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GLI ANGELI NELL’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA di D. ESTIVIL PDF Stampa E-mail
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lunedì 17 ottobre 2016
angeli e arteL’arte di tutti i tempi alla ricerca delle forme più adatte per rappresentare questi esseri, di per sé invisibili. Il problema della loro rappresentazione assume connotazioni diverse nei  vari momento storici e culturali. Per motivi di opportunità, non vengono considerate in questa sede le espressioni artistiche relative agli esseri analoghi di culture non cristiane, anche se il cristianesimo assume, nel processo di formazione della propria cultura, diversi elementi da altre civiltà ( Cfr. >Bussagli, Storia degli angeli, 1991, 13-43). L’arte cristiana, comunque, sin dalle sue prime manifestazioni non esita a rappresentare gli angeli con un corpo umano. E’ il concilio Niceno II ( 787), anche se con l’intento storico di difendere la venerazione delle sacre immagini, a dare una giustificazione teologico a questo modo di raffigurare gli angeli, a motivo della loro natura creaturale e della condizione eterea del “ corpo” con il quale essi appaiono agli uomini mandati da Dio ( Mansi XIII, 166). La figura dell’angelo, perché messaggero inviato da Dio agli uomini, ha sin dall’inizio un peculiare rapporto con la figura del Mediatore per eccellenza, il Verbo di Dio fatto uomo. ...
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Innanzitutto, occorre riconoscere che l’arte moderna non offre grandi novità per quanto riguarda l’immagine dell’angelo. Eppure, è doveroso affermare che il tema figurativo degli angeli riuscì a sopravvivere, nonostante l’opposizione tra modernismo e cultura cattolica, in virtù del perenne significato che la figura angelica riveste come simbolo del mondo dall’aldilà. Così , l’immagine dell’angelo trova il suo posto nel contesto funerario e raggiunge durante l’epoca del romanticismo una larga diffusione nell’arte cimiteriale di tendenza neoclassica, prendendo come modello le opere dei grandi maestri dell’epoca, per esempio Antonio Canova ( monumento a Maria Cristina d’Austria, 1798.1805, scultura in marmo, chiesa degli Agostiniani a Vienna; monumento a Clemente XIII, 1787-1792, basilica di S. Pietro , Vaticano). Anche nel campo della pittura, l’immagine dell’angelo si presenta ieratica e solenne ma non mancante di nostalgico sentimentalismo: l’Angelo di John Meluish Strudwick ( 1900 ca, Roy Miles Gallery, Londra); l’angelo annunciante dell’Ecce Ancilla Domini di D. G. Rossetti ( 1850, Tate Gallery, Londra). Non meno significative sono le testimonianze artistiche dell’arte moderna riguardanti il tema dell’angelo custode, devozione promossa soprattutto in riferimento ai bambini e cara alla cultura vittoriana: Angeli custodi, opera di J.H.S. Mann ( 1860 ca, Haynes Fine Aret at Bindery Galleries, Bridgeman Art Library, Londra). Per quanto riguarda l’arte contemporanea nonostante il discostarsi di essa rispetto ai temi religiosi, la figura dell’angelo misterioso essere che collega l’uomo e Dio, il cielo e la terra, il tempo e l’eternità trova sempre un posto di rilievo nelle espressioni artistiche del XX sec. Molti maestri dell’arte contemporanea hanno saputo rendere visibili questi esseri  spirituali attraverso le loro opere. Va comunque notato che la produzione artistica, come d’ altronde si verifica in tutta l’arte contemporanea è segnata dalla soggettività e dal genio personale dell’autore, anche se è altrettanto evidente un certo legame almeno a livello iconografico con la tradizione figurativa del passato. Marc Chagall, nella sua costante preoccupazione per esprimere il suo mondo intimistico dove confluiscono tradizioni ebraiche e cristiane, dipinse, tra l’altro, La caduta dell’angelo ( 1947, Kunstmuseum di Basilea) e La scala di Giacobbe ( cappella di S. Paul de Vence). Nell’abbondante produzione grafica di Corrado Cagli si ricorda L’Angelo musicante il quale, nella movimentata leggerezza delle sue linee, non nasconde una certa tendenza arcaizzante ( 1971, Collezione d’Arte Religiosa Moderna, Vaticano). Tra le opere di Paul Klee è da sottolineare la serie dei disegni sulle figure dell’angelo e del demone ( 1939, Fondazione Klee, Berna), nelle quali il significato simbolico delle immagini si unisce alla drammaticità delle forme. Salvador Dalì, nella sua personale visione della corrente surrealista, concepì, nell’opera L’Annuncio ( 1960, Collezione d’Arte Religiosa Moderna, Vaticano), le figure dell’angelo e della Madonna con la consistenza onirica dell’immagine in confronto al luminoso realismo del Verbo incarnato, ricco di pathos. S. Pistolesi nella sua opera S. Pietro in catene liberato dall’angelo ( 1979, abbazia di Montecassino) riuscì ad esprimere figurativamente la spiritualità dell’essere angelico tramite la trasparenza della figura in contrasto con la palese materialità, sia del corpo di Pietro sia del contesto architettonico del carcere. Anche Giacomo Manzù nel vetro dorato rappresentante l’Annunciazione 1961, Cappella della Pace, Vaticano) raffigurò l’angelo con la plastica morbidezza e delicata linea conferendo alla figura una grazia quasi femminile. Infine, non e possibile non vedere nella prolifica divulgazione di una certa spiritualità nell’ambito cristiano e non basata sugli angeli, alla quale fa seguito una abbondantissima produzione artigianale e letteraria sull’argomento, una realtà che solleva qualche interrogativo a livello iconologico, ovvero: quale tendenza culturale è dietro questo fenomeno? Appare evidente che l’uomo contemporaneo sembra cercare un rapporto con Dio al di fuori di ogni struttura visibile, oggettiva e rivelata, servendosi a questo scopo della figura dell’angelo, inafferrabile e facilmente adattabile alla propria coscienza soggettiva. Ma una tale corrente culturale, occorre dirlo non è compatibile con la fede cattolica, secondo la quale la meditazione tra Dio e L’uomo si attua nel Verbo incarnato e nella Chiesa, segno e strumento di salvezza. In questa economia divina, gli angeli non sostituiscono il Mediatore per eccellenza, ma sono a lui subordinati e al servizio degli uomini ( cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 328-336). Le caratteristiche iconografiche con cui si presenta quella produzione artistica contemporanea, rispecchiante uno “ spiritualismo angelico” disincarnato e alieno al dogma cattolico, si riferiscono non tanto all’immagine in se stessa ma piuttosto al contesto figurativo. Dette caratteristiche sono fondamentalmente due: in primo luogo, la rappresentazione degli esseri angelici senza alcun riferimento cristologico, né tanto meno richiamo ai testi biblici, alla figura di Maria o quella dei santi; in secondo luogo, l’uso eclettico dei motivi artistici, secondo il quale vengono inseriti soprattutto come materiale illustrativo nelle diverse pubblicazioni di carattere divulgativo sul tema, delle immagini angeliche cristiane insieme ad altre figure alate appartenenti ad altre religioni e culture, come ad esempio l’induismo e l’islam, nonché alcune pratiche legate all’astrologia, alla magia e a diverse superstizioni popolari.
Ultimo aggiornamento ( lunedì 17 ottobre 2016 )
 
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