Padre Gabriele Amorth: ho visto Padre Pio soffrire come Gesù |
Scritto da Amministratore | |
domenica 18 novembre 2018 | |
L'esorcista ha rivelato di essere un fedele del frate di Pietrelcina. E ha raccontato di due persone indemoniate che Pio non volle liberare Padre Gabriele Amorth ebbe un particolare rapporto spirituale con San Pio da Pietrelcina. Lo si scopre leggendo Esorcisti (edizioni Sugarco). L’autore, Marcello Stanzione racconta, per bocca di Amorth, quando è nato e cosa si sono detti in diversi incontri i due sacerdoti. “Cercava di mascherare le sofferenze…” «Sono stato un fedele di Padre Pio per ventisei anni – spiegava Amorth – Ossia ci andai la prima volta nel 1942, durante la guerra, e gli sono stato fedele fino al 1968. Mi ricordo in particolare due Messe, la prima e l’ultima a cui ho assistito. Un’ora e quaranta minuti è durata l’una, un’ora e cinquanta minuti l’altra. ... La prima Messa in cui lui, all’altare, si vedeva che cercava di mascherare le sue sofferenze in tutti i modi… Aveva questo fazzoletto con cui faceva finta di asciugarsi il sudore – si asciugava le lacrime, piangeva molto durante la Messa, soffriva molto. Vedevo alle volte quando si inginocchiava, nelle genuflessioni durante la consacrazione, quasi sembrava che non avesse la forza di rialzarsi. Ricordo tutto questo insieme di sofferenze che lui cercava di mascherare, e ne trovo la spiegazione nella sua risposta famosa a Cleonice, che gli chiedeva come si trovasse quando era sull’altare: “Mi trovo come Cristo in croce”. Si sentiva crocifisso. Veramente viveva la passione». La “Passione di Cristo” «Noi – prosegue nel suo racconto Amorth – diciamo sempre, ed è teologicamente esatto, che la Messa è il rinnovo della passione di Cristo, incruento; da un punto di vista però del celebrante io direi, per Padre Pio, che ogni volta la celebrazione della Messa era una celebrazione cruenta. Padre Pio soffriva immensamente, riviveva la passione». L’esorcismo di Agnese Il famoso esorcista ha ricordato anche quando, da giovane, conobbe Don Faustino Negrini, anziano sacerdote, già rettore del santuario mariano della Stella, a Concesio, dove è nato Paolo VI, ed esorcista. Don Faustino gli raccontò di un particolare esorcismo compiuto su una donna: Agnese Salomoni. E in questa storia uno dei protagonisti è stato proprio Padre Pio. “E’ la più buona della parrocchia” «Era una ragazzina di quattordici anni, parrocchiana di Don Faustino – afferma Amorth – che fu di colpo posseduta dal demonio. Quando chiedeva al diavolo: “Perché hai preso questa ragazza?”, si sentiva rispondere: “Perché è la più buella persona lì. Così per tredici anni la esorcizzò. Mi portò anche a trovarla, a Ospitaletto bresciano. Fu liberata a ventisette anni». L’arrivo a San Giovanni Rotondo «Durante quel lungo periodo una volta Don Faustino la portò anche da Padre Pio. Fecero un viaggio in automobile da Torbole Casaglia a San Giovanni Rotondo, e fu un viaggio pessimo». L’auto, apparentemente in buone condizioni dava in continuazione problemi. Alla fine, dopo quel viaggio disastroso, arrivarono da Padre Pio. «Il demonio aveva una paura tremenda di Padre Pio. Paura, sempre. però una volta arrivati lì, don Faustino presentò la ragazza a Padre Pio, che si limitò a darle una benedizione; e non accadde nulla. E allora, il demonio felice, durante il ritorno, un ritorno trionfale, senza nessun intoppo, e il demonio faceva le corna verso Padre Pio, come a dire: gliel’ho fatta». L’intuito del frate «Come si vede – evidenzia ancora Padre Amorth – anche Padre Pio non è che tutte le volte liberasse le persone. Il Signore ha dei suoi disegni… Ma io credo che avesse anche una percezione particolare; sapeva, intuiva se una persona indemoniata fosse o no matura per essere liberata. Lo sapeva. Aveva proprio il dono del discernimento. Per cui capiva quella che era la situazione. Magari dava una benedizione, e la persona rimaneva tale e quale. Non succedeva niente». La seconda “non liberazione” dal demonio Non fu il solo esorcismo in cui Amorth riconobbe un “ruolo” di Padre Pio. «Mi ricordo di un’altra signorina, che andò a San Giovanni Rotondo, indemoniata; la sua presenza fece un grande scalpore, ci furono urla, grida e tutto il resto; ma non fu liberata da Padre Pio. Non era ancora ora, evidentemente. Ci sono i disegni di Dio sulle persone». «La liberazione – conclude l’esorcista – il momento della liberazione dipendono da tanti fattori. Da come è iniziata la possessione, per esempio; ci sono persone che ne hanno fatte di tutti i colori, che hanno praticato la magia, o addirittura la stregoneria; persone che sono entrate a far parte di sette sataniche, oppure che hanno compiuto del male verso gli altri, con strumenti malefici, e restano indemoniati; poi magari si convertono, ma per liberare quelle persone lì… ci vogliono anni, anni e anni. Io sono contento se in un caso di media gravità una persona si libera con quattro o cinque anni di esorcismi». Fonte: aleteia.org |
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Ultimo aggiornamento ( domenica 18 novembre 2018 ) |
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