MARIA D’AGREDA E GLI SPIRITI CELESTI Di don Marcello Stanzione |
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domenica, 18 agosto 2019 | |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Associati alle operazioni dell’amore divino nell’anima dei mistici, i Serafini non disdegnano pure di compiere altre missioni. Nel 1653, due Serafini intervengono presso la venerabile MARIA DE JESUS D’AGREDA per incitarla a riprendere il suo lavoro di redazione del suo libro Mistica Città di Dio. Abbadessa del monastero dell’Immacolata di Agreda, appartenente all’ordine delle monache concezioniste francescane, Maria Fernandez Coronel Arana divenne Suor Maria di Gesù. La nostra mistica fu una religiosa spagnola nata il 2 aprile 1602 e morta il 24 maggio del 1665 il giorno di Pentecoste, e le sue spoglie terrene restano incorrotte da secoli. E’ in corso per lei, dopo alcune interruzioni, il processo di beatificazione della Chiesa Cattolica che le ha attualmente attribuito il titolo di venerabile. ...
Nata in una pia famiglia, dagli sposi Francesco e Caterina, nacquero quattro figli, e tutti i componenti della famiglia entrarono a far parte dell’ordine francescano: i genitori dunque, dopo la consacrazione di tutti i figli, due maschi e due femmine, decisero di comune accordo di prendere i voti anch’essi, tanto che la loro stessa casa fu trasformata in convento inaugurato l’8 dicembre 1618 e dedicato all’Immacolata Concezione. L’intera vita di suor Maria in particolare fu scandita da malattie, cui si aggiungevano penitenze volontarie come flagellazioni, lunghe veglie di preghiera e digiuni. Ma accanto a queste prove ebbe un’ intensa vita mistica , contrassegnata da estasi, visioni ed esperienze di bilocazione. Queste incredibili vicende furono sottoposte al rigoroso esame dell’inquisizione spagnola che accertò la veridicità di questi fatti straordinari. Di fronte all’ inquisizione suor Maria , fra le innumerevoli grazie di cui fu inondata e dai “ Viaggi” di cui fu protagonista, rivelò di aver avuto il privilegio di essere spettatrice dell’intera vita della Vergine Maria Santissima, dal momento del suo concepimento, alla sua miracolosa ascesa al cielo passando per la dolorosa Passione del Figlio Gesù. La mistica di Agreda, fra le sue numerose opere, a riguardo della Santa Vergine ne scrisse una in particolare, la più famosa chiamata appunto Mistica città di Dio, da cui trarremo alcuni riferimenti che riguardano la santa Madre di Dio e il suo rapporto con gli angeli. La povera monaca è alla sua seconda stesura, essendo stata confiscata la prima versione e gettata nel fuoco da un confessore poco incline ad accordare qualche credito a quello che egli considera come sogni di donna esaltata. San Michele stesso allora aveva pertanto preso sotto la sua protezione – reputata così potente – il lavoro di suor Maria. Ma il confessore è stato più forte dell’arcangelo. L’8 dicembre 1655, Cristo appare alla religiosa in compagnia di due esseri vestiti di luce, che egli presenta come degli spiriti del coro dei Serafini: essi la assisteranno. Ella si scusa dicendo che non vuole più scrivere ma poi finisce col cedere: gli angeli non hanno l’aria di voler scherzare. Ella si siede al suo scrittoio ed il diavolo, che non aspettava che quell’istante, si leva subito per rovesciare il calamaio, strappare la carta, gettare attraverso la cella il modesto mobilio. Pazientemente, la religiosa raccoglie i pezzi, rimette ordine nella stanza, prosegue il suo lavoro. Come il demonio fa finta di accostarsi, i Serafini s’interpongono e con uno sguardo lo bloccano. Infine, laboriosamente, Suor Maria perviene a portare a termine il lavoro di scrittura che le è stato richiesto da Gesù in onore della sua Santa Madre: ella vi si è dedicata per ben due volte. Il manoscritto verrà deposto in luogo sicuro da un nuovo confessore più illuminato del precedente, i Serafini prendono congedo dalla santa monaca, con la stessa cortesia che essi le hanno sempre manifestata. Abbiamo già visto come, per permetterle di redigere in tutta tranquillità la Città mistica di Dio, Gesù l’ha posta sotto la protezione di due serafini: essi tengono a distanza i diavoli che cerano di disturbare il lavoro di scrittura della pia monaca. Accade comunque che ella non pervenga a formulare il suo pensiero, a tradurre le sue visioni. Ella se ne lamenta presso il suo angelo custode e con San Michele. L’arcangelo l’incoraggia, assicurandole che “il mondo, che è stato perduto dalla disobbedienza di Adamo e riscattato dall’obbedienza del Figlio, deve essere salvato anche dalle nostre opere di obbedienza”. Per aiutarla, egli le scopre nuovi segreti della vita del Salvatore e della Vergine, il che le permette di completare, nel 1637, il terzo volume. Quando ha posato la penna, l’arcangelo la appare per dissipare i suoi ultimi scrupoli, “esortandola alla vita perfetta ed annientando in lei tutti i resti del vecchio Adamo”. Tutta consolata, ella può darsi senza riserva all’orazione ed al governo della comunità di cui lei è la badessa. Pertanto, ella deve bruciare il manoscritto nel 1654, su ordine di un confessore poco illuminato. Quando il successivo le ordina, un anno più tardi, di rimettersi di nuovo all’opera, ella è molto scoraggiata, si mostra un po’ reticente. E’ di nuovo San Michele che, con dolcezza, la impegna a rimettersi di nuovo a comporre lo scritto, assicurandole che non vi è affatto, nell’amore, del tempo perduto. Egli le ottiene, per assecondarla nel suo lavoro, un angelo supplementare: questi, uno dei mille che una volta assistettero la Vergine Maria quaggiù, porta sul petto il monogramma della Madre di Dio. La mistica scrive queste parole riguardanti Dio che rivela agli angeli la concezione di Maria e ne destina alcuni alla sua custodia: “ Dio rinnova i decreti riguardanti la Madre di Dio. Motivi che richiedevano la sua esenzione dal peccato originale. Gioia degli angeli a queste manifestazioni. Dio raccomanda la Madonna alle cure e difesa. Desidero di tutti gli angeli di onorare e servire Maria SS. e di essere, se fosse stato possibile, più puri e perfetti per custodirla più degnamente e servirla. La corte della Gran Regina. Dio sceglie 100 angeli per ognuno dei 9 cori a questo scopo. Ne sceglie poi altri 12 che l’ assistano più l’ordinario sotto forma visibile, aventi segni e divisi della Redenzione, e questi sono i 12 angeli visti da S. Giovanni custodire le porte della celeste Gerusalemme, simbolo di Maria Cf. Ap 21,21. Ne scelse altri 18 fra i più alti perché salissero e scendessero per questa mistica scala di Giacobbe con le ambasciate della Regina a Dio e del medesimo Signore a lei , poiché Maria SS. anche nelle più piccole azioni desiderava conoscere il beneplacito di Dio. Dio scelse ancora 70 dei più sublimi serafini, affinché trattassero con lei come gli angeli usano fra loro, parlando a vicenda e illuminando i superiori e gli inferiori. Benché Maria fosse superiore agli angeli per dignità, ne era inferiore per natura e perché viatrice. Questi buoni amici, quando Dio si nascondeva da Lei, come è uso fare coi Santi per loro maggiore merito, la illuminavano e la consolavano ed Ella sfogava con loro il suo amore per il suo tesoro nascosto. Gli latri 10 furono scelti per la maggiore riverenza che in quella occasione mostrarono alla Divinità e Umanità del Verbo, nonché della sua SS. Madre. In totale 1000 angeli. A capo di questa Guardia del Corpo fu scelto S. Michele , il quale, benché non assistesse sempre la sua Regina, spesso però la visitava. S. Gabriele poi doveva essere il suo Angelo custode orinario”. ( CF M. D’AGREDA, Mistica Città di Dio- La vita della Madonna secondo la venerabile Maria d’Agreda, editrice Segno, Udine 2015, 53-54. Secondo la mistica, le scelte dei ruoli di questi angeli nei confronto di Maria SS. furono dettate da criteri che guardavano all’atteggiamento più o meno perfetto degli angeli stessi, di quando ebbero notizia, durante la loro prova, della Rivelazione del mistero dell’Incarnazione, di conseguenza essi erano più o meno vicini alla Vergine santa in base alle loro diverse reazioni allo svelamento del piano di Dio, che in alcuni suscitò vivo entusiasmo per Cristo loro capo e maria Sua Madre, in altri portò stupore vedendo Dio prediligere tanto l’uomo, altri ancora provarono ammirazione per l’eccellenza di Cristo vero Dio e vero uomo e così discorrendo. Suor Maria riguardo l’infanzia della Vergine ci narra: “ Secondo la Legge ogni donna, alla nascita d’una figlia, rimaneva impura per 80 giorni, dopo i quali offriva al tempio un agnello in olocausto e restava purificata. S. Anna, pur non avendone bisogno ( essendo stato il suo parto purissimo) si volle assoggettare ( come farà un giorno anche Maria SS.) alla Legge. Stringendosi al cuore la S. Bambina, si portò dal sacerdote S. Simeone. Una luce celeste illumina la madre e la Figlia e gli angeli di sua custodia intonano canti di lode. la purificazione di Anna servì ad ingannare Lucifero, che si persuase essere ella e la Figlia peccatrici come gli altri” ( Cf. D’AGREDA, Mistica Città di Dio, 72). La mistica da spiegazione, secondo la sua visione, del motivo della purificazione di S. Anna, nei primi giorni di vita della Vergine santa. Leggiamo ancora riguardo gli angeli custodi della SS. vergine Maria: “ Oltre ai 1000 angeli custodi Maria SS. aveva ai suoi cenni molti altri angeli. Aspetto sensibile degli angeli nelle loro apparizioni a maria SS. oltre alle intellettuali e immaginarie. I 1000 angeli le apparivano sotto forma di giovani di poca età ma di inarrivabile bellezza, con corpo celestiale, simili ai corpi gloriosi, come cristalli purissimi e sfavillanti. Alla bellezza univano un’estrema gravità ed un’amabile severità. Le veste erano talari simili ad oro fulgidissimo, intramezzato da vari colori. Sul capo avevano corone di bellissimi fiori, olezzanti celesti fragranze. In mano palme tessute con grande varietà, significanti le virtù che Maria Ss. doveva praticare e le corone che doveva, con tanta gloria conquistare. Sul petto avevano una divisa o sigla 170 serafini che si erano distinti per la devozione al Verbo incarnato, le apparivano sotto la forma vista dal profeta Isaia, con 6 ali: con 2 coprivano il capo con due si coprivano i piedi, con 2 volavano, il suo modo di comunicare fra di loro. . maria si serviva di essi per le sue amba siate e suppliche a gesù per il bene delle anime” ( Cf. D’AGREDA, Mistica Città di Dio, 74-76). L’intera opera è permeata di descrizione fisiche degli angeli e narrazioni di fatti che riguardano il loro rapporto fra realtà celesti e terrene. Gli ultimi riferimenti sugli angeli vengono estrapolati, fra i tanti, che si trovano nel racconto dolorosa passione che la Ss. Madre di Dio patisce in comunione col suo dilettissimo Figlio Gesù Cristo, al quale la mistica suor Maria assistette in maniera prodigiosa, e ci fa sapere che: “ Si slega Gesù e gli si comanda di vestirsi. Uno sgherro, accidentato dal demonio, aveva nascosto la veste, affinché così nudo, andasse cercandola. Maria allora ordinò a Lucifero ed ai suoi di allontanarsi di là e comandò gli angeli di porgere a Gesù la veste e per le forze indebolite Gesù si vestì’ a stento. Dispetto dei demoni quando Gesù abbracciò la Croce, sentirono che il loro impero crollava: vollero fuggire, ma Maria illuminata da Dio, li obbligò a seguire Gesù al Calvario , ove doveva essere completato il trionfo ( eredità di Gesù). ( Viene narrata una sorta di dialogo che Gesù ebbe con Dio Padre al momento della crocifissione, e tale dialogo fu ascoltato nel suo cuore dalla Vergine maria, e successivamente raccontato alla mistica suor Maria), in nome e tuo dispongo della mia ultima volontà umana che è conforme alla Tua. Voglio in primo luogo che sia nominato la mia purissima madre, che costituisco mia erede unica ed universale. Voglio che gli angeli e gli uomini siano suoi e che tutti la servano e i demoni La temono e Le stiano soggetti , e così tutte le creature irragionevoli Le siano sottomesse destina agli angeli il gaudio eterno e vuole servano e onorino la sua Madre quale loro Regina e Signora, questo testamento rimase suggellato nel cuore di maria” ( Cf. D’AGREDA, Mistica Città di Dio, 346. 349.356-357). Riguardo la Resurrezione del nostro unico Signore e Salvatore, Creatore dell’universo, il Figlio di Dio Gesù Cristo, ella ci racconta: “ L’anima di Cristo torna al sepolcro accompagnata dagli angeli in adorazione, e alcuni, per ordine di Maria, avevano raccolto le reliquie sparse da Gesù nella Passione ( sangue, carne, capelli) l’anima di Gesù si riunisce al corpo. Prima che le pie donne giungessero al sepolcro, preoccupate dalla difficoltà di smuovere la pietra, un terremoto scosse il Calvario, e un angelo ribaltò la pietra, tramortendo le guardie . al loro sopraggiungere al sepolcro le guardie erano già fuggite e l’angelo dice loro: “ Non temete… Voi che cercate Gesù crocifisso. E’ risorto, non è più qui. Ecco il luogo ove era stato posto.” Le donne affiancandosi al sepolcro, vedono i due angeli seduti ai lati della tomba, i quali dicono loro: “ Perché cercate fra i morti chi è ormai vivo?” ( Cf D’AGREDA, Mistica Città di Dio, 365. 367. 368). Suor Maria, in conclusione dell’opera , scrive della sua visione beatifica della coronazione di stelle di Maria SS. Madre di Dio e di tutti gli uomini, Regina degli angeli e dei Santi e di tutto il creato. La venerabile suor Maria termina il suo luogo lavoro ringraziando Dio e la Santa Vergine per il privilegio concessole di poter vivere, insieme ai dolori terreni, la visione beatifica dell’intera vita della madre di Dio connessa alla passione di Nostro Signore Gesù Cristo, attribuendo agli stessi ogni merito, e scusandosi se lo strumento di cui Essi vollero servirsi, ovvero lei stessa, fosse stato troppo inadeguato e poco degno di tale miracolo e di tale trasmissione. . suor Maria con grande umiltà dichiara di non essere degna, quindi , di tale privilegio ma si è fatta serva della SS. Vergine Maria e della Chiesa nel raccontare dei suoi miracolosi viaggi e delle sue visioni beatifiche, metterli per iscritto in modo che possano essere trasmessi ai fedeli, con l’augurio che leggendo possa crescere in ognuno la fede nel signore Nostro Salvatore. |
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