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L’EDITRICE MIMEP-DOCETE PUBBLICA UN TESTO SU SAN GABRIELE di Padre IGNAZIO SUAREZ PDF Print E-mail
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lunedě, 15 agosto 2016
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San GabrieleE’ arrivato in tutte le librerie cattoliche il libro su san Gabriele scritto da don Marcello Stanzione ed edito dalla editrice milanese Mimep-Docete. Il culto agli angeli è un bene tradizionale del tesoro della Chiesa. I santi angeli sono venerati e imploriamo la loro intercessione. Il fondamento della venerazione agli angeli sta nell’ambito soprannaturale. Il motivo per ammirare, celebrare ed invocare gli angeli è la loro vicinanza a Dio, la perfezione dinanzi a Dio che questi spiriti hanno raggiunto per grazia divina, l’amore a Dio e a noi. Come loro, noi siamo stati chiamati a partecipare un giorno nel regno di Dio.
“Un Concilio tenutosi a Roma nel 745, sotto papa Zaccaria, proibisce di invocare i nomi di Uriel, Raguel, Tofoas, Sabaoth e Simiel, dichiarando che questi presunti angeli sono in realtà demoni. Possono essere legittimamente invocati i nomi di origine biblica: Michele, Gabriele e Raffaele. Nei Concili franchi al tempo di Carlo Magno, come il Concilio di Aquisgrana del 789, non solo si proibisce l’uso dei nomi non biblici, ma viene disposta la scomunica e addirittura la pena di morte per coloro che adorano il grande Uriel. Il criterio determinante è la fedeltà alla rivelazione divina contenuta nei testi sacri”. ...
...Il culto a San Gabriele è molto antico. Una festa particolare o una memoria in onore di San Gabriele si celebrava legata alla celebrazione dell’Annunciazione del Signore. Nell’Oriente risale al IV o al V secolo nel giorno del 26 marzo. Nell’Occidente il suo culto è introdotto più tardi. “Nel IX secolo il suo nome appare nell’elenco dei santi collegato alla festa dell’Annunciazione”. Il Papa Benedetto XV nel 1921 stabilisce la festa liturgica in onore di San Gabriel il 24 marzo. La riforma liturgica della Chiesa nel 1969 stabilisce il 29 settembre per commemorare la memoria liturgica dell’arcangelo Gabriele, insieme all’arcangelo Raffaele e all’arcangelo Michele. Nella forma straordinaria del Rito Romano San Gabriele si celebra il 24 marzo.
San Gabriele è stato nominato da Pio XII come Patrono delle telecomunicazioni il 1 aprile 1951 e da Paolo VI Patrono delle poste il 9 dicembre 1972 con una Lettera Apostolica. Una vera devozione e culto agli angeli deve essere radicata nella Sacra Scrittura, nei Padri della Chiesa e dovrà essere conforme gl’insegnamento della Chiesa e della liturgia. Si tratta di dare un culto agli angeli che si chiama di venerazioni in quanto che a Dio, e solo a Lui, è riservata l’adorazione. Il profeta Daniele si prostra dinanzi a un angelo di Dio (Dn 8,17) ma non glielo adorò. “Infatti altra cosa è l’adorazione di culto ed altra cosa è la venerazione che viene rivolta per onore a persone eminenti per qualche dignità”.
Un culto eccessivo agli angeli può cadere nell’idolatria, che è la più grave forma di superstizione. Onorando gli angeli nel posto di Dio, e questo è idolatria o angelolatria, si cerca di avere l’aiuto di queste realtà sovraumane per orientare le forze interiori dell’uomo di modo che questi diventi un dio in miniatura. Secondo questa linea di pensiero e di spiritualità queste entità, guide, deva, sono sufficienti per soddisfare le necessità materiali e spirituali dell’uomo. Questi “angeli”, infatti, sono demoni!,offrono alle persone una forma di spiritualità che non compromette con Dio né con le leggi divine. Le comunicazioni e contatti con queste energie e esseri per ricevere il saluto, messaggi e risposte da loro (gnosticismo), si fa di un modo superstizioso, mediante pratiche magico-simboliche.
Anche l’angelo Gabriele è invocato secondo questa “magia angelica” per ottenere il suo aiuto. Magia si intende il modo di strumentalizzare le potenze preternaturali per il proprio uso. Mediante l’uso dei metodi e di rituali di rilassamento, dei nodi, di profumi e aromi, con l’acqua, con i cristalli e altri riti, le persone credono che sia garantito un contatto e comunicazione con lui. Difatti, si lasciano ingannare per gli spiriti maligni che fingono di obbedire tramite questi riti. Lo fanno come negozio:‘dammi la tua anima, e ti darò prosperità, salute, ecc.’
Evidentemente questo modo di invocare gli spiriti conserva “ben poco della religiosità originaria, quella di annuncio e presentazione del soprannaturale. Si assiste aduna banalizzazione dell’angelo ridotto da agente del Dio trascendente a rinforzo dell’io vacillante. Più che l’angelo del Bene, si incontra oggi un angelo del benessere, che promette protezione e felicità terrene. Quello celebrato sembra quasi un angelo che funge da talismano, da toccasana contro i malanni del corpo e della psiche, più che figura che orienta alla fede e all’impegno di autorealizzazione etica”.
San Gabriele è l’annunciatore della Buona Nuova della salvezza. Ma anche tutti noi siamo chiamati a evangelizzare “in ogni tempo e in ogni luogo, in modo che la fede in Lui si diffonda in ogni angolo della terra”. Come patrono delle telecomunicazioni e protettore delle tecniche audiovisive ci aiuta nella diffusione della fede.
Così egli è l’angelo del gioioso annuncio della verità dell’Incarnazione, che Dio ci ama ed è fedele alla sua alleanza. Gioia che egli porta con sé per essere stato scelto da Dio per proclamare alla Vergine Maria il mistero dell’Incarnazione. Gioia che trasmette alla Vergine Maria quando annuncia a ella il concepimento e la maternità divina: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”. Gioia che con l’aiuto dell’Arcangelo dovrà riempire i nostri cuori nell’impegno evangelizzatore che inizia nella nostra famiglia: “Il Signore ha voluto che fossimo apostoli di ciò che è positivo, buono, amabile, per vincere con il bene il male. Per quanto è possibile, dobbiamo recare, come San Gabriele, notizie belle per la famiglia e per il mondo. Sono già in tanti a darsi da fare per diffondere il male; da parte nostra mettiamo più impegno a diffondere i beni, cominciando dalla nostra famiglia”. Auguro che questo libretto scritto da don Marcello Stanzione diffonda sempre più tra i cattolici del ventunesimo secolo la devozione a san Gabriele.
 
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