Menu Content/Inhalt
Home Page arrow San Michele Arcangelo arrow IL MONACO ITINERANTE BERNARDO E SAN MICHELE
IL MONACO ITINERANTE BERNARDO E SAN MICHELE PDF Stampa E-mail

IL MONACO ITINERANTE BERNARDO E SAN MICHELEDi un certo interesse è l’itinerario descritto dal monaco francese Bernardo che, verso l’865, intraprese il viaggio verso Gerusalemme insieme ad altri due monaci, uno spagnolo ed un beneventano. Bernardo  con i suoi compagni volle iniziare il viaggio da Roma per prendere dal papa Niccolò (858-867) una speciale benedizione e la licenza di compiere un pellegrinaggio devozionale verso i luoghi santi (loca sanctorum). Il primo luogo santo visitato fui proprio la chiesa di san Michele sul Gargano che Bernardo descrisse con brevi ed essenziali note di carattere tecnico. “La chiesa, infatti -. Dice – si trova sotto una cavità rocciosa, coperta superiormente da querce piene di ghiande (sarà arrivato nel mese di settembre) e può contenere cinquanta persone; l’ingresso è posto a nord di fronte all’altare dove si possono celebrare le sacre funzioni senza  possibilità di depositare dei doni. Davanti all’altare vi è un vaso sospeso dove invece si possono mettere i vari doni mentre ad oriente si può ammirare un’immagine dello stesso Angelo Michele. Altri altari sono presenti nella grotta ed il luogo santo è tenuto da un abate di nome Benignato insieme a molti confratelli”. ...

... Dal Gargano, percorrendo centocinquanta miglia arrivarono a Bari, una città che, pur essendo munita di robuste mura a Su e difesa a Nord dal mare, era occupata dai saraceni. Qui si rivolse al principe Sultano per chiedere con due lettere il visto per poter proseguire via mare il viaggio. Le lettere, dove stavano indicate le generalità del pellegrini ed il motivo del viaggio, erano indirizzate una al principe di Alessandria e l’altra al principe di Babilonia. Era sempre opportuno prendere delle precauzioni. Carlo Magno aveva concluso un trattato di pace con il sultano di Bagdad con cui veniva concesso il libero passaggio dei pellegrini verso i luoghi santi; in quel periodo sia i franchi che i saraceni avevano un pericolo in comune: quello dell’imperatore di Bisanzio (Con tutti gli accordi, dopo qualche anno nell’869 questo sultano ed i suoi saraceni che stavano a baria saccheggiarono il santuario di san Michele sul Gargano spogliandolo di ogni bene). Dopo Bari, camminando per novanta miglia, giunsero mal porto di Taranto dove vi erano sei navi con nove mila prigionieri cristiani beneventani dirette verso vari porti dell’Africa. Bernardo ed i suoi compagni di viaggio s’imbarcarono su una nave che, dopo trenta giorni di navigazione, giunse ad Alessandria d’Egitto. In questa città – annota Bernardo – fuori della porta orientale vi è un monastero dedicato a san Marco a ricordo della predicazione svolta tra queste popolazioni; ma il corpo dell’evangelista non c’è più perché i veneziani lo tolsero furtivamente per condurlo a Venezia. Dopo aver ricevuto dal principe di Alessandria un nuovo permesso per continuare il viaggio e tredici denari, navigando lungo il Nilo per sei giorni i nostri pellegrini giunsero alla città Babilonia (?), (nel luogo dove Giuseppe aveva costruito sedici granai durante la carestia) e furono condotti dal principe Adelacham. Questi, non curante delle lettere di permesso del principe di Alessandria, mise in prigione Bernardo ed i suoi amici. Dopo sei giorni furono liberati per intervento del patriarca Michele a cui obbedivano tutti i vescovi ed i monaci dell’Egitto. Allora il principe saraceno rifece il permesso di viaggiare mettendo il proprio sigillo e consegnando loro dei denari. Navigando sempre sul Nilo, giunsero alla città di Fartamea nel luogo dove si rifugiò san Giuseppe con Maria dopo essere stati avvisati dall’angelo del Signore. Qui concordò il prezzo con i  cammellieri per attraversare il deserto, un luogo senza erba o alberi da frutta, un paesaggio che somigliava ad una campagna coperta di neve. Dopo sei giorni di  viaggio giunsero alla città di Gaza, la città di Sansone, ricchissima di ogni bene, e passando dal castello di Emmaus, arrivarono finalmente alla santa città di Gerusalemme dove trovarono alloggio in un “Hospiotale” per pellegrini. Egli incomincia la descrizione di Gerusalemme e dei luoghi santi richiamando i vari episodi evangelici cui fanno riferimento. All’interno della città quattro chiese si distinguono per importanza: la prima ad oriente, dove fu trovata la croce del Signore, è chiamata basilica di Costantino; la seconda a sud; la terza ad occidente dove si trova il Santo Sepolcro con nove colonne di cui quattro di fronte allo stesso monumento e con le pareti che ricordano il posto dove l’angelo annunziò la resurrezione. Egli tralasciò ulteriori descrizioni a quello che aveva scritto Beda il Venerabile all’inizio dell’VIII secolo ma volle descrivere la cerimonia del sabato santo. Al mattino in chiesa dopo l’ufficio, si inizia a cantare il Kyrie eleison, si accendono le lampade che pendono sopra il Santo sepolcro ed il patriarca distribuisce le fiaccole  ad ognuno per illuminare uniformemente tutto l’ambiente. In mezzo a queste chiese vi è un luogo chiamato “paradiso” a cielo aperto con pareti raggianti di  oro e con pavimento rifinito di pietre preziose dove confluiscono quattro catene provenienti dalle quattro chiese poste nei punti cardinali in un punto , che sta a significare il mondo. Vi sono altre chiese nella città di Gerusalemme, tra cui Bernardo ricorda la chiesa di san Simeone dove il Signore lavò i piedi ai suoi discepoli e dove fu portato il corpo di Maria, la chiesa in onore di santo Stefano nel luogo dove è stato lapidato, la chiesa in onore del beato Pietro nel luogo dove negò di conoscere il Signore. Annota che a nord vi è il tempio di Salomone diventato una sinagoga saracena, mentre a sud il luogo dove l’angelo del Signore liberò Pietro dal carcere. Ad un miglio da Gerusalemme nella valle di Giosafat vi è  la città di Getsemani, luogo di nascita di santa Maria con una chiesa grandissima in  suo onore e con un’altra chiesa rotonda, senza tetto, dove è il suo sepolcro. Sempre a Getsemani vi è la chiesa con quattro altari rotondi dove il Signore fu tradito e la chiesa in onore di san Leone nel luogo dove il Signore fu sottoposto a giudizio. Poi giunsero al Monte Oliveto da cui si osserva il luogo della preghiera del Signore al padre. Lateralmente al predetto monte si osserva anche il luogo dove i farisei condussero la donna sorpresa in adulterio. Vi è qui la chiesa in onore di san Giovanni in cui è riportata la frase, su una lastra marmorea, che il Signore scrisse per terra. Alla sommità del detto monte, un miglio dalla valle di Giosafat, vi è il luogo dell’ascensione del Signore al padre. Si trova una chiesa rotonda, senza tetto, dove al centro con un altare, è ricordato il luogo dell’ascensione e dove sono celebrate le solennità delle messe. Poi prima di arrivare a Betania che si trova ad un miglio verso sud del monte Oliveto discendendo il monte si incontra un monastero nella cui chiesa si trova il sepolcro di Lazzaro: lì vicino a nord, vi è la piscina dove, per ordine del Signore, Lazzaro resuscitato si lavò (si dice che Lazzaro resuscitando abbia vissuto come vescovo ad Efeso per quaranta anni). Nella discesa del monte Oliveto verso una pianura ad occidente si osserva una pietra su cui discese il Signore stando in groppa ad una asinella. Inoltre nella valle di Giosafat, vi è la piscina di Siloe. Poi passarono per Bethlemme dove nacque il Signore, distante sei miglia., videro il campo dove lavorava Abacuc quando l’angelo del Signore gli comandò di portare la spada a Daniele nella meridionale Babilonia, dove regnò Nabucodonosor, adesso abitata da bestie e serpenti. Bethlemme ha una chiesa molto grande in onore di santa Maria dove al centro è riportata un’iscrizione sulla pietra; l’ingresso è posto a sud ed uscendo ad est si può  vedere la mangiatoia del Signore in direzione dell’iscrizione. Nel luogo dove il Signore nacque vi è l’altare dove vengono celebrate le messe. Vicino a questa chiesa a sud vi è la chiesa dei beati Martiri Innocenti. Infine ad un miglio distante da Bethlemme si trova il monastero dei Santi Pastori, ai quali l’angelo apparve nella natività del Signore. Alla fine a trenta miglia da Gerusalemme ad oriente vi è il Giordano con il soprastante monastero di san Giovanni Battista. Ma in questi luoghi vi sono ancora molti monasteri. Inoltre vi è nella parte pianeggiante ad ovest della città di Gerusalemme la chiesa di santa Mamilla, in cui vi sono molti corpi di martiri uccisi dai saraceni che la santa ha diligentemente ricomposti. Terminata la vista a Gerusalemme, via mare tornarono in Italia ed arrivarono al Monte Aureo (identificato come Olevano sul Tusciano in provincia di Salerno) dove vi è una grotta  con sette altari. E’ presente sopra una grande foresta: in questa grotta nessuno riesce ad entrare per l’oscurità tenebrosa presente a meno che non si accendono delle fiaccole. Qui fu abate don Valentino. Da Monte Aureo arrivarono a Roma dalla parte orientale nel luogo chiamato Laterano, dove vi è una chiesa ben fatta, sede apostolica, in onore di san Giovanni Battista. Dalla parte opposta ad occidente vi è la chiesa del beato Pietro, principe degli apostoli, dove le sue spoglie riposano , una chiesa che  nella sua grandezza e nei suoi ornamenti non ha uguale in tutto l’universo. A Roma inoltre riposano innumerevoli corpi dei santi. Lasciata l’Italia i nostri pellegrini si diressero verso la Francia alle due Tombe, un luogo posto su un monte che s’inoltra per due leghe nel mare. Alla sommità di questo monte vi è la chiesa in onore di san Michele ed invece alle pendici dello stesso vi il mare che straripa due volte, al mattino e alla sera, e le persone non possono salire il monte fin quando il mare non si ritira.  Però nella festa di san Michele lo straripamento del mare è contenuto da muri a destra e a sinistra. E in questo giorno solenne tutti possono salire al monte per pregare in qualsiasi ora, negli altri giorni questo non è possibile. Si conclude così l’Itinerario del monaco Bernardo, un pellegrinaggio iniziato con un luogo sacro dedicato a san Michele sul Monte Gargano e terminato con la visita dell’altro sacro monte dedicato a san Michele in Normandia.

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
< Prec.   Pros. >

Traduttore

English Arabic Bulgarian Chinese (Simplified) Chinese (Traditional) Croatian Czech Danish Dutch Finnish French German Greek Italian Japanese Korean Norwegian Polish Portuguese Romanian Russian Spanish Swedish Catalan Filipino Indonesian Latvian Lithuanian Serbian Slovak Slovenian Ukrainian Vietnamese Albanian Estonian Galician Hungarian Maltese Thai Turkish Persian Afrikaans Malay Swahili Irish Welsh Belarusian Icelandic Macedonian

Statistiche Sito

Utenti: 115386
Notizie: 3898
Collegamenti web: 35
Visitatori: 315017238
Abbiamo 9 visitatori e 1 utente online

Feed Rss