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GLI ANGELI NON CATTOLICI Di Leo Talamonti PDF Stampa E-mail
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domenica 05 agosto 2018
GLI ANGELI NON CATTOLICIParliamo dunque, come s’usava fare un tempo, di angeli. Rike, quando scriveva una bella poesia e ne scritte tante non diceva “ l’ho scritta io”, bensì: “ mi è stata donata dagli angeli” e a chi voleva saperne di più, spiegava che non si trattava si “ angeli cattolici”: intendendo forse escludere, con tale espressione, gli angeli che noi chiamiamo custodi. Altri poeti ( non molti) si sono accorti di non essere loro a creare; sapevano benissimo di attingere. Alfred de Musset affermava che per dar vita ai suoi versi gli bastava “ mettersi in ascolto”. Di chi? Oggi si fa un gran parlare dell’inconscio, delle sue facoltà creative. Certo, certo; ma l’inconscio l’abbiamo accennato all’inizio del libro non è solo uno strumento che inventa; è anche una via, un transito che si apre per ricevere ispirazioni “ aliene”. ...
 
Pirandello usava dire: “ Il fatto è che la maggior parte di quello che scrivo io, non l’ho pensato, mi viene dettato. Da chi poi?”. Ed alzava le spalle. Un altro personaggio che per sua espressa ammissione aveva a che fare con gli angeli era John Dee, passato alla storia non tanto per le sue pur notevolissime scoperte matematiche, ma per essere stato il consigliere della regina Elisabetta d’Inghilterra. Dai suoi “ commerci angelici” ricavava ispirazione matematiche, fisiche, geofisiche di prim’ordine, ed anche qualche lume sul futuro. Fanno dunque anche questo gli angeli? E perché no. Angeli custodi a parte, le entità angeliche che frequentano gli uomini non appartengono tutte alla zona buia, come quelle che per divertirsi alle spalle dell’ingenuità umana, parlano per bocca dei medium spiritici o dei contattisti. Ve ne sono che  hanno un atteggiamento distaccato, ma non ostile; altri che si mostrano amichevoli e solidali con l’uomo. Se così non fosse, non si spiegherebbero tante cose: certi sporadici fatti di ispirazione, protezione, messa in guardia , che non rientrano, non sempre, nelle precise competenze degli angeli detti “ custodi”. Intendiamoci : questa è una materia in cui distinzioni troppo nette non si possono fare; bisogna accontentarsi di sapere che l’universo spirituale racchiude anche delle forze benevole, purché non ci illuda di poterle indurre a frequentare i tavoli degli spiritisti, o a manifestarsi in sedute di magia: quelle sono occasioni riservate “ agli altri”. La storia dei grandi personaggi ricorda parecchie situazioni del genere a cominciare da Socrate, il cui daimon assiduo e benevolo lo metteva in guardia regolarmente contro i suoi possibili errori di comportamento o di giudizio; per non parlare dei misteriosi “ assistenti” di Goethe, che gli rassettavano così dice la leggenda la casa. ( nei suoi colloqui con Eckermann, il poeta ha elucubrato parecchio a proposito della parte  che in ogni creazione artista ispirata va riconosciuta all’elemento daimonico: espressione questa che non ha è superfluo precisarlo alcun significato tenebroso.) Gli “ angeli” nel senso di Rilke si impicciano di molte artisti. Ci sono pittori detti “ metapsichici” ( Gasparetto, per dirne uno dei più attuali) che al buio, in pochi minuti, dipingono quadri complessi il cui disegno e significato si rivela allo stesso artista solo dopo  che, riaccesa la luce, capovolge il quadro. Composizione, cioè dipinte a rovescio. Arte ispirata, la chiamiamo; ma qui sorge un dubbio: esiste un’arte autentica che non sia in qualche modo ispirata? E che dire una casalinga di cultura men che elementare una massaia inglese che in età matura smette all’improvviso di occuparsi delle faccende di casa, si mette a scrivere e in pochi giorni dà vita a un luogo poema in inglese arcaico? Una lingua di cui è ovvio non sapeva nulla. In un libro, La mente senza frontiere, abbiamo sviluppato il tema ricchissimo delle “ musiche ricevute in dono”. Pare che il concetto dell’attingere, che si contrappone al pretenzioso verbo creare, si vada facendo strada fra gli studiosi. In un articolo su Mozart, a firma di un noto psicanalista e parapsicologo, abbiamo letto del “ sublime dono” che l’artista “ aveva ricevuto da non si sa quali  eccelse e celestiali istanze”. E che dire delle stupende sonate composte dal Rossini dodicenne” E dei calciatori mentali, capaci di risolvere all’istante problemi ( non solo aritmetici) di una complessità che sconcerta? Come è irrazionale, tutto questo; ma come è vero. Come si vede, a poco a poco il discorso ci ha portato lontano: dagli spiritelli malevoli e molesti a quelli amichevoli e sodali con l’uomo . prima ancora, in altri capitoli, s’era parlato di spiriti prepotenti e invasori, capaci di sopprimere per poco o per molto tempo la personalità di soggetti dalle deboli difese della volontà e della mente ( da  intendersi, peraltro, come istanze operanti al di sotto della coscienza). Una gamma davvero sterminata. Molto di ciò che l’uomo compie, in bene o in male, è dovuto all’influsso, alla sollecitazione di forze spirituali estranee; ed è quando dire: angliche. Prendiamo il caso di Gerolamo Cardano, il medico e matematico che commerciava parecchio, anche lui, con entità immateriali. Sarà stato del tutto suo, il merito di aver scoperto le formule risolutive delle equazioni di terzo grado? E chi lo aiutava a vincere le memorabili sfide con i matematici rivali? Gli ufologi preferiscono attribuire a improbabili extra terrestri la sapienza geodetica, astronomia, urbanistica che esplose ( per cos’ dire) all’improvviso in seno a popolazioni quanto mai primitive: le culture incaiche e preincaiche; gli autori dei mastodontici disegni di Cuzco; i costruttori di Stonehenge. Noi crediamo invece che il mito di Prometeo, e quello del centauro Chirone, e altri più o meno simili che hanno attecchito in territori lontani del globo, si possono interpretare su altre basi: in termini, appunto, “ angelici”; o, se la parola non piace, di entità, di aldila; ma è bene aver presente che le manifestazioni più appariscenti, le più frequenti, non sono purtroppo, quelle piacevoli e garbate. Ora, una considerazione. La parola angelo, nell’uso corrente, si è allontanata un po’ dal significato etimologico originario, che è quello di “ messaggero”; eppure era ed è il più pertinente. In bene o in male, l’uomo deve molto ai “ messaggeri”! In tale quadro globale, l’idea che si presenta è di due schieramenti contrapposti , nel cui mezzo sta l’uomo: povero essere potenzialmente angelico, ma sempre in pericolo di cadere in definitiva prigionia delle forze avverse. Purtroppo sono queste ultime a manifestarsi in maniera ben più vistosa e frequente. Questo quadro trascura forse una variabile. Secondo un teologo dell’università di Lavanio monsignor Lucien Cerfaux c’è, tra i due schieramenti, un terzo gruppo di aneli “ indifferenti o ignari” che non sarebbero stati ancora giudicati: lo saranno alla fine dei tempi. Come dire: sono qui in prova, poi si vedrà. E’ una supposizione assai suggestiva, alla luce di quanto siamo andati esponendo. Resta un serio problema quanto meno per chi crede in queste verità. Come distinguere i messaggeri buoni da quegli altri, dal momento che questi ultimi si presentano a volte, e fin troppo spesso, sotto le mentite spoglie della luce? O mascherati da defunti a noi cari, o in veste di pedagoghi illuminati? Bisogna giudicarli dai frutti, è chiaro; ma se i frutti tardano a mostrarsi? C’è un dono dello spirito Santo che oggi sembra scarseggiare, ma ognuno può chiederlo, se vuole: si chiama “ discernimento degli spiriti”. Quanto a chi non crede, non c’è che da ripetere, con Bernard Shaw, questa sua arguta battuta: “ Non capisco perché chi crede a cose invisibili come gli elettroni, non è capace di credere agli angeli”. 
 
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