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IL CONCILIO DI TRENTO, FONDAMENTALE ANCHE OGGI PDF Stampa E-mail

IL CONCILIO DI TRENTO, FONDAMENTALE ANCHE OGGI

Quest’anno ricordiamo i 450 anni della chiusura del Concilio di Trento. Tale Concilio fu il campo di battaglia della lotta tra il partito conservatore della Chiesa, che intendeva semplicemente conferire nuovo vigore agli antichi dogmi, e quello progressista, che proponeva di venire a patti con i protestanti, operando più profonde riflessioni sulle condizioni della Chiesa del tempo. Questa è, naturalmente, una ripartizione di comodo, perché in realtà, all’interno delle correnti principali, vi erano ulteriori suddivisioni e orientamenti molto diversi. I conservatori videro accolte le loro istanze, il che comportò l’instaurazione di un numero di dottrine ortodosse che da quel momento divennero i fondamenti della fede cattolica, finendo per liquidare come “eresia” tutti i dogmi protestanti che da esse differivano. Tali dottrine cattoliche possono essere riassunte come segue, inserendo tra parentesi le corrispettive tesi protestanti: ...

... Le Sacre Scritture consistono  nel Vecchio Testamento, compresi gli Apocrifi, e nel Nuovo Testamento (i Protestanti rifiutano gli Apocrifi in quanto non “ispirati” da Dio). Il testo della Vulgata è l’unico autorevole e autentico (gli studiosi hanno individuato in esso molti errori). Le tradizioni non affidate alla scrittura, ma ricevute dagli apostoli e preservate dalla Chiesa romana, hanno pari autorità della Bibbia, dal momento che Dio stesso ne è l’autore e lo Spirito Santo il mezzo attraverso cui sono state rivelate (molte di queste tradizioni non sono comprovate e risultano essere dei semplici assunti elaborati dall’uomo, nel migliore dei casi indimostrabili). Nessuno avrebbe dovuto interpretare la Bibbia attribuendole un senso diverso da quello autorizzato dalla Chiesa (la Parola di Dio nelle Scritture è la pietra di paragone in base alla quale la dottrina della Chiesa e la pratica sacerdotale vanno misurate, non il contrario).

2.    Il peccato originale è presente nell’uomo e può essere lavato solo con la forma di battesimo stabilita dalla Chiesa, amministrabile sia agli adulti che agli infanti. (Una delle più comuni posizioni protestanti considera valide tutte le forme di battesimo, perché i battezzandi devono entrare nella Chiesa e non in una denominazione; i Battisti, i Pentecostali e alcuni altri gruppi insistono sul battesimo degli adulti).

3.    Cristo è morto per tutti gli uomini, ma il beneficio della redenzione è attribuito solo a quegli uomini che hanno condiviso la passione. Senza il previo intervento della grazia di Dio gli uomini non possono avvicinarsi a Lui, ma è facoltà di ogni uomo seguire o rifiutare la grazia, perché il peccato originale non ha estinto il libero arbitrio. La giustificazione origina dalla rinascita nel battesimo, ma anche dal desiderio che l’individuo ha di perseguirla e, pur essendo per fede, non è solo per fede. Un credente che abbia ricevuto la grazia può osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa e, così facendo avanzerà nel cammino verso Dio e otterrà ulteriore grazia compiendo opere buone. Le opere buone compiute prima della giustificazione non sono peccati, né la grazia è riservata esclusivamente agli eletti, mentre tutti gli altri sono predestinati al male.

4.    Il purgatorio esiste ( i protestanti lo bandiscono completamente).

5.    Il sacerdozio di tutti i credenti no.

6.    I sacramenti sono sette (i Protestanti ne accettano due, talvolta tre, talvolta nessuno – come fanno i Quaccheri). Per quanto concerne l’eucarestia, viene elevata a dogma la dottrina della transustanziazione e della Reale presenza di Cristo; la consustanziazione è invece condannata. Dal momento che Cristo è sia nel pane sia nel vino, risulta superfluo che i laici ricevano il calice.

7.    Solo i vescovi o i preti possono rimettere i peccati ( per i protestanti soltanto Dio ha questo potere, indipendentemente da quanto possa affermare qualsiasi prete).

8.    L’invocazione alla Madonna, il ricorrere ai santi e agli angeli, la venerazione delle reliquie, delle immagini sacre e le indulgenze vengono considerate pratiche lecite e quindi da mantenere.

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
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