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Padre Francesco Bamonte dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, sacerdote dall’8 settembre 1990, è esorcista nella diocesi di Roma e presidente dell’associazione degli esorcisti italiani. Sin dai primi anni del suo sacerdozio si è dedicato per mezzo dell’ascolto, del consiglio, dell’incoraggiamento e dell’accompagnamento nella preghiera, all’aiuto delle persone cadute vittime dei “maghi” o danneggiate da pratiche occulte di varia natura. Nel 1997 entrò a far parte dell’Associazione Internazionale Esorcisti. Dal 2005 è uno dei docenti del corso “Esorcismo e preghiera di liberazione”, promosso all’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” in Roma. Su richiesta di Vescovi di varie diocesi italiane ed estere, da alcuni anni offre relazioni di carattere formativo per i seminaristi e i sacerdoti riguardo il ministero dell’esorcismo, la specifica pastorale degli esorcismi e i problemi pastorali derivanti dalla diffusione nella società delle varie forme do occultismo. ...
... Con la casa editrice “Ancora” , ha pubblicato “Cosa fare con questi maghi? Come liberarsi dalla superstizione e difendersi dai truffatori” (2000); “I danni dello spiritismo. L’azione occulta del Maligno nelle presunte comunicazioni con l’aldilà” (2003). Con le “Paoline Editoriale Libri” ha pubblicato: “Possessioni diaboliche ed esorcismo. Come riconoscere l’astuto ingannatore” (2006); “Gli angeli ribelli. Il mistero del male nell’esperienza di un esorcista” (2008); “La Vergine Maria e il diavolo negli esorcismi” (2010). Il 19 luglio 2012 è stato eletto nuovo presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti. Padre Bamonte ha tenuto una relazione molto interessante al Convegno Nazionale degli esorcisti italiani nel 2013 e tra l’altro ha affermato: “Una caratteristica ricorrente, negli esorcismi, è l’insistente richiesta del demonio di essere adorato, come se fosse Dio. Il demonio, che non vuole accettare la sua “creaturalità”, si auto – illude di essere Dio ed è avido di ricevere dagli uomini quel culto che spetta solo a Dio. Spesso, mentre lo sto esorcizzando, dice: “Adorate me, adorate me, io sono dio, io sono dio! Mettetevi in ginocchio9 quando si pronuncia il mio nome. Io sono l’onnipotente! Invocate me!”. A queste espressioni, come suggerisce la norma n.° 20 del Rituale Romanum (Titulus XII “De exorcizandis obsessis a doemonoo”), rispondo con frasi della Sacra Scrittura: ad esempio con le parole di Gesù nel deserto: “Vattene Satana! Sta scritto: adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto!”; e poi con quelle di San Paolo: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre”. (Fil 2, 10-11). A volte aggiungo frasi spontanee di questo genere: “Solo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo è Dio. Non c’è altro Dio. Prostrati davanti a Lui e adoralo!”. Ai ripetuti inviti ad adorare l’unico vero Dio, una tra le tante frasi con cui mi sono sentito rabbiosamente rispondere e che esprimono tutta la sua superbia e presunzione, è questa: “Mai,mai! Io sono dio! Guardati intorno e vedi come tutti mi seguono, come tutti cercano quello che io voglio dare!”. Un altro caratteristico atteggiamento del demonio, durante gli esorcismi, è il parlare frequentemente di sterminio e distruzione: tutto ciò che è bello, buono, sano, pulito, armonioso, con linguaggio beffardo, viene preso di mira, con la minaccia di volerlo deturpare, e distruggere. Si avverte il suo particolare odio verso il sacramento del matrimonio e verso gli affetti familiari: reagisce in maniera estremamente violenta quando si benedice il matrimonio di due sposi; o quando li si invita a rinnovare le loro promesse matrimoniali. Un giorno (Nell’anno 2005) , espresse molto bene il suo odio per la famiglia con queste parole: “Non mi piacciono ancora come vanno vestite le donne. Devono essere sempre più svestite, così che il sesso sia sempre più dominante e io possa distruggere sempre più le famiglie!”. Altre volte ha definito gli organi sessuali, con evidente linguaggio metaforico, “il centro del mondo”. Ho riscontrato altre reazioni furibonde anche quando ho benedetto il fidanzamento di giovani che si erano impegnati seriamente a vivere nella castità. Il demonio qualificava questa loro scelta come una porcheria. Un altro aspetto della “personalità” del demonio, che si evidenzia fortemente negli esorcismi, è il suo puro odio. Egli gode del male, in qualunque forma si realizzi. Una volta ha gridato queste parole: “Prendi quello schifo del libro dell’Apocalisse. C’è scritto di quella Donna che partorisce. Io i bambini cerco sempre di mangiarli. Sai come?”. E ha descritto, con parole tremende, lo sterminio giornaliero, in ogni parte del mondo, di migliaia di bambini nel grembi materno con l’aborto e le violenze sessuali sui piccoli. Quel che ancor più rendeva raccapricciante tali descrizioni, era ogni volta l’aggiunta dell’espressione “come godo!”. Questa stessa espressione l’ha usata anche riferendosi ai giovani che, con la droga, si riducono a larve umane, e ai kamikaze, che si fanno esplodere. Mi ha colpito molto anche il modo con cui capovolge le cose, considerando il bene male e il male bene. Ad esempio varie volte, presentandogli., una reliquia, ha detto: “Che puzza! E’ la puzza di chi ha scelto Lui! (si riferisce a Gesù Cristo, che, per odio e disprezzo, non nomina quasi mai)”; presentandogli una corona del Rosario l’ha definita: “Catena maledetta, con la Croce in fondo”; all’aspersione con l’acqua benedetta, ha protestato, affermando di non voler essere lavato da quell’acqua, che “puzza e che lo brucia”; alle mie parole: “Benedici Signore questo nostro fratello! Ha prontamente risposto: “Che sia maledetto, lo porterò con me all’inferno!”; alle parole del Vangelo: “Venite con me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Mt 11, 28), immediatamente ha replicato: “Venite a me voi tutti che siete “allegri”, venite a me voi tutti che siete perversi e io vi ristorerò”. Una volta , mentre facevo un esorcismo, giunti alle parole dell’esorcismo “inimìce fidei, hostis, géneris umani, mortis adductor” (“Nemico della fede, avversario del genere umano, portatore di morte”), il demonio espresse tutta la sua irresistibile aspirazione al male e per il male cin queste parole: “Il potere del peccato sarà il nostro altare, su quello sacrificheremo le anime dei tuoi figli maledetti, su quell’altare faremo il sangue dei tuoi figli maledetti. C’è un dio per chi odia, e questo dio è il mio dio”. Sempre, poi, nelle sue invettive, emerge anche come egli è davvero colui che tenta continuamente di dividere gli uomini e di aizzarli gli uni contro gli altri. ama infatti sottolineare che gli piace vedere l’odio fra gli uomini ed è avido della malvagità umane perché, come ha affermato più volte: “sono “cibo” che mi alimenta e mi rafforza”. A tale proposito , tante volte l’ho sentito affermare, in perfetta sintonia con la teologia, che il male è una scelta della nostra volontà e quando la volontà umana, sorretta dalla grazia gli si oppone, non può nulla. Allo stesso tempo, tante volte ha anche affermato, in maniera molto chiara, questa sua principale attività in mezzo agli uomini, che è appunto la tentazione. Una volta, al momento in cui viene definito dal rituale degli esorcismi: “malorum radix, fomes vitiorum, sedùctor hòminum , proditor gentìum” (“radice di tutti i mali, fomite dei vizi, seduttore degli uomini, ingannatore dei popoli”), ha espresso la sua attività tentatrice con queste parole eloquentissime: “Il nostro dovere è tentare sempre, chiunque, dovunque e comunque. Qualcuno ci cade nella nostra rete, qualcuno ci cade per sempre!”. Un’ultima esperienza che riporto, tra quelle che mi colpiscono durante l’esorcismo, è toccare con mano la potenza e l’efficacia della preghiera. L’esorcismo è un’azione liturgica, quindi è preghiera della Chiesa. L’esorcista non esorcizza a suo nome, ma in nome di Cristo e della Chiesa. Ebbene,m se si rimane molto dispiaciuti per le sofferenze che il demonio infligge alla persona che possiede, allo stesso tempo, riflettendo, comprendiamo che se questa preghiera disturba così tanto il demonio, al punto di causargli tali reazioni, allora qualsiasi altra preghiera, liturgica o privata, se fatta con fede, porta il suo frutto., anche se non ne vediamo così sensibilmente ed immediatamente gli effetti. Tutto questo ci sprona ad amare la preghiera, sia quella comunitaria, sia quella individuale e ad aumentare il desiderio e la frequenza, con la certezza che la preghiera sincera è sempre causa di un effetto benefico, anche su noi stessi, sebbene sul momento non sia sempre percepibile. Ricordo come una volta il demonio stesso, suo malgrado dovette confermarlo, dicendo, senza dubbio costretto da Dio: “Se voi uomini viveste in ginocchio davanti a Lui e cantaste le sue lodi come fanno gli angeli, noi non avremmo tutto il potere che ci date su di voi”. Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |