PADRE PIO UNA VITA FRA TERRA E CIELO. LA BIOGRAFIA SCRITTA DA DON MARCELLO STANZIONE |
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mercoledì, 15 de novembre de 2017 | |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Di Fabio Piemonte “Francesco ha appena 5 anni quando Gesù gli appare di fronte al tabernacolo della chiesa davanti a cui sta inginocchiato e gli pone la mano sulla testa. Da allora le estasi e le apparizioni diventano sempre più frequenti”. Questo particolare biografico non è relativo al poverello d’Assisi, ma a uno dei più grandi santi del secolo scorso che ne ricalcò le orme, Francesco Forgione, a tutti noto semplicemente come Padre Pio. Ne racconta la vita don Marcello Stanzione, uno dei massimi esperti di angelologia, nel suo recente volume Padre Pio. Una vita tra Terra e Cielo (pp. 159, Pagine dell’Arco 2017; disponibile su Amazon in formato per Kindle, € 4, 90). Egli indugia con dovizia di particolari anche su retroscena meno noti dell’esistenza del frate di Pietrelcina, soprattutto in relazione alla sua profonda devozione agli angeli che aveva sin da bambino. Infatti “Francesco plasmava sempre San Michele con una bilancia di paglia in mano”. A chi gli chiedesse perché rappresentasse così il principe della milizia celeste rispondeva: “È lui, San Michele, che dovrà pesare le nostre anime”.
L’autore si sofferma altresì sulla straordinaria obbedienza di Padre Pio ai propri superiori, che manifestò in specie nell’accogliere pazientemente e con spirito d’umiltà anche ordini severi che lo limitarono fortemente nel proprio ministero sacerdotale, sia nel confessionale che nel celebrare la Santa Messa. In relazione a tale periodo il cappuccino scrive in una lettera: “Ho sofferto un mezzo inferno: dico mezzo, perché in mezzo a sì straziante martirio non mi sentivo ancora del tutto disperato”. Il tempo della prova venne vissuto dal frate come una feconda occasione di conversione a Dio nell’agire in conformità al suo Figlio crocifisso. Ed è proprio in questo profondo atteggiamento interiore che si rivela in effetti la cifra della sua santità. Allo stesso modo riguardo alle stimmate, ossia ai segni della passione di Cristo nella propria carne, le accurate relazioni dei medici non sono riuscite a dimostrare che Padre Pio sia un impostore, semmai hanno attestato l’esatto opposto. D’altra parte il fatto stesso che tali stimmate scomparvero miracolosamente il giorno della morte del frate cappuccino costituisce una chiara testimonianza della natura divina del fenomeno. Tra i diversi carismi di Padre Pio c’era anche quello di conoscere la condizione delle anime in purgatorio per poter offrire sacrifici in loro suffragio. Così una volta egli sorprese un fraticello che riordinava in chiesa alcune candele e gli domandò cosa facesse lì vicino l’altare. Il frate gli rispose: “Sto facendo il mio Purgatorio qui. Sono stato studente seminarista in questo convento e ora mi tocca espiare i peccati commessi durante la mia permanenza, qui, perché mancai di diligenza nell’adempiere ai miei doveri in questa chiesa!”. Ben consapevole della preziosità di un dialogo costante con Dio egli si autodefinì a un giornalista come “un povero frate che prega” con una sola ‘arma’ potente tra le mani “per mettere in fuga il demonio e superare le tentazioni, per vincere il cuore di Dio e per ottenere grazie dalla Madonna”: il Santo Rosario. A chi gli rimproverava di stare poche ore nel confessionale, egli replicò con semplicità: “Se io non prego, che cosa do alla gente?”. Era insomma cosciente che i consigli spirituali che dava a chi si rivolgeva a lui non venivano da se stesso, ma dal Signore che egli serviva. “L’Eucarestia era il centro della sua vita. Si alzava nel cuore della notte e cominciava la preparazione alla celebrazione della Santa Messa – racconta padre Eusebio Notte, che gli fu vicino negli anni ’60. Più di una volta il desiderio era tanto grande che mi ha supplicato perché lo accompagnassi all’altare prima dell’ora stabilita. E, quando gli facevo notare che non era quello l’orario fissato per la celebrazione della Messa, mi pregava che lo accompagnassi almeno in sacrestia: la vicinanza con Gesù sacramentato calmava la sua ansia”. Numerose furono poi le sue bilocazioni. Grazie a una di queste riuscì a distogliere dal suicidio il generale Cadorna. Egli, in preda a una grave depressione dopo la disfatta di Caporetto, fu fermato appena in tempo da una voce e da una presenza inattesa mentre stava per premere il grilletto contro di sé. Il 5 maggio 1956 il frate di Pietrelcina inaugurò la sua più grande opera di carità: la Casa Sollievo della Sofferenza, ancora oggi fiore all’occhiello nella cura di gravi patologie. Con il nome di Gesù e Maria sulle labbra, Padre Pio muore il 23 settembre 1968 per conseguire la corona di gloria riservata dal Padre ai suoi servi fedeli. Al suo funerale parteciparono oltre centomila persone. Beatificato nel 1999, fu canonizzato dallo stesso San Giovanni Paolo II nel 2002. La biografia del frate di Pietrelcina di Marcello Stanzione tratteggia pertanto in maniera sintetica ed efficace i principali aspetti della vita di Padre Pio e ne illumina la spiritualità anche mediante un costante ricorso a foto significative rigorosamente in bianco e nero che contribuiscono a restituire al lettore con la forza delle immagini l’essenzialità di una vita interamente spesa per amore di Dio e del prossimo. Fabio Piemonte |
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