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GLI ANGELI E LA FINE DEL MONDO di Emmanuel Andrè PDF Stampa E-mail
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martedì 02 agosto 2016
Angeli e la fine del mondoE' certo, dalla Sacra Scrittura, che i Santi Angeli esercitano quaggiù un ministero di giustizia. Tra gli ufficiali della corte celeste, c'è l'Angelo sterminatore. Egli passò, senza che la Scrittura lo designi chiaramente, la notte della Pasqua, nella terra d'Egitto e colpì di morte i primogeniti degli Egiziani. Egli eseguì la sentenza che puniva di morte gli Israeliti per un peccato di vanità del re Davide. Egli coprì i dintorni di Gerusalemme di cadaveri dell'esercito di Sennacherib. Colpì il re Erode, nel momento in cui il suo orgoglio era salito fino al delirio e dove si diceva un dio.
    Mille esempi della storia ecclesiastica ci rivelano, per la loro analogia con i fatti trascritti, l'azione vendicatrice degli Angeli. Chi è che colpì  i persecutori, Ario, Nestorio, Giuliano l'Apostata e tanti altri nemici di Dio e del suo Cristo? Chi è che scatenò in diversi tempi terribili flagelli? Come Davide aveva visto l'Angelo del Signore, presso l'area di Ornan, che brandiva la spada contro Gerusalemme, rimettendola poi nel fodero (1 Para.21,16,27), così San Gregorio Magno scorse un Angelo in piedi sul molo di Adriano - ora Castel Sant'Angelo - e che riponeva ugualmente il suo gladio nel fodero per indicare la cessazione della peste. ...
  
    ...L'Apocalisse, l'abbiamo visto, conferma altamente questo dato. Gli Angeli vi si mostrano in ogni istante come ministri delle vendette divine. Sette Spiriti celesti, grandi giustizieri di Dio, vuotano sulla terra le sette coppe della sua collera, emblema di formidabili castighi di cui gli uni appartengono probabilmente al passato, gli altri al futuro.
    Dio non aspetta l'ultimo giorno per esercitare i suoi giudizi, solamente li esercita d'un modo più segreto. Giudizio di Dio, la morte prematura degli empi! Giudizio di Dio, le grandi catastrofi, flagelli, guerre e pesti! Giudizio di Dio, le rivoluzioni e gli sconvolgimenti sociali! Giudizio di Dio, la perdita della fede presso i popoli che hanno abusato di questo dono inestimabile! Giudizio di Dio, una certa prosperità temporale che contribuisce all'indurimento del cuore! Giudizio di Dio, la dominazione dei cattivi e degli ipocriti! In tutti questi giudizi si fa vedere l'azione degli Angeli, non perché favoriscano mai il male morale
od il peccato, ma nel senso che regolano il corso del mondo in modo tale che scoppi finalmente la giustizia e la misericordia di Dio.
    Nell'ultimo giorno, come il giudizio di Dio sarà evidente, la loro azione sarà ugualmente manifesta. La Scrittura ce lo dichiara in maniera formale.
    Nel Vangelo di San Matteo, Nostro Signore propone e poi spiega differenti parabole avendo tratto alla grande ed unica questione sociale che sia degna di occupare gli spiriti, la salvezza eterna delle anime con la sua Chiesa. In una di queste parabole, il mondo è paragonato ad un campo dove spuntano mischiate il loglio con il buon grano. Chi mieterà quel campo? Sono gli Angeli, dice il divin Maestro: "messores sunt Angeli".  Come pure che i mietitori cominciano col raccogliere il loglio, e lo mettono in fastelli destinati al fuoco, poi raccolgono il buon grano che portano nei granai del padre di famiglia; così gli Angeli inviati dal Figlio dell'uomo toglieranno dal regno di Dio tutti gli artefici di scandali e gli operai d'iniquità, e li getteranno nella fornace di fuoco dove saranno i pianti e gli stridori di denti. E comunque i giusti risplenderanno come il sole nella casa di Dio loro Padre (Mt.13, 39-44).
         Più avanti questi stessi spiriti sono assimilati ai pescatori che vuotano le loro reti, riservando i buoni pesci e rigettando i cattivi. "Così sarà alla fine dei secoli: gli Angeli usciranno e separeranno i cattivi da mezzo ai giusti, e li getteranno nella fornace di fuoco dove saranno pianti e stridori di denti" (Mt.13, 49-50).
    Qui Nostro Signore impiega dei paragoni, per far risaltare la verità; più tardi egli si accontenta  di esporla senza parabola. "Allora, egli dice, -nell'ultimo giorno - apparirà il segno del Figlio dell'uomo nel cielo, allora piangeranno tutte le tribù della terra, ed esse vedranno il Figlio dell'uomo che viene con grande potenza e maestà.
    Ed Egli invierà i suoi Angeli con una tromba ed una voce formidabile; ed essi riuniranno i suoi eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra del cielo" (Mt.24, 31).
    Secondo questi dati evangelici, gli Angeli avranno un grande ministero da compiere nel dramma della fine del mondo; si può distinguerlo in tre parti: prima del giudizio, durante il giudizio, dopo il giudizio.
    Tutto dapprima, dice il testo evangelico, "gli Angeli usciranno - exibunt Angeli". Questa uscita degli Angeli sarà verosimilmente la loro manifestazione sotto una forma visibile, eclatante e formidabile. Essi suoneranno la tromba, grideranno con voce forte. Non bisogna prendere queste espressioni, soprattutto la prima, alla lettera; ma non bisognerà non più scartare troppo dal senso letterale. Gli Angeli si faranno sentire così come si faranno vedere: la loro voce avrà la potenza di risvegliare i morti nelle loro tombe; essi raggrupperanno gli eletti come un capo riunisce al suono della tromba i suoi soldati dispersi; spingeranno in un luogo i reprobi perduti; saranno incaricati in una parola dei preparativi del giudizio.
    Essi saranno poi gli assessori del sovrano Giudice. "Chiunque mi avrà riconosciuto davanti agli uomini, dice Nostro Signore, il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli Angeli di Dio" (Lc.12,8). Risulta da queste parole che i Santi Angeli assisteranno al giudizio e che la loro presenza non aggiungerà poco alla gioia dei buoni ed alla confusione dei cattivi.
    Infine essi interverranno come esecutori del giudizio. Nostro Signore ce lo fa chiaramente intendere con la parabola della messe. I mietitori fanno la separazione del loglio e del buon grano, e mentre che gettano il loglio nel fuoco, essi portano il buon grano nei granai. Così faranno gli Angeli di fronte agli eletti ed ai reprobi. Ed essi agiranno con un meraviglioso ed infallibile discernimento. Faranno in qualche modo la classificazione dei santi e dei reprobi, mettendoli per gruppi secondo il grado dei castighi o delle ricompense. E' questo il senso della parola evangelica: "Essi metteranno il loglio in fascine". Perché niente è inutile nel Sacro Testo. L'ordine sarà messo dalla mano degli angeli fin nel luogo spaventoso dove è detto che "non vi regna alcun ordine ma vi abita un orrore eterno" (Gb.10,22). Quelli che hanno commesso dei peccati simili saranno legati insieme nello spavento e nella disperazione d'uno stesso castigo.
    Ma volgiamo il nostro sguardo da questo spettacolo spaventoso, seguiamo con gli occhi i Santi Angeli che accompagnano gioiosamente gli eletti al paradiso, introducendoli al soggiorno beato delle gioie pure ed eterne.
    Il pio pittore domenicano, Fra Angelico da Fiesole, noto come Beato Angelico, ha rappresentato qualche parte, col suo dolce pennello, un ultimo giudizio. Occorre dirlo, i dannati hanno un'espressione che ridice imperfettamente l'orrore di un'anima disperata. Ma per contro, gli eletti sono dipinti divinamente. Nell'alto del quadro, al soglio del paradiso, un Angelo dona il santo bacio ad un eletto, scena attraente! L'Angelo e l'eletto di Dio hanno camminato insieme quaggiù; essi si sono conosciuti, si sono amati nella maniera in cui uno spirito ed un'anima si possono amare e conoscere; vi sono state delle lotte: grazie all'Angelo, vi sono state delle vittorie; vi sono state delle cadute forse: grazie all'angelo, vi sono stati dei sollevamenti. Infine, sostenuto dall'Angelo, l'eletto è arrivato al termine eternamente felice del suo laborioso pellegrinaggio. Egli vede allora, in una luce divina, il suo compagno invisibile; egli lo vede, come Dante contemplava Beatrice, splendente di chiarezza, raggiante di allegrezza. Si fa allora un abbraccio, una fusione di queste due intelligenze, di questi due cuori. Tra di essi, quale dialogo! Chi dirà la soavità di questo santo bacio? L'Angelo introduce l'eletto nel cielo. E tutti e due se ne vanno in Dio come nell'oceano infinito della loro comune beatitudine.
 
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