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GLI ANGELI di MONS. MASSIMO CAMISASCA PDF Imprimir E-Mail
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martedì, 22 de novembre de 2016
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Gli AngeliDa più di sessant’anni prego l’Angelo di Dio e credo che in moltissime case, soprattutto dove ci sono bambini, questa preghiera sia conosciuta anche da chi non ha particolare consuetudine con la fede cristiana. Gli angeli trovano spazio in molteplici esperienze religiose, non solo in quella giudaico/ cristiana; fanno parte del sentimento comune, di quella religiosità primitiva che ancora è presente nella coscienza di molti. Figurazioni angeliche, oltre che nel mondo della mitologia greca, si trovano tra gli assiri e i babilonesi, laddove ogni divinità aveva un suo araldo. Al tempo di Hammurabi già vigeva la credenza che ogni individuo avesse un semidio come protettore e intercessore presso gli dei più importanti. Nelle religioni persiane tutti gli esseri spirituali erano divisi in due parti, quelli buoni e quelli cattivi: il dio buono ha attorno a sé gli angeli, il dio cattivo i demoni. Ma gli angeli sono soprattutto attestati dalla Rivelazione cristiana, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento e sono una presenza costante nella storia della chiesa. Origene sostiene che “[l’anima] mentre è ancora giovane e non formata è sottoposta a dei precettori e dei sorveglianti: sono gli angeli, chiamati guardiani dei bambini e che vedono sempre io volto del padre che è nei cieli” (Commento al cantico dei Cantici, 2, citato in : J. Daniélou, Gli angeli e la loro missione, Gribaudi, Milano m2003, 21). E san Tommaso argomenta che “tutte le cose corporee sono governate dagli angeli. Questo non è soltanto l’insegnamento dei dottori, ma pare di tutti i filosofi” (Summa Theologhiae, I, q.110, a.1), avallando una verità conosciuta fin dall’antichità. ...
 
...Nel Libro di Tobia l’arcangelo Raffaele si fa conoscere e dice: io sono uno dei sette angeli che sono pronti a entrare alla presenza della gloria del Signore (Tb 12,15); sempre pronti gli angeli custodi a radunarsi “attorno a colui che prega Dio per unirsi alla sua preghiera” (Origene, De Oratione, XI, 5) , a intercedere e operare tra cielo e terra. E’ un lavoro “circolare” , osserva curiosamente Origene, tra l’anima e il cielo, quello che compiono gli angeli. Nella lingua greca antica la parola ànghelos significava annuncio e messaggero, tanto che i traduttori greci della Bibbia ne danno il significato di “intermediario” tra il cielo e la terra, di cui Dio si serve per parlare agli uomini; in latino e nelle lingue neolatine angelo significa proprio annunciatore. Secondo alcuni studiosi, diversi elementi delle religioni politeiste rifluiscono nella religione ebraica, ma solo quando il popolo d’Israele diventa popolo di Jahvè gli angeli vengono descritti come una numerosa corte di messaggeri e ministri al servizio di Dio. Mont- Saint – Michel in Bretagna, che si erge verso l’oceano a significare la protezione dell’angelo fino ai confini del mondo occidentale; la romanica basilica di San Michele a Pavia; l’abbazia di Monte Sant’Angelo in Puglia che si rivolge a oriente fino alla lontana Gerusalemme: sono luoghi, sulle strade dei pellegrini , tra i tanti sparsi in Europa dedicati al primo tra gli angeli, l’arcangelo Michele. Di lui la Bibbia nel Libro di Daniele parla come del protettore del popolo (cfr. Dn. 10,13-21). Da dove vengono gli angeli? Della loro creazione la Bibbia non dice nulla in modo esplicito, ma è lecito supporre che essi siano stati creati quando Dio ha fatto il cielo, il mare e tutto ciò che è in essi, come racconta il Libro della genesi; nel Salmo 148 gli angeli lodano il Signore insieme a tutte le altre creature. Nei libri del Pentateuco sono poi coloro che comunicano al popolo d’Israele le leggi di dio e lo aiutano a conservarle, sono perciò i principali intermediari tra Dio e gli uomini.  Secondo alcuni padri apostolici, e si hanno un ruolo “preparatorio” all’avvento di cristo, salvatore di tutti i popoli. Gli angeli glorificano Dio, comunicano agli uomini la sua volontà, sono “giusti e misericordiosi”. La venuta di Cristo non pone termine al loro compito, anzi. Sant’Ignazio scrive: “Quando cristo discese per assumere la natura umana, egli fu accompagnato da una corte celeste: e ciò [accadde] quando la buona novella venne annunciata a Maria; quando i pastori videro l’assemblea celeste e ascoltarono la sua voce; quando – dopo la tentazione del demonio – gli angeli lo servirono. Così il cielo si china, quando la virtù e l’onore degli esseri celesti si abbassano verso la terra” (Tractatus in psalmus, 143). Secondo altri Padri gli angeli sono addirittura gli “iniziati” dell’Incarnazione perché a loro il mistero fu rivelato per primi; essi accompagnano alcuni avvenimenti dell’infanzia di Gesù: la fuga in Egitto è suggerita a Giuseppe dagli angeli, così come il ritorno in Giudea. Se è chiara la vocazione degli angeli, qual è la loro natura? Nelle religioni politeiste sono concepite con il corpo, sono per lo più antropomorfici, mentre nella Bibbia essi sono detti “spiriti”, non si parla mai di anima e corpo degli angeli, non sono infatti costituiti, come gli e seri umani, di una parte spirituale e una materiale. E’ importante riflettere sul fatto che nelle apparizioni gli angeli assumono una forma sensibile, ma essa non appartiene a loro, come è anche testimoniato nello stupendo capitolo dodicesimo del Libro di Tobia (Tb 12,19). La natura spirituale è confermata da un passo degli Atti degli Apostoli in cui i sadducei, che non ammettevano la vita senza corpo, devono negare l’esistenza degli angeli(At 23,8). La natura spirituale degli angeli è oltremodo affermata dalla relazione di essi con l’evento dell’Ascensione di Gesù: essa è infatti “l’esaltazione della natura umana a cui si è unito il verbo di Dio, al di sopra di tutti gli ordini angelici che sono superiori a tale natura […]. Si tratta dell’instaurazione della regalità del Verbo incarnato al di sopra di tutta la creazione […]. E’ quindi al di sopra di ogni natura angelica, conosciuta che la natura umana è esaltata nella persona di Cristo, fra lo stupore delle presenze celesti” (J. Daniélou, Gli angeli e la loro missione, 47-48). Adorare il verbo incarnato, questo è il compito nuovo dei puri spiriti. Essi nasce da un avvenimento inserito nella storia degli uomini, un fatto che ha una data, che è stato condiviso da esseri finiti nei limiti della storia. Il mistero dell’Ascensione segna un crinale anche nella angelologia: da quel momento essi sono adoratori non solo del Verbo eterno, ma anche del verbo incarnato. Alcuni Padri della chiesa argomentano che gli angeli del cielo non riconobbero Cristo che salica scortato dagli angeli della terra: alle porte del paradiso chiesero chi Egli fosse; furono stupiti, anzi sconcertati. l’ingresso del Verbo incarnato nel cielo è una rivelazione imprevedibile anche per gli angeli. Il peccato di alcuni angeli era stato il rifiuto di riconoscere la dignità dell’uomo. Lucifero, l’antico angelo, aveva avuto invidia di Adamo e lo aveva indotto a peccare contro Dio, proprio perché questi era stato creato a immagine di Dio. L’Ascensione è un vero momento catartico per gli angeli: esultando quando accolgono Gesù in paradiso, compiono un atto di ricomposizione del creato,. La caduta degli angeli, infatti, aveva rotto l’unità spirituale del creato che ora viene ricomposta da Cristo uomo risorto. L’Ascensione è perciò anche il momento della creazione della Chiesa, il nuovo universo in cui si manifesta l’uomo nuovo, salvato dalla grazia. Molte sono le immagini che nei testi sacri raffiguranti la chiesa, una tra le più suggestive è quella della Sposa di Cristo.  Gli amici dello Sposo che la conducono a lui sono gli angeli. “Sono costoro [gli angeli] a essere gli amici dello Sposo, che istruiscono la Sposa – ovvero il popolo di Dio – durante il tempo del fidanzamento […]. perciò qual è la loro gioia quando vedendo il Verbo di Dio, unitosi all’umanità tramite l’Incarnazione, introdurla nella casa del Padre in occasione dell’Ascensione, dopo averla purificata con il sangue della Croce. San Paolo ha applicato per primo questo simbolismo nunziale […] e ci descrive la bellezza della Chiesa, la nuova Sposa, che compare davanti al suo marito, tutta gloriosa, senza macchia né ruga” (J. Danièlou, Gli angeli e la loro missione, 65). Il compito finale degli angeli è di accompagnare il popolo cristiano nel cammino verso la Parusìa, nella edificazione della chiesa anche attraverso la partecipazione ai sacramenti. Durante il Prefazio della messa, la liturgia invita la comunità ecclesiale a unirsi ai Troni, alle Dominazioni, ai Cherubini, ai Serafini per cantare il sanctus. Gli angeli assistono gli uomini durante tutto il corso della vita, neppure il peccato li allontana, anche se sono rattristati dalle debolezze umane. Essi purificano lo spirito, illuminano il cammino, preparano alla gioia del’incontro definitivo con cristo., Sono i preparatori, coloro che conducono le anime al Re degli angeli, che conducono le anime alla soglia della camera nunziale.
Modificado el ( martedì, 22 de novembre de 2016 )
 
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