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L’ESISTENZA DEGLI ANGELI. Di Charles C. Ryrie PDF Stampa E-mail

L’ESISTENZA DEGLI ANGELI. Di Charles C. Ryrie

Se c’è un ambito bistrattato della teologia è proprio questo, se non altro nella maggior parte dei testi teologici classici. Non occorre far altro che notare quanto spazio le principali teologie dedichino all’angelologia per rendercene conto. Nondimeno, un crescente interesse nei confronti di questo tema, nonché di Satana e dei demoni, ha caratterizzato gli ultimi anni del XX secolo. Articoli, libri e programmi televisivi sugli angeli, quantunque  normalmente accomodanti più che votati all’accuratezza teologica, hanno contribuito a generare questo interesse nell’angelologia . Nondimeno, soltanto la Bibbia ci fornisce informazioni accurate sull’argomento. Persino Calvino usò cautela trattando questo tema ( Giovanni Calvino, Istruzioni, I. XIV.3). ...
... D’altro canto, la negazione dell’esistenza oggettiva degli angeli da parte della neo-ortodossia ha dovuto scontrarsi con la pubblicità che i demoni e le loro attività hanno ricevuto. Sebbene alcune persone possono negare da un punto di vista teologico l’esistenza di un ordine di creature chiamati angeli ( e demoni), nella sostanza i resoconti della loro attività pare dare prova inconfutabile della loro esistenza. Pertanto, da un lato la propensione dell’uomo a rifiutare il soprannaturale lo induce a escludere da un punto di vista intellettuale l’esistenza degli angeli; dall’altro, attività che non trovano spiegazioni razionali sembrano indicare il contrario.

I. CONOSCENZA UMANA
L’uomo non possiede sufficiente conoscenze per discernere la struttura dell’universo. Egli non ha alcuna possibilità di sapere a priori se un ordine di creature angeliche faccia parte o meno di quella struttura. D’altro canto, egli non ha nemmeno una predisposizione che gli consente di congetturarne l’esistenza, giacché la sua naturale inclinazione è contraria a concepire il soprannaturale. Inoltre, la sua esperienza non lo rende incline a considerare la possibilità di una presenza angelica e la sua fede  nel proprio intelletto lo indurrebbe in modo naturale a cercare altre spiegazioni per fenomeni che non riesce a decifrare prontamente. Ramm ha denunciato i limiti della conoscenza umana nelle parole: “ L’umanità non possiede un manuale intitolato Una guida a tutte le creazioni possibili. Essa non ha alcuna informazione relativa al creato se non ciò che il creato stesso le fornisce”. ( Bernard Ramm , Angels, in Basic Christian doctrines, Carl F.H. Henry ed., New York, Holt, Rinehart, and Winston, 1962, p. 64). In alter parole, la limitata conoscenza umana non gli consente di concludere che non esistono esseri angelici.
II RIVELAZIONE BIBLICA
Se si accetta la rivelazione biblica, , non si può dubitare dell’esistenza degli angeli. Vi sono tre significative caratteristiche che contrassegnano tale rivelazione. In primo luogo, essa è ampia. L’Antico Testamento ne parla più di cento volte, laddove il Nuovo Testamento ne fa menzione circa 165 volte. Naturalmente, perché una verità sia riconosciuta come tale, altro non serve che un’unica menzione nella Bibbia; ma quando una verità trova lo spazio che gli angeli ricoprono nella Scrittura, si fa ancora più difficile negarla. In secondo luogo, gli angeli trovano menzione in tutta la Bibbia. La verità che li riguarda non è confinata a un periodo storico o a una parte delle Scritture e ad alcuni scrittori. Essi non sono il retaggio di un’epoca primitiva. La loro esistenza è menzionata in trentaquattro libri della Bibbia, dal più antico ( Genesi o Giobbe) al più recente. In terzo luogo, l’insegnamento del nostro Signore comprende tutta una serie di riferimenti agli angeli come a esseri reali. Negarne pertanto l’esistenza significativa gettare discredito sulla veracità stessa di Gesù. I dettagli specifici della rivelazione biblica sono naturalmente importanti, ma nell’esaminarli è bene tenere a mente queste tre caratteristiche di tale rivelazione. Esamineremo dapprima l’insieme dei dati presentati dalla Bibbia, quindi gli insegnamenti specifici di Cristo.

A. Nell’Antico Testamento
L’Antico Testamento presenta sempre gli angeli come creature reali, oggettive e viventi. Non c’è modo di considerarli illusioni o prodotto dell’immaginazione. Nelle trentaquattro ricorrenze del termine negli scritti mosaici, gli angeli sono sempre presentati come creature reali che compiono azioni specifiche conformi al loro ministero di messaggeri ( è proprio questo infatti il significato sia del termine ebraico che greco per designare gli angeli). Ad esempio, Abramo mangiò e parlò con angeli ( Ge 18). Molti riferimenti presenti nel Pentateuco e in Giudici riguardano l’angelo di Yahweh. Tutto sembra indicarne la natura divina. Un angelo eseguì il giudizio d’Israele dopo che Davide, sbagliando, fece il censimento del popolo ( 2 S 24:16; difficilmente fu un’illusione). Isaia parla di serafini ( 6:2) ed Ezechiele di cherubini  (10: 1-3). Daniele menziona Gabriele ( 9:20-27) e Michele ( 10:13; 12:1). Zaccaria menziona spesso gli angeli quali agenti di Dio ( cap. 1) e interpreti delle visioni ( capp. 1-6). Nei Salmi gli angeli sono ritratti come servi di Dio, che lo adorano e liberano il popolo di Dio dal male ( 34:7; 91:11; 103:20).
B. Nel Nuovo Testamento
Oltre a quanto il Signore stesso insegnò sugli angeli, anche gli scrittori del Nuovo Testamento ne affermano l’affettiva esistenza. Gli scrittori evangelici mettono il ministero angelico in relazione alla nascita, alla vita, alla risurrezione e all’ascensione di Cristo ( Mt 2:19; Mr 1:13; Lu 2: 13; Gv 20:12; At 1: 10-11). Nel resoconto del libro degli Atti, gli angeli erano impegnati ad aiutare i servitori di Dio, aprendo i cancelli delle carceri per gli apostoli ( 5:19; 12:5-11), guidando Filippo e Cornelio nel ministero ( 8:26; 10:1-7) e incoraggiando Paolo nel mezzo della tempesta abbattutasi mentre si trovava in viaggio alla volta di Roma ( 27:23-25). Paolo ( Ga 3:19; 14 Ti 5:21), lo scrittore agli Ebrei ( 1:4), Pietro ( 1 P 1:12) e Guida ( v.6), nei rispettivi scritti, fecero riferimento agli angeli. All’incirca sessantacinque chiari riferimenti ad angeli ricorrono in Apocalisse, più che in qualunque altro libro della Bibbia. Il Nuovo Testamento fornisce prove chiare, abbondanti e indiscutibili dell’esistenza di tali creature.
C. Negli insegnamenti di Cristo
Gli angeli servirono Cristo nel deserto dopo la tentazione di satana ( e naturalmente nessun testimone era presente, pertanto il resoconto si basa sulla veracità del Signore). Egli insegnò  che la condizione umana dopo la risurrezione sarebbe stata simile a quella degli angeli: neanche l’uomo, come gli angeli, sarebbe stato in grado di procreare ( Mt 22:30). Gli angeli separeranno il Signore alla sua seconda venuta ( 25:31). Senza nemmeno rimandare ai riferimenti all’opera di Cristo in relazione ai demoni, esiste motivo sufficiente per affermare che egli credeva nella realtà angelica. Solitamente, l’ultima cosa che i critici della Bibbia sono pronti a dismettere sono le parole di cristo. Come si rapportano allora quegli stessi critici alle prove della sua fede nell’esistenza degli angeli? Alcuni dicono che in effetti egli era in errore. Egli credeva alla loro esistenza, sbagliandosi. Altri sostengono che egli adattava i suoi insegnamenti alle credenze popolari del tempo. In altre parole, dal momento che la gente credeva negli angeli ( e nei demoni), egli faceva leva su queste credenze pur sapendo che non esisteva alcun ordine angelico. Alcuni dei riferimenti agli angeli tuttavia non possono essere spiegati in questo modo ( vd Mt. 18: 10; 26:53). Altri sostengono che gli scrittori dei Vangeli abbiano aggiunto questi riferimenti agli angeli perché loro stessi vi credevano. Non c’è nulla che impedisca a questo genere di critica letteraria di privarci di altri ( se non di tutti) insegnamenti di Cristo. Naturalmente esiste un’altra opzione, la più semplice e la più ovvia. Cristo sapeva che gli angeli esistono e la sua consapevolezza si trova riflessa nel suo insegnamento. 
 
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