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LA MALEDIZIONE DI DIO SULLA PORNOGRAFIA Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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venerdì 01 settembre 2017
Giudizio di DioNella Bibbia le maledizioni sono numerose e di portata diversa. Quando noi sentiamo il peso di una maledizione personale, familiare o sociale dobbiamo cercare le cause che hanno attirato questa maledizione. Se voglio essere liberato da questa maledizione devo scoprirne la causa. Una maledizione non arriva mai per caso. Leggendo con attenzione la Bibbia noi possiamo scoprire la causa di alcune maledizioni. Nel libro del deuteronomio al capitolo 27 leggiamo che arrivando finalmente nella terra promessa, Israele doveva pronunciare dodici maledizioni su se stesso qualora avesse disobbedito a Dio. ...
 
Le maledizioni cadono non solo sull’Israele storico ma pure sul Nuovo Israele che è la Chiesa e sui popoli e le società che sono nell’area della cristianità.
La terza maledizione tra le dodici che si trova nel testo biblico del Deuteronomio è chiaramente contro i rapporti sessuali illeciti o pervertiti. Tra le 12 maledizioni presenti nel libro del Deuteronomio, vi sono anche queste maledizioni contro i rapporti sessuali illeciti o pervertiti. Leggiamo nel Deuteronomio al capitolo 27, versetto 20 e seguenti: “Maledetto chi si unisce con la moglie del padre, maledetto chi si unisce con qualsiasi bestia, maledetto chi si unisce con la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre”. Ogni relazione sessuale contro natura attira una maledizione contro chi sceglie questa via. Ogni atto di impurità sessuale attira la maledizione di Dio. Purtroppo anche l’incesto è più frequente di quello che si pensa. Orbene la pornografia attuale, specialmente quella prodotta in Italia ormai da decenni, in gran parte presenta scene incestuose e siccome è estremamente facile oggi che grazie all’anonimato, bambini, ragazzi,  giovani e adulti  su Internet usufruiscano di siti pornografici c’è il serio pericolo che nel giro di pochissimo tempo ci sia un crollo vertiginoso della pubblica moralità familiare come per secoli è stata pacificamente concepita da credenti come dai non credenti. Tale peccato è ovviamente quanto di più grave possa esistere in questa materia, in qualunque modo sia commesso: attraverso la visione di film, la lettura di libri o riviste, l’imitazione ed emulazione degli atti osceni compiuti dagli operatori di tale infernale settore, il parlarne e il diffonderne in qualunque modo i contenuti. Sappiamo che Padre Pio era oltremodo severo in questa materia non solo, ovviamente, con i protagonisti, ma anche con coloro che anche in modo minimo e accidentale vi cooperassero in qualunque forma. Il santo del Gargano ripeteva che coloro che offendono Dio in tale gravissima materia pagano tutti e pagano caro, anche l’operaio che abbia messo un solo chiodo sul set dove si debba girare una scena a contenuto erotico. Da poco le edizioni San Paolo hanno tradotto dal francese in italiano il libro di Teobaldo Vinciguerra intitolato “ Pornografia . Cosa ne dice la Chiesa”. L’autore del libro, che consiglio vivamente a tutti gli operatori pastorali, dimostra chiaramente che la pornografia, al di là dei centimetri di pelle nuda, persegue un modello ideologico antifamiliare dannosissimo proprio per la massiccia propaganda depravata dell’incesto e scrive testualmente: “ La pornografia, nella sua dimensione libertina ed effimera, si può assimilare a quei “ capi di errori e di corruttele contro la fede coniugale” che denuncia Pio XI in un periodo che esalta “ perniciosi incitamenti all’infedeltà”. E che incita ad essere indulgenti verso le idee e i costumi del nostro tempo che sostengono dover consentire ai coniugi una certa maggior licenza di pensare e di operare, e ciò tanto più che ( come vanno dicendo) non pochi una congenita costituzione sessuale , a cui non possono soddisfare tra gli angusti confini del matrimonio monogamico. Quindi quella disposizione d’animo, per la quale gli onesti coniugi condannano e ricusano ogni affetto ad atto libidinoso con terza persona, appare un’ antiquata debolezza di mente e di cuore o un’ abbietta e vile gelosia.  ( Pio XI, Casti Connubii). Con queste righe del 1930, il papato anticipa e combatte le fumose e oscure teorie del poliamore e la  promozione dell’infedeltà da parte della pornografia. Papa Francesco prosegue nel medesimo solco: “ C’è chi  dice che oggi il matrimonio e “ fuori moda”. Nella cultura del provvisorio, del relativo, molti predicano che l’importante e “ godere” il momento, non vale la pena di impegnarsi per tutta la vita, di fare scelte definitive, “ per sempre”, perché  non si sa cosa riserva il domani”. ( Francesco, Discorso durante l’incontro con i volontari della XXVIII Giornata mondiale della Gioventù).  Oggi, il matrimonio viene attaccato “ con le idee”. ( ID. Discorso  durante l’incontro con i religiosi e le religiose, Tbilisi, viaggio apostolico in Georgia, 1 ottobre 2016; cf. ID. Amoris  laetitia, 40-41).  Per affrontare più specificamente la questione dell’infedeltà, bisogna essere consapevoli che la pornografia non si basa su rapporti sessuali fra coppie di fedeli: non si tratta quasi mai di coppie stabili che si possono visionare online o di cui si possono leggere le avventure sessuali; e  gli attori pornografici quasi mai intrepretano il ruolo di mariti e mogli fedeli. Si capisce che una produzione non solo e sempre la stessa coppia di attori non avrebbe praticamente  nessuna chance in mezzo all’offerta così diversificata del mercato pornografico. Questo mercato si nutre di script che si possono considerare antifamiliari, “ promovendo cause nemiche del matrimonio e della famiglia” ( Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXXVIII Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali)  per esempio: nelle frequenti rappresentazioni di adulteri o rapporti incestuosi fratello-sorella, genitori-figli, ( ancora nella promozione del candaulesimo, la moltiplicazione dei partner sessuali. Nella cultura del provvisorio, difatti, si distruggono i legami anche quelli familiari piuttosto che tesserli. ( Cf. Francesco, Quinta risposta durante l’incontro con Movimento apostolico Schoonstatt in occasione del centenario di fondazione , 25 ottobre 2014)  Invece, “ Dio vuole che l’uomo e la donna formino una coppia fedele” ( Giovanni Paolo II, Messaggio ai giovani di La Rèunion,5) , che è per eccellenza il nucleo della famiglia. Leone XIII, preoccupato dalle “  audace  macchinazioni degli empi”, rimprovera coloro che “ disonorano l’unione naturale dell’uomo e della donna, e indeboliscono e anche lasciano in balìa della libidine il vincolo coniugale”.( Leone XIII, Quod apostolici muneris).  Giovanni Palo II, lui ritiene che la famiglia sia “ minacciata nei suoi aspetti fondamentali di unità e stabilità da un’attività sessuale irresponsabile”. ( Giovanni Paolo II , Discorso a Vescovi della Nigeria in visita ad limina Apostolorun, 4).  Quest’attività inoltre, rinuncia a qualsiasi responsabilità relativa  alla procreazione  e alla stabilità poiché, quando la pornografia inscena l’amore, lo riduce “ ad attrazione passeggera, a sensazione erotica, a impulso sessuale”. ( Giovanni Paolo II, Discorso ai membri del Tribunale della Sacra Romana Rota, 28 gennaio 1982). La brillante sessuologa e filosofa belga Terese Hargot, autrice del libro”  Una gioventù sessuale liberata, o quasi “( Sonzogno, 2017), scrive  che “ i bambini sono assaliti da messaggi sessuali che decostruiscono la persona  umana” ha infatti chiarito che il vero  problema è la ribellione sessantottina che in nome di una autonomia e libertà ha provocato una schiavitù: “ la perdita della trascendenza e della  verticalità. Lo vediamo molto nei rapporti di coppia odierni: non aspettiamo più che Dio ci salvi perché Dio non esiste . ci aspettiamo che il partner sia tutto per noi, che sia Dio stesso. Chiediamo all’altro che ci faccia sentire amati e dia un  senso alla nostra vita, laddove invece uno potrebbe trovare queste risposte in una vita spirituale e in una relazione con Dio, il tuo partner  non è Dio, è  un uomo, e alla fine inevitabilmente si resta delusi. Questa delusione innesca molte rotture, ci si aspetta   troppo dalla coppia e alla fine la relazione  diventa fragile. Tutto questo ( la pornografia) è una delle conseguenze dell’aver tagliato fuori la verticalità e la trascendenza.
 
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