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GLI ANGELI, LA STELLA E LA VOCE INTERIORE Di don Hugo Vincente Occhipinti Gonzales PDF Stampa E-mail
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sabato 02 dicembre 2017
NativitàNel mese di dicembre, le famiglie cattoliche costumano fare in un luogo nobile della casa il presepio di Natale. Pur avendo ognuno la propria peculiarità e bellezza, si compongono tutti di pezzi essenziali atti a ricordare l’eccelso avvenimento della Grotta di Betlemme. In centro, il Bambino Gesù fiancheggiato dalla Santissima Vergine e da San Giuseppe, e tutt’intorno, due gruppi di personaggi molto caratteristici e di importante valore simbolico: i pastori e i Re Magi. A loro Si è manifestato il Bambino Dio in modo diverso, anche se con lo stesso messaggio. Quale sarà stata la manifestazione più perfetta? ...

 
 
Segnali familiari ai suoi destinatari
Una persona con grande spirito religioso obietterà che è stata quella fatta ai pastori, poiché il semplice fatto di immaginare il cielo pieno di Angeli che cantano una musica celestiale basta per lasciare incantata una qualsiasi anima in grado in intendere che cosa significhi ascoltare migliaia di voci angeliche che rompono con il loro canto il silenzio notturno della campagna, in quell’epoca in cui non esistevano fabbriche né motori né alcun altro rumore, se non quello prodotto dagli animali notturni. Tuttavia, chi è più abituato alla considerazione dei fenomeni astronomici darà maggiore importanza alla peculiare stella che guidò i Re Magi. Secondo San Tommaso (Cfr. SAN TOMMASO D’ACQUINO. Somma Teologica. III, q.36, a.7), Dio l’ha collocata non nello spazio siderale, ma nell’atmosfera terrestre, dove essa si muoveva in sintonia con i disegni divini. Un tale straordinario astro risveglierebbe oggi, sicuramente, l’attenzione degli astronomi. Ma a quell’epoca non esisteva luce elettrica, e i parsimoniosi movimenti del cielo stellato erano uno dei più grandiosi spettacoli che l’uomo comune potesse contemplare, senza aver bisogno per questo di allontanarsi molto dalla città, come capita al giorno d’oggi. Ora, come spiega il Dottor Angelico (Cfr. Idem, a.5), la manifestazione per segni deve utilizzare quelli che sono familiari ai loro destinatari. Pertanto, siccome i pastori, essendo ebrei, erano abituati alle rivelazioni angeliche, Dio ha voluto manifestarSi a loro per mezzo degli Angeli. E ai Re Magi, esperti in astronomia, attraverso una stella.

L’impulso di una voce interiore
Quale manifestazione sarà più perfetta: quella degli Angeli o quella della stella? Complichiamo ancora un po’ la questione: sono state soltanto due le manifestazioni del Bambino Dio? San Tommaso (Cfr. Idem, ibidem) sostiene che ne esiste una terza, più perfetta delle precedenti. Si può immaginare che, per essere superiore all’apparizione angelica e alla stella, debba essere stata una scena travolgente; tuttavia, non troviamo nel presepio un terzo gruppo che risponda a questa aspettativa. Quale sarà stato? L’Aquinate continua spiegando che è familiare ai giusti essere istruiti dall’impulso interiore dello Spirito Santo, per mezzo dello spirito di profezia, senza l’intervento di segni sensibili. Ci sono stati due personaggi, due giusti, due profeti che, sebbene non siano rappresentati nel presepio, hanno ricevuto la manifestazione divina, non in modo materiale e visibile, ma in forma più perfetta, la voce della grazia nella loro anima: Simeone e Anna, un anziano sacerdote e un’anziana profetessa. Hanno creduto entrambi ardentemente alla voce interiore che diceva loro che avrebbero visto il Salvatore. Due giusti che, senza segni esteriori nei quali è più facile credere, hanno aderito con la virtù della fiducia a questa mozione che la grazia ha posto nelle loro anime. Questa manifestazione richiede una fede robusta che spera senza vedere, crede senza dubitare, confida contro ogni difficoltà che la promessa si realizzerà. Potremmo affermare che essi sono stati più felici dei pastori e dei Re Magi poiché, avendo tra le loro braccia il Verbo Incarnato, il Bambino Dio, l’hanno visto con maggiore profondità, maggior merito e maggiore gioia.

Sensibilità alla voce della grazia
Dio è sempre in attesa di comunicare con noi, ma, per ascoltarLo, è necessario che le nostre anime rimangano in silenzio, lontano dall’agitazione e dalle preoccupazioni del mondo moderno. Raccolti in preghiera o adempiendo i nostri obblighi quotidiani mentre lo spirito rimane impostato nel soprannaturale, staremo creando le condizioni perché Lui parli nel nostro intimo. Nella misura in cui avanziamo sulla via della virtù, acquisiamo profondità di spirito, la nostra fede s’irrobustisce, e si fortifica la nostra fiducia in Dio. Otteniamo una sensibilità maggiore alla voce della grazia che risuona costantemente nel nostro intimo, e che padre Thomas de Saint-Laurent descrive molto bene all’inizio de Il libro della fiducia: “Voce di Cristo, voce misteriosa della grazia che risuoni nel silenzio dei cuori, tu mormori in fondo alle nostre coscienze parole di dolcezza e di pace” (SAINT-LAURENT, Thomas de. O livro da confiança. Saò Paulo: Artpress, [s.d.], p.9). Chiediamo alla Santissima Vergine Maria, la quale “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2, 19), che ci apra le orecchie dell’anima a questa soave e penetrante manifestazione di Dio dentro di noi.
Ultimo aggiornamento ( sabato 02 dicembre 2017 )
 
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