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BENEDETTA RENCUREL E FENOMENI ANGELICI VARI Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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domenica 15 settembre 2019

BENEDETTA RENCUREL E FENOMENI ANGELICI VARIBenedetta Rencurel, ebbe il grande dono di ripetute apparizioni Mariane che durarono per più di 54 anni, dal 1664 al 1718. Benedetta nacque nel 1647 il giorno della festa dell’arcangelo Michele, nel piccolo paese Saint-Etienne, vicino ad Avencon nel dipartimento Hautes Alpes (Francia), da genitori molto poveri. Benedetta morì all’età di 71 anni, dopo una  santa condotta di vita. I numerosi pellegrini, che a Le Laus si raccomandarono alla Vergine, cominciarono presto ad invocare anche Benedetta e a pregare per la sua beatificazione. ...

 

 

 

L’humour è, presso di lei, una forma di buonumore ch’ella condivide anche con l’Angelo! Egli sa che Benedetta preferisce veder la Vergine Maria; così un giorno dell’anno 1700, egli le dice: “Figlia, voi volete sempre vedere qualcosa di buono!... Questa volta voi non vedrete la nostra Buona Madre…”.

Benedetta fa una profonda riverenza e replica: “Se non ho l’onore di vedere la Buona Madre, ho la felicità di vedervi Bel Angelo!”.

Si sa da François Aubin ch’ella dice quindici Rosari ogni giorno e centocinquanta volte le Litanie di Loreto. Non sono semplici recitazioni, poiché come lei lo ripete spesso alle persone che vengono a vederla: la vera preghiera è “nel cuore”.

La sua vita resterà fino alla fine una vita di preghiera. La notte in particolare. La Vergine e l’Angelo le propongono a momenti delle intenzioni per talune persone, per dei morti… o, in maniera più generale per la pace, in modo speciale durante la guerra di Spagna (1701-1713), per la Francia, per il re…

Le esperienze d’ordine soprannaturale ch’ella fa ora da più di quarant’anni, l’hanno cambiata. Le è stato necessario, come l’abbiamo già sottolineato, un equilibrio psicologico straordinario per non cadere in chissà quale delirio mistico. A dire il vero, si possono subire fenomeni tanto destabilizzanti senza ricevere allo stesso tempo la forza di assumerli?

Ricordiamoci come Benedetta appare ai suoi prossimi dopo un’apparizione. Le estasi la lasciano fuori dal mondo… Mette un momento per ritornare. La sua coscienza ha bisogno di quel tempo di latitanza per ritrovare la sua acutezza normale. Il ritorno è più o meno lungo e penoso.

FENOMENI  PARTICOLARI

Nella sua prova in quella notte, gli Angeli le portano un particolare conforto, come fu nel caso dei più forti attacchi demoniaci. Non solamente il Buon Angelo ma molti altri spiriti celesti le appaiono in chiesa, sulla Croce d’Avançon, nella sua stanza… Si producono scene straordinarie.

ELLA CANTA CON GLI ANGELI

1699: siamo ad Ognissanti.

Il giorno è calato.

Benedetta va alla Croce d’Avançon dove si pone in preghiera e cade in estasi. Resta così tutta la notte, che è molto fresca, senza soffrire freddo: il suo corpo non reagisce. Ricordiamoci di Bernadette a Lourdes che, durante un’estasi, non sente il bruciore della fiamma di un cero sulle sue mani.

Quella notte, Benedetta si ritrova in un luogo che non conosce. Migliaia di ceri sono accesi: è la sola precisazione ch’ella da. Degli Angeli sono là. Essi sono numerosissimi. Una moltitudine…

E’ talmente bello, precisa Pierre Gaillard nel suo racconto, ch’ella non sa come descrivere quello che ha visto”.

Gli Angeli cantano le litanie della Passione ed ecco ch’ella si mette a cantare con essi. Un Angelo lancia l’invocazione, gli altri rispondono e Benedetta con loro.

Nello stesso tempo ella sente i profumi di tutti quegli Angeli riuniti e ne è inebriata. La sua felicità è totale.

LA COMUNIONE CELESTE

Il 2 agosto 1700, giorno della festa della Madonna degli Angeli, Benedetta è sola nella chiesa quando scorge due Angeli sull’altare.

Uno di essi prende la parola: “E’ una grande festa oggi, desiderate comunicarvi?”. Benedetta ha l’abitudine, come è d’uso, confessarsi prima di comunicarsi, ora Pierre Gaillard, suo confessore, è a Gap quel giorno.

Come comunicare poiché non vi è nessuno per confessarmi?”, chiede lei.

Uno degli Angeli risponde: “Voi non avete commesso peccato che possa impedirvi di comunicare. Vi darò io stesso la comunione”. E le indica quello che deve fare: “Accendete i ceri, avvicinatevi all’altare, mettetevi in ginocchio e prendete il panno nelle vostre mani”. Benedetta obbedisce.

Eccola ora in ginocchio davanti all’altare. Ella recita il Credo in Dio. Il tabernacolo si apre da se stesso.

Uno degli Angeli va a cercarvi un’ostia e la fa comunicare nel mentre che l’altro rimane in ginocchio, con le mani giunte in un’attitudine di profondo rispetto.

L’Angelo chiude il tabernacolo e le dice: “Spegnete i ceri, poi lasciate la chiesa, ritiratevi nella vostra stanza per pregarvi”. “Bell’Angelo, risponde lei, ora ho tutto quello che mi occorre”.

Quell’episodio che si è chiamato la Comunione dell’Angelo non contiene delle lezioni d’una eterna attualità sulla comunione tra la chiesa del cielo e della terra? Sull’importanza del Credo? Sulla necessità del raccoglimento, del silenzio e della preghiera dopo la comunione?

LA PROCESSIONE DEGLI ANGELI

Lo stesso anno, il giorno di Natale dopo la messa di mezzanotte, allorché ella rimane sola nella chiesa, degli Angeli in grande numero, gli uni vestiti di bianco, gli altri di rosso, entrano in processione. Portano una torcia in mano e cantano il Gloria in latino.

Un Angelo traduce per Benedetta il Gloria a Dio in francese. Gliene spiega il significato. Infine, le ricorda che, se lei non vede abbastanza spesso Maria a suo piacimento, deve avere pazienza.

La processione è preceduta da uno stendardo composto da fiori. Tutti gli Angeli escono dalla chiesa, con la torcia in mano. Benedetta li segue; essi fanno tre volte il giro cantando: “Benedetto sia il Padre celeste che ha scelto questo luogo per la conversione dei peccatori; il Signore benedica tutti quelli e quelle che verranno qui ad adorarlo”.

In quegli anni neri, quel canto suona come un incoraggiamento che va dritto al cuore della veggente.

 
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