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Il sogno di Giuseppe, dove Dio parla. Di Fabio Piemonte PDF Stampa E-mail
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lunedì 02 aprile 2018
Il sogno di GiuseppeCome per i grandi profeti, anche Giuseppe confida sempre nell’Altissimo e si dispone alla sua visita anche durante la notte. Ecco perché «il suo sonno non era quello del vigliacco o dell’indifferente che si addormenta egoisticamente nell’incoscienza di tutto, ma era quello dell’uomo di Fede che sa che nulla giunge che Dio non l’abbia voluto o permesso. Il libro di don Marcello Stanzione
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«“Io amo molto san Giuseppe, perché è un uomo forte e silenzioso. Sul mio tavolo ho un’immagine di san Giuseppe che dorme. E mentre dorme si prende cura della Chiesa! Sì! Può farlo, lo sappiamo. E quando ho un problema, una difficoltà, io scrivo un foglietto e lo metto sotto san Giuseppe, perché lo sogni! Questo gesto significa: prega per questo problema!”. Con queste parole, il pomeriggio del 16 gennaio 2015, papa Francesco, di fronte alle famiglie riunite nel Mall of Asia Arena di Manila, ha parlato della sua devozione a san Giuseppe e di quella statua del santo dormiente che si trova in un cassettone a fianco della piccola scrivania, nel suo studio della Casa Santa Marta, dove papa Bergoglio ha deciso di abitare dopo la sua elezione».

Si apre con questa nota biografica di Papa Francesco il recente volume La devozione a San Giuseppe dormiente di Marcello Stanzione (Segno Edizioni, pp. 202, €15), uno dei massimi esperti di angelologia a livello internazionale, dedicato al culto e alla venerazione del padre putativo di Gesù e del patrono della Chiesa universale.

«In ebraico, Giuseppe vuol dire che ‘Dio faccia credere’ o ‘affinché Dio aumenti, aiuti’». La sua figura di custode della Santa Famiglia è fondamentale nell’economia del disegno salvifico del Padre, come rileva acutamente San Bernardo di Chiaravalle: «Fu necessario che Maria fosse sposata a Giuseppe. Nulla di più saggio e di più degno della Provvidenza divina. Con un solo atto è ammesso un teste ai segreti celesti, ne è escluso il nemico, si conserva integro l’onore della Vergine».
Come per i grandi profeti, anche Giuseppe confida sempre nell’Altissimo e si dispone alla sua visita anche durante la notte. D’altra parte «nella Sacra Scrittura è chiaramente affermato che i sogni possono anche servire a Dio come strumento di comunicazione con gli esseri umani». Ecco perché «il suo sonno non era quello del vigliacco o dell’indifferente che si addormenta egoisticamente nell’incoscienza di tutto, ma era quello dell’uomo di Fede che sa che ad ogni giorno bastano la sua grazia e la sua pena, che nulla giunge che Dio non l’abbia voluto o permesso e che Dio non vuole o permette niente, in fin dei conti, che per il nostro più grande bene».

È questo il significato profondo della devozione a San Giuseppe dormiente. Infatti «Giuseppe, dopo i sogni con l’apparizione dell’angelo, si rende conto che Dio può creare fatti ed eventi nuovi, che l’uomo deve accettare, perché è possibile realizzarli. Contengono ispirazioni divine che risvegliano in lui l’uomo nuovo, retto e giusto, chiamato ad assumere la responsabilità di essere padre legale di Gesù». Oltre al suo totale abbandono alla volontà di Dio, egli è il servo umile, di cui San Francesco di Sales ha cantato le virtù, in particolare la verginità, la generosità e soprattutto la sua prontezza nel rispondere al comando dell’angelo. Egli «fu sempre anche oltremodo valoroso, costante e perseverante».

Sulla conclusione dei suoi giorni terreni, il drammaturgo spagnolo Lope di Vega in uno straordinario lirico poetico immagina che San Giuseppe sia stato abbracciato da Gesù nell’ora della sua morte: «Dio, seduto accanto a quel giaciglio, incoraggia il morente come un figlio. Giuseppe, che da gran dolore è colto, a quello del suo Dio appressa il volto. Gesù abbraccia quell’infermo amato ed il suo cuore piange addolorato».

San Giuseppe ha potuto così
ricevere una speciale corona di gloria, che gli conferisce il ‘patrocinio’ sulla Chiesa, ossia un potere universale di intercessione. Lo sapeva bene Santa Teresa d’Avila allorquando affermò in proposito: «Ho sperimentato che il glorioso san Giuseppe ci soccorre in tutto. Il Signore vuol farci capire che allo stesso modo in cui fu a lui soggetta la terra – dove san Giuseppe che gli faceva le veci di padre, avendone la custodia, poteva dargli ordini – anche in cielo fa quanto gli chiede».

Nella consapevolezza di tale premurosa, attenta e sollecita intercessione del custode della Vergine per ogni fedele che a lui ricorre, questo volume di don Marcello Stanzione presenta infine anche un’ampia raccolta delle più belle preghiere della tradizione cristiana a San Giuseppe affinché, sulle sue orme, ogni battezzato possa cooperare fedelmente all’opera di salvezza del genere umano realizzata dal Padre per mezzo del suo Figlio.
Ultimo aggiornamento ( martedì 03 aprile 2018 )
 
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