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BEATA ANNA DEGLI ANGELI MONTEAGUDO E PURGATORIO PDF Print E-mail
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BEATA ANNA DEGLI ANGELI MONTEAGUDO E PURGATORIOAnna Monteagudo Ponce de Leon nacque ad Arequipa, in Perù nel 1602 e morì il 10 gennaio 1686. All’età di tre anni i genitori l’affidano al monastero domenicano di Santa Caterina perché ricevesse la sua formazione. Ritornata a casa, a 14 anni, dopo un anno di permanenza in famiglia, nel 1618 volle rientrare in monastero ma come suora anche se per realizzare ciò dovette vincere la forte opposizione paterna. Divenne religiosa con il nome di suor Anna degli Angeli. Leggendo la vita di S. Nicola da Tolentino durante il noviziato, la Beata era rimasta molto impressionata della familiarità di lui con le anime del Purgatorio e delle penitenze che faceva per suffragarle. Da quel momento lo volle imitare iniziando l’Opera dei Suffragi. Non disponendo di una rendita fissa per la celebrazione di Messe, pensò di intentare causa alla sua famiglia per avere parte dei beni che le aspettavano per diritto ereditario, ma mentre pregava, il Signore le ordinò di non preoccuparsi di nulla perché l’avrebbe sempre aiutata. ...

... Diede principio alla sua opera nella festa di S. Nicola facendo celebrare una Messa per le anime sante con “un reale da otto”, che aveva posto in serbo per comperarsi un paio di scarpe. A poco a poco giunse a farne celebrare trecento soltanto nell’ottavario della festa del santo, tanto erano numerose le elemosine che riceveva da ogni parte del  paese con la licenza dei superiori. Quando le restava del denaro lo ripartiva tra le persone più povere del monastero, abitato da suore di velo nero e bianco, da novizie e donate, da serve e schiave, senza ritenere nulla per sé. Speciali mortificazioni e preghiere faceva il lunedì e il sabato per le anime del Purgatorio, e il venerdì e le vigilie delle feste della Madonna e dei santi di cui era particolarmente devota digiunava a pane e acqua. Diceva che compiva queste opere perché “le pene del Purgatorio che aveva viste, erano terribili”. Nel monastero era opinione corrente che alla Beata apparissero molte anime dei defunti di tutte le condizioni sociali, inclusi vescovi, preti e religiosi per raccomandarsi alle sue preghiere. Persino il re di Spagna, Filippo IV (+1665), appena morì ne andò in cerca. Così confidò  lei stessa al sacrestano e becchino del monastero. A Mons. Antonio Léon, vescovo  di Arequipa dal 1667 al 1709, confidò che durante il pontificale da lui celebrato in una solennità di pasqua, “uscirono dal Purgatorio, tante anime che ne restò spopolato”. A Don Marco de Molina, suo confessore, la Beata confidò che un anno, nella festa di S. Nicola, si era trovata senza i denari per la celebrazione delle Messe. Invece di perdersi d’animo si recò in coro e supplicò il cielo di ispirare a qualche pia persona il desiderio di venirle in aiuto. Dopo poco tempo giunse al monastero Mons. Gaspare de Villaroel il quale, fatta chiamare la Beata, le rivelò, che mentre stava recitando il Breviario, se lo era visto sottrarre di mano. A lei ne era venuto a chiedere la spiegazione essendo al corrente delle relazioni che intratteneva con le anime del Purgatorio. Suor Anna gli confidò allora che aveva bisogno di duecento scudi per la sua Opera dei Suffragi. Ritornato in episcopio, il vescovo gliene mandò duecentocinquanta. Con l’animo traboccante di riconoscenza la Beata supplicò le anime sante di pregare Dio per la prosperità del loro benefattore. Le apparvero immediatamente alcune di loro tenendo in mano un vassoio contente varie insegne prelatizie e le comunicarono che erano riservate a Mons. Gaspare de Villaroel il quale sarebbe stato eletto arcivescovo di La Plata (Argentina), come realmente avvenne dopo diverso tempo. Il Signore concesse a Suor Anna degli Angeli altri doni mistici come la penetrazione dei cuori, la guarigione dei malati e soprattutto la predizione di cose future o remote. Al sacrestano del monastero descrisse, per esempio, l’arrivo in diocesi, come vescovo, di Mons. Giovanni de Almoguera oltre un anno prima dell’avvenimento, e quando si sparse la notizia che, partito da Cadice, era perito in un naufragio, ella assicurò tutti dicendo che la notizia era falsa. Dopo che questi prese possesso della diocesi nel 1659, gli predisse che sarebbe stato eletto arcivescovo di Lima, e quando nel 1676 vi morì, ella ne vide l’anima in Purgatorio. Durante l’episcopato di Mons. Antonio de Léon, che governò dal 1677 al 1709, mentre la Beata se ne stava a letto inferma, un giorno fu udita gridare: “S. Nicola, anime benedette del Purgatorio, proteggete il mio padre e pastore!”. E poco dopo: “Siano rese grazie a Dio perché il nostro pastore è fuori pericolo!”. In spirito aveva visto che, durante la visita pastorale che stava facendo alla diocesi nel mese di dicembre 1682, nel guardare un torrente aveva corso il pericolo di naufragare. A Don Marco de Molina predisse la morte di diverse persone entro breve tempo, e comunicò la triste notizia che il vescovo di Concezione in Cile era affogato. Suor Anna degli Angeli trascorse gli ultimi dieci anni della sua vita in croce con Gesù, lieta di patire per suffragio dei defunti, la conversione degli infermi e dei peccatori, le necessità di tutta la Chiesa. Nel 1676 fu colpita da diverse infermità, che sopportò senza un lamento: mal di fegato, reumatismi, ritenzione di urina, una continua sudorazione e una progressiva cecità. Quando  non poté più prendere parte al coro, il vescovo permise che un sacerdote nel suo piccolo appartamento celebrasse per lei la Messa e le desse la Comunione. A Don Marco de Molina predisse che sarebbe morta sola. Suor Giovanna di S. Domenico, che convisse con lei per quarant’anni come segretaria, ci informa che la mattina del 10 gennaio 1686 fu trovata morta seduta sul suo letto con la corona del rosario tra le mani congiunte. La consorella che l’assisteva era stata mandata dalla morente in parlatorio a consegnare ad un sacerdote l’obolo per la celebrazione di una Messa. Il corpo della Beata rimase flessibile dopo la morte e al momento della sepoltura versò sangue fresco e rosso. Alle esequie presiedute da  Mons. Antonio de Léon prese parte una grande folla di fedeli. Paolo VI ne riconobbe l’eroicità delle virtù il 23-5-1975, e Giovanni Paolo II la Beatificò il 2-2-1985.

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
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