L’ESPERIENZA DI UN ESORCISTA ALLA CHIESA DEL GESU’ NUOVO A NAPOLI. Di padre Pasquale Puca |
Nell’esercizio del mio ministero di Esorcista, nella chiesa del GesùNuovo, attraverso colloqui personali, i fedeli hanno avuto modo di esporre i loro problemi spirituali e ricevere suggerimenti, consigli e particolari preghiere di liberazione. Talvolta anche veri e propri esorcismi,, invocativo o imperativo, come da rituali della Conferenza Episcopale Italiana dell’anno 2001. In determinati casi, infatti, anche se la persona non è oggetto di vera e propria possessione diabolica, essa può essere, però, vittima di vessazione o di ossessione diabolica, che, che causano penose sofferenze per gli effetti nocivi sulla salute, gli affetti, il lavoro, il senso della propria vita. Si tratta di situazioni in cui le persone vanno pazientemente in cui le persone vanno pazientemente aiutate, con carità evangelica e pastorale illuminazione. Tanto più in quanto in molte persone si constata una carenza di solide convinzioni religiose con conseguente perdita di essenziali valori umani e cristiani: onestà, fedeltà, verità, perdono delle offese, filiale fiducia in Dio, amore al prossimo. ...
... L’oscurarsi del senso profondo della vita produce spesso un clima di incertezza che favorisce, in alcuni, il ricorso a forme deviate di religiosità, perché intrise di superstizioni, oppure ad espressioni rituali di vera e propria magia. E questo per l’erronea e dannosa convinzione di eliminare cosi gli effetti penosi di malefici di cui si è stati vittime da parte di persone malefiche. Si cade, pertanto, nell’errore di ricorrere a coloro che praticano la magia o che si ritengono dotati di poteri occulti o medianici, anche se soltanto per essere liberati dai malefici di cui ci si crede colpiti. Quello dell’Esorcista, infatti, è un ministero pastorale sacerdotale che deve illuminare i fedeli ed avvicinarli a Dio, fonte di ogni bene e, di conseguenza, allontanarli dal male: soprattutto attraverso il ritorno fiducioso alla pratica dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia. Tra gli effetti del sacramento della Riconciliazione e della Penitenza , ricorda il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, oltre al perdono dei peccati, il credente ritrova la pace e la serenità della coscienza, la consolazione dello spirito, l’accrescimento delle forze spirituali per la lotta contro il Male. una delle cause che talvolta è all’origine dello spiacevole disagio interiore delle persone, e la superstizione, che è una deviazione del culto da rendere a Dio, perché espresso con pratiche religiose non conformi all’insegnamento e alla vita della Chiesa. E questo, a prescindere dall’età, dalla condizione sociale, dallo stato di vita e dal livello culturale delle persone. Una causa all’origine di disagio è la superstizione, deviazione del culto da rendere a Dio. Un’altra causa, spesso all’origine di penosi e dannosi disturbi spirituali, con conseguenti sofferenze, non solo individuali ma anche familiari, è il prolungato quanto irrazionale ed ostinato abbandono di ogni pratica religiosa: particolarmente dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia, quale emotiva e sconsiderata reazione personale nei confronti di Dio, per situazioni di intima sofferenza. Pur nella diversità delle situazioni e nella molteplicità degli aspetti problematici da queste evidenziate, una cosa sembra quanto mai necessaria e urgente: un comune impegno di ogni componente della comunità ecclesiale, anche se con modalità diverse, per una nuova evangelizzazione e trasmissione della fede alle persone e alle comunità. Tra i suggerimenti dati più frequentemente alle persone incontrate, in riferimento anche alle loro particolari situazioni individuali o familiari, ne vengono qui indicati tre. Il primo è quello di continuare sempre, con filiale fiducia in Dio, o di riprendere al più presto e con ferma decisione se fosse stata interrotta, un’abituale e autentica pratica religiosa, nella linea cioè dell’insegnamento e della vita della Chiesa. Anzitutto attraverso un frequente, filiale, sincero dialogo con Dio, che sempre paternamente accoglie, ascolta, parla e soccorre chi si rivolge a Lui con fede e amore. Ma anche attraverso una frequente pratica dei sacramenti della Penitenza e della Eucarestia: due doni di inestimabile valore e di straordinaria efficacia spirituale offerti da Cristo ai suoi discepoli. Infatti, la sorprendente forza divina che essi comunicano a chi li riceve con fede, da un lato, purifica la persona dal male commesso, che la degrada e offende Dio che abita in essa e, dall’altro, le comunica una misteriosa energia interiore perché, nonostante il perdurare di situazioni difficili, essa sia capace di agire secondo i criteri evangelici annunciati dalla Chiesa in nome di Cristo: non rendere a nessuno male per male; non farsi giustizia da sé; non lasciarsi vincere dal male, ma vincere con il bene il male; perdonare le offese ricevute; essere perseveranti nel fare il bene. Il secondo è di evitare accuratamente di soffermarsi con la memoria nel ricordo di incresciose situazioni del passato: torti ricevuti o errori personali che, forse, potevano essere evitati se ci fosse stato un aiuto concretoe tempestivo da parte di chi avrebbe potuto darlo ma non lo ha dato. Ciò allo scopo di non correre il rischio di accogliere, alimentare e, probabilmente, tradurre in atti di personale rivalsa i sentimenti di rancore e lo spirito di vendetta nei confronti di chi si ritiene sia stata persona scorretta, sleale o malvagia. Tre suggerimenti: un’abituale pratica religiosa, evitare il ricordo di fatti del passato, familiarità con la Parola di Dio. Il terzo è quello di rendersi familiare la Parola di Dio. Sembra più che mai utile, anzi necessario, che in situazioni di spirituale disagio interiore perché disorientati, demotivati, scoraggiati o fortemente condizionati da sentimenti di gelosia, da desiderio di successo e di benessere personale o familiare da realizzare a qualunque costo e utilizzando qualsiasi mezzo dare ascolto a Dio, che anche oggi parla ad ogni persona: nell’intimo della sua coscienza, ma anche attraverso la personale lettura del l’uno o l’altro testo biblico dell’Antico e del Nuovo Testamento, di cui la Chiesa è depositaria. Sarebbe certamente poco saggio infatti, in situazioni di particolare sofferenza e disagio interiore, non prendere in considerazione analoghe esperienze vissute da altri, insieme con la loro testimonianza riguardo ai principi da loro avuti presenti ed ai criteri seguiti per venirne fuori. Basterà ricordare, perciò, e prendere in considerazione anche solo qualche breve espressione dell’uno o dell’altro testo biblico. Ad es.: “ Il Signore veglia sul cammino dei giusti” ( salmo 1) ; “ La mia difesa è nel Signore, egli salva i retti di cuore” ( Salmo 7); “ Dio è per noi rifugio e forza, aiuto sempre vicino nelle angosce” ( Salmo 45); “ Sei tu, Signore, la difesa del giusto!” ( Salmo 70); “ Invocavano il Signore ed egli rispondeva” ( Salmo 98); “ Non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male” ( Matteo 6,13); “ Dio è amore: chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” ( 1 Lettera di Giovanni 4,16); “ L’amore non fa nessun male al prossimo” ( Lettera ai Romani 13,10); “ Non stanchiamoci di fare il bene” ( Lettera ai Galati 6,9). L’ESPERIENZA DI UN ESORCISTA ALLA CHIESA DEL GESU’ NUOVO A NAPOLI. Di padre Pasquale Puca Segnalazione di Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |
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