LA SUGARCO STAMPA LIBRO SU URIELE, L’ARCANGELO SCOMPARSO di Annamaria Maraffa |
Scritto da Amministratore | |
martedì 21 febbraio 2017 | |
La celebre casa editrice milanese Sugarco da diversi anni è impegnata ad offrire libri di qualità sulla tematica angelologica , dopo aver stampato testi sugli arcangeli Michele e Gabriele adesso presenta un testo sull’Arcangelo Uriele ad opera di don Marcello Stanzione e dell’avvocato Carmine Alvino. Di Uriele diversi mistici cattolici ne hanno parlato. “… S. Uriele Arcangelo che avete sorteggiato, abbiatelo assai caro. È il quarto dei sette che stanno alla Divina Presenza … quest’ Arcangelo è tra i serafini e brucia di un fuoco tutto particolare di Divino Amore … domandategli l’ardente amore a Gesù Sommo Bene, prendetelo in compagnia nella S. Comunione …”, con queste parole Sant’Annibale Maria di Francia, celebre fondatore dell’Ordine dei Rogazionisti e delle Apostole dello Zelo Divino, in una lettera datata Messina 6.3.1912 comandava alle proprie figlie spirituali di pregare S. Uriele per ricevere la sua protezione celeste. Peraltro nei secoli è emersa la circostanza che pure S. Isidoro di Siviglia, nel settimo libro delle sue etimologie lo riconoscesse tra gli Arcangeli perchè: “ Uriele si interpreta Fuoco di Dio, così come leggiamo di quel fuoco apparso nel roveto” e tale sentimento risultò condiviso da Sant’Ambrogio, nel suo trattato sulla Fede all’Imperatore Graziano : ” l’Angelo non è immortale per natura, la sua immortalità è nella volontà del Creatore. Né che tu tragga a precedente, che non muore Gabriele, non muore Raffaele, non muore Uriele …” nonché con le stesse parole da San Bonaventura nel Centiloquio e da San Bernardino da Siena in un sermone sugli Angeli: ” Uriele, si interpreta splendore di Dio, visione di Dio, o Fuoco di Dio o Incendio di Dio“ perchè “ per il suo ministero siamo illuminati dalla verità e siamo infiammati dalla carità …“. ...
Ed è pure avvenuto che sia San Beda nella sua colletta: “Uriele sii la mia guardia (..)”, che San Francesco Borgia nel suo diario spirituale “come al solito aggiungi all’ora (…) 21 Cristo, Matteo e San Uriele”, che anche il celebre dottore della Chiesa Sant' Alberto Magno, nella sua litania c.d. vicelliana: “Padre, degnati di mandare dal cielo anche S. Uriele, che ci infiamma sempre col fuoco del Tuo amore …”, arrivarono perfino invocarne il nome direttamente nelle proprie preghiere. L’unico problema è che S. Uriele non dovrebbe esistere o meglio, alla luce della pronuncia del Sinodo Romano II del 745 d.c., sotto Papa Zaccaria, dovrebbe essere stato dichiarato addirittura un demone! Di conseguenza, è stata indefinitamente sottratta al cattolico la possibilità di invocare nomi propri di Angeli che non siano quelli di Michele, Gabriele e Raffaele. Perciò quando nel 1500 S. Uriele apparve a Roma al sacerdote Antonio lo Duca, rivelandogli che Dio aveva concesso l’assenso per la trasformazione delle Terme di Diocleziano, teatro di inenarrabili orrori e sofferenze per tanti cristiani martirizzati in epoca romana, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, non fu minimamente creduto, così come era avvenuto per il Beato Amadeo da Sylva che aveva parlato di quest’Angelo nella sua Apocalittica. Né furono ritenute del pari, degne di considerazione alcuna, le testimonianze che ancor oggi si leggono negli Atti dei Santi, secondo cui sia Santa Martina, una delle patrone di Roma, che i santi irlandesi Lactino e Moluano, fossero stati custoditi dal nostro Arcangelo di luce. Nel XVIII° secolo, il p. Isidoro Felice de Espinosa, revisore ecclesiastico, non si fece scrupolo alcuno a cancellare a penna il nome di S. Uriele dalle pagine della biografia messicana del Venerabile Antonio Margil de Jesus (1657 – 1726), il c.d. prete volante, vero e proprio San Paolo delle Americhe, mutilandone dunque per sempre il ricordo e così avvenne anche per altri biografi che preferirono omettere le sacre apparizioni del nostro contestato Serafino (come avvenuto per la Beata Maria di Gesù di Madrid) pur di sottrarsi alle condanne dell’inquisizione e di rispettare un principio di stretta ortodossia. Sorte analoga subirono quanti, nei secoli, dichiararono di averlo visto, o di voler approvare il suo culto (non da ultimo Papa Leone X !!!) e di tenerlo tra il numero dei Santi Angeli, circostanza questa che costò loro perfino la beatificazione. Come risulterà evidente dalla lettura delle presenti documentazioni, che costituiscono soltanto una parziale cernita delle innumerevoli testimonianze solo recentemente rinvenute sul conto del nostro Arcangelo, impossibili da riportare tutte in un singolo volume, in seno alla complessa, variegata e a volte contraddittoria dottrina ecclesiastica si è dunque generato un evidente Vulnus giuridico, dottrinario, esegetico e liturgico, che non pare aver trovato soluzione, generato altresì da testimonianze reiterate nei secoli in modo acritico e senza competenza alcuna. Conseguenza di tale accadimento è stata la sottrazione di una delle personalità più potenti nonché di uno dei più solerti e indefessi difensori e protettori dell’uomo contro le perverse macchinazioni del demonio, dal generale panorama dei santi e l’impossibilità di ricorrere al suo aiuto onde ricevere il sacro soffio del fuoco dell’amore di Dio nei nostri cuori; circostanza questa, resa più che mai oggi evidente dalla generale perdita, anche e soprattutto da parte di tanti credenti , del fervore religioso e del rispetto dovuto ai sacramenti della Chiesa. |
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