L’UNIFORME E I SIMBOLI DELL’UNIFORME E I SIMBOLI L’ESERITO DELLA SALVEZZA Di don Marcello Stanzione |
Scritto da Amministratore | |
venerdì 07 settembre 2018 | |
Fondatore dell’Esercito della Salvezza fu l’inglese ( 1829-1912), che iniziò il proprio cammino di fede da metodista rinato. L’esperienza della conversione la visse grazie all’incontro con la miseria degli operai e delle loro famiglie. Dopo la sua ordinazione a predicatore metodista, ottenne un grande successo. Si giunse a delle tensioni con la guida suprema della sua Chiesa , che non voleva far nascere alcuna attività missionaria al di sopra delle comunità e assemblea trovarono posto in tendoni e sale, dato che le chiese metodiste gli rimasero interdette. La retorica tipicamente marziale dell’Esercito della Salvezza deriva dal suo fondatore e primo “ generale”. Egli organizzò le missioni come compagne militari. I salutisti, che si autodefinivano oltre che così anche “ soldati di Cristo”, ricevettero tutti uomini e donne un’uniforme. In una liturgia essi professano la propria “ promessa-giuramento”. La loro rivista più importante si chiama The War Cry ( il grido di guerra). ...
In tale spirito guerriero il gruppo venne dunque chiamato, a partire dal 1879, ufficialmente Salvation Army ( esercito della salvezza). Il loro motto suona: sangue e Fuoco e allude al sangue di cristo e al fuoco dello spirito Santo. Il salutista rinuncia all’alcol e cerca di spingere anche altri all’assistenza; egli evita i divertimenti mondani, in modo da divenire un modello positivo per le persone che si tratta si salvare. Il salutista deve affiancare il processo di conversione di quanti non sono ancora redenti. Alla conversione mira in definitiva anche l’impegno sociale. Secondo un piano integrato, nelle stazioni missionarie venivano istituite anche delle opere sociali. Fu in particolare il bene spirituale e materiale dei proletari nei quartieri operai britannici che assunse un aspetto centrale nell’impegno della comunità. Spesso derisi, è proprio in virtù di questo collegamento tra un operoso amore del prossime una congiunta evangelizzazione che i membri dell’Esercito della salvezza sono divenuti famosi ben oltre la loro non certo elevata entità di circa 3 milioni di membri ( mentre in Germania e Italia sono solo poche migliaia). La dottrina dell’esercito della Salvezza conserva la sostanza dell’eredità metodista. La liturgia, celebrata senza i sacramenti classici, è una pura liturgia della parola, che per lo più si svolge senza seguire forme prestabilite. Tipica è la professione pubblica da parte dei neoconvertiti di fronte all’intera comunità, che anche per via dell’essenza del Battesimo si inserisce con difficoltà nel panorama ecumenico, non fa parte del CEC. I salutisti della prima ora iniziarono indossare le uniforme come conseguenza naturale dell’adorazione del linguaggio militare da parte del loro movimento. Indossare l’uniforme mentre si lavora per l’Esercito della Salvezza fornisce ancora oggi diversi vantaggi. Essa dice all’osservatore che la persona che la indossa è un cristiano professante pronto a fornire aiuto pratico o spirituale sia personalmente sia mediante la chiesa di cui è membro. L’uniforme permette anche di essere riconosciuti e accettati come rappresentanti dell’Esercito della Salvezza in ogni circostanza e in situazioni difficili o pericolose l’uniforme può offrire a chi la indossa un certo grado di protezione. Inoltre offre ai salutisti la sensazione di comunicare quando si incontrano e aiuta e ricordarsi di vivere coerentemente con la professione di fede fatta al momento dell’arruolamento. La bandiera Gli stessi motivi che portarono all’adozione dell’uniforme, spinsero i primi salutisti ad adottare una bandiera. La bandiera, infatti, fu creata per simboleggiare gli aspetti centrali della fede cristiana e, in quanto tale, è un simbolo trinitario. La bandiera è costituita da una cornice blu, all’interno della quale vi è un rettangolo rosso con al centro una stella gialla. Sulla bandiera compare anche il motto dell’Esercito “ sangue e Fuoco” e il nome del Corpo e dell’istituzione nel quale si trova. I colori rappresentano rispettivamente: la purezza di Dio ( il blu), il sangue di Gesù Cristo ( il rosso) e il fuoco dello Spirito santo ( il giallo). La bandiera non è un oggetto, ma è tenuta in alta considerazione per il suo profondo significato spirituale. Lo stemma Lo stemma dell’Esercito della salvezza, comunemente chiamato “ cesta”, fu creato nel 1878 ed è un emblema che riassume diversi significati. Può apparire su libri e riviste, vestite e gadget, nonché sui muri delle sale di culto. Questo simbolo ha un particolare importanza per i salutisti perché ricorda loro gli elementi basilari della fede cristiana. La “S” al centro sta per “ salvezza”, mentre la croce rappresenta la morte di Gesù. Le spade indicano il combattimento contro il peccato. La forma sovrastante del sole rappresenta il fuoco e la luce dello Spirito santo. La corona ricorda la ricompensa che attende tutti coloro che amano e servono Dio, mentre le parole “ Sangue e Fuoco” rappresentano il motto dell’Esercito Lo scudo Lo scudo rosso, con all’interno le parole in bianco “ Esercito della Salvezza” scritte nelle varie lingue nazionali, rappresenta il simbolo con cui l’Esercito è conosciuto nel mondo. Mentre la “ cresta” è principalmente un simbolo spirituale, lo scudo identifica l’Esercito della Salvezza, tanto da apparire in ogni occasione pubblica, a indicare la presenza dei salutisti. Lo scudo compare all’esterno dei locali di culto e delle opere sociali dell’Esercito, sui suoi automezzi, sugli indumenti. Ogni qual volta si desidera comunicare la presenza dell’esercito, lo scudo fa la sua comparsa. |
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Ultimo aggiornamento ( sabato 08 settembre 2018 ) |
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