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BEATA EMILIA BICCHIERI E IL PURGATORIO PDF Stampa E-mail

BEATA EMILIA BICCHIERI E IL PURGATORIO

Quarta di sette figlie di un nobile vercellese, Emilia Bicchieri (1238-1314), perse la madre in giovane età. Allora si gettò davanti ad un’immagine della santissima Vergine Maria e scongiurò la Regina degli angeli, di prendersi particolare cura di lei. All’età di 16 anni dichiarò al padre il suo più grande desiderio di consacrarsi a Dio, per tutta la vita, nell’ordine di S. Domenico. Il padre diede ascolto a questo desiderio, costruendo a sue spese, alla periferia di Vercelli, un monastero domenicano intitolato a Santa Margherita. Emilia vi si ritirò con alcune nobili vergini. A 20 anni fu eletta madre priora di questa comunità monastica. Ella sapeva sia gestire il monastero con amore e prudenza sia sollecitare le sue sorelle alla fedele osservazione delle regole dell’ordine e alla ricerca della perfezione, dando lei stessa il buon esempio. Cercò in particolar modo di abituare le sue sorelle alla pratica delle mortificazioni, insegnò loro a consegnare il frutto dei loro sacrifici agli angeli custodi, così che essi lo potessero utilizzare per la purificazione dei loro peccati durante la permanenza nel purgatorio. La madre priora negò spesso, per esempio, ad una certa suor Cecilia Avogadro il premesso di bere fuori dei pasti e le raccomandò di offrire questa privazione, ricordando il divino Salvatore che già crocifisso, soffrì di una terribile sete sul Calvario. ... 

... La suora Cecilia morì molto giovane,  apparve alla madre Priora tre giorni dopo la sua morte, comunicandole che avrebbe dovuto purificarsi per molto tempo nel purgatorio. Al terzo giorno, dopo la sua purificazione, giunse però il suo angelo custode: questi spense le fiamme del purgatorio che la circondavano, proprio con quell’acqua di cui si era privata così malvolentieri, anche se pronta al sacrificio, mentre viveva ancora nel monastero di Santa Margherita. Adesso si era liberata e poteva cominciare l’ascensione al cielo. Infatti se non avesse fatto quella penitenza dell’acqua, il suo tempo di purificazione sarebbe stato molto più lungo a causa del suo attaccamento ai parenti. La pia madre priora Emilia possedeva, in particolare, oltre alle sue altre virtù, un grandissimo amore per il Redentore nell’eucaristia.
Cristo stesso le aveva tolto, durante un’apparizione, ogni timore rispetto al frequente ricevimento della sacra Eucaristia, dicendole:” Sappi che quelli che mi ricevono con fervido amore mi piacciono infinitamente di più rispetto a quelli che, per timore di me, si tengono lontano!”
Tranquillizzata da questa apparizione, Emilia divenne sempre più assetata del pane celeste. Un giorno fu trattenuta al letto da una suora sofferente mentre si svolgeva la S. Messa. Non appena poté lasciare la malata, si precipitò al coro, dove le suore stavano ancora svolgendo le preghiere di ringraziamento; il prete si era già allontanato. Allora Emilia sacrificò al Salvatore questa privazione di non aver potuto ricevere la S. Comunione, cosa che lei aveva subito come pena d’amore. Nello stesso momento le apparse un angelo e la comunicò, davanti a tutte le altre suore.
Alimentata con il pane degli angeli, Emilia morì il 3 maggio 1314 per lodare e giubilare nella comunità degli angeli il sempre benevolo Dio. Il papa Clemente XIV ne approvò il culto come beata il 19 luglio1769.

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
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