Mikulase di Malà Strana è la chiesa barocca più famosa di Praga ed uno degli edifici più preziosi del territorio. Sarebbe arduo fare una descrizione accurata di tutte le parti esterne ed interne, per cui ci limitiamo a segnalare solo l’affresco della cupola: contornato ai quattro angoli da quattro angeli, tra cui l’Arcangelo Michele in lotta con Satana e con la bilancia della giustizia, il dipinto rappresenta la gloria delle anime del Paradiso. Costruita fra il 1732 e il 1737 in sostituzione di una parrocchiale romanica, la Chràm sv. Mikulàse della Starè M sto ( Città Vecchia) poggia su tre cupole coperte in rame verde e si sviluppa in forma di croce greca, con presbiterio poco profondo e bracci ovali. La parte interna si caratterizza per particolari effetti di luce, di cui è simbolo l’ampio lampadario donato dallo zar di Russia, e si fregia di una decorazione di pitture e si sculture molto ricca. L’attenzione del visitatore cade sui due san Michele che, posti di fronte su due lati, introducono a una bellissima cappella dedicata a San Nicola. La scultura di sinistra lo presenta con lo scudo del “ Quis ut Deus” e con la spada sollevata per colpire l’avversario; la statua di destra sostituisce la lama con una lancia, infitta nella bocca del mostro. La figura dell’angelo con la spada e scudo, simbolo della teologia compare anche a sinistra della parte inferiore dell’orologio astronomico; accanto e di fronte a lui quattro personaggi, che rappresentano la morte, la lussuria, la vanità e l’avarizia. All’interno del quadrante centrale vi sono i 12 simboli dello zodiaco, mentre il quadrante superiore determina le posizioni in cielo del Sole e della Luna. In alto vi sono due finestre quadrante, dentro le quali sfilano a gruppi di sei i dodici apostoli. La simbologia è molto più profonda di quella descritta. |