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SAN LEONARDO MURIALDO E ANGELI PDF Print E-mail
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SAN LEONARDO MURIALDO E ANGELI Leonardo Murialdo che la Chiesa festeggia come santo il 30 marzo, nacque a Torino nel 1828 ed ivi morì nel 1900 dopo aver fondato la Pia Società Torinese di San Giuseppe. La sua famiglia è benestante e molto stimata nella Torino ottocentesca. Fama d’integrità di padre in figlio, religione professata e vissuta. A 16 anni dopo lo studio presso I padri Scolopi di Savona, è incerto se diventare ufficiale di re Carlo Alberto o ingegnere. E invece a 23 anni  (1851) eccolo ordinato sacerdote, dopo una splendida laurea in teologia all’università di Torino ( che all’epoca ha pure la facoltà  teologica). Ma non diventa un illustre cattedratico, come molti prevedono. Nel 1857 lo troviamo circondato da ragazzi scatenati e vocianti: dirige un oratorio a Torino,, perché glielo ha chiesto Don Bosco. Poi, all’età di 37 anni, ridiventa “seminarista”, lui e la sua laurea. Ma in un seminario speciale, quello parigino di Saint – Suplice. E’ un’immersione totale nelle novità educative e culturali d’Europa. Guardare oltre il muro di casa, andare oltre le usanze. Questo teologo dall’aspetto di solitario erudito è più avanti del suo tempo. E’ un prete ottocentesco – tanto per dire – che pratica nuoto e alpinismo, che invece di discutere di giornali ne fonda uno, ancora vivo al giorno d’oggi, la Voce del Popolo. Tornato da Parigi gli chiedono (no, lo supplicano anche in ginocchio) di salvare il collegio Artigianelli di Torino, un’opera splendida creata da Don Giovanni Cocchi, ma ora sull’orlo della rovina. ... 

...

Lui ne è come atterrito, ma poi accetta “provvisoriamente”. Tremando. Ma non trema più quando  si mette all’opera. Nei ragazzi orfani e abbandonati trova ora la ragione di tutte le sue scelte, lo scopo di tutti i suoi studi. I ragazzi valgono tutti i trentaquattro anni di vita che dedicherà loro, con fatiche , affanni, angosce e tanto silenzio. Così salva il collegio. Ma scopre che occorre dargli crescita, espansione; e che lui deve perciò trasformarsi in fondatore. Come Don Giovanni Bosco, come il Cottolengo. E così sarà. Nel 1873 fonda la Pia Società Torinese di san Giuseppe , congregazione religiosa ora nota come “Giuseppini del Murialdo”. E dal collegio torinese si arriverà alle case giuseppine del Duemila, in Europa., Africa, America. Interviene poi nella questione sociale, stimolando i cattolici del suo tempo a non gridare semplicemente l’allarme contro il socialismo “e poi  rimanere nell’inerzia”. Lui vuole quell’ascesa, nel concreto e nell’essenziale, ad esempio prolungando l’obbligo scolastico dai 9 anni ai 12 anni e meglio ancora ai 14 anni. I poveri “ascendono” soltanto col sapere, e bisogna darglielo. Leonardo muore consumato dalle fatiche, arricchendo Torino e la Chiesa di “questa santità così semplice, così vera, così silenziosa e così feconda”, come ha detto Paolo VI scrivendo il suo nome tra i santi , il 3 maggio 1970. Riguardo agli spiriti celesti san Leonardo Murialdo così ha scritto in uno dei suoi appunti:
 
Giorno 2º 29 7bre

Festa di S. Michele Arcangelo

V. Manna dell’anima - e Corn[elio] a Lapide, come infra Oggi festa di S. Michele Arc[angelo] e anche di tutti li altri Angeli non solo i Custodi, ma i 9 Cori o Gerarchie - Ang[eli], Arc[angeli], Troni, Dom[inazioni], Princ[ipati], Podestà - Virtù de’ Cieli, Cherubini, Serafini Tutti insieme: come tutti i Santi, membri di un corpo solo, G. C. così li Angeli - V. Gaume,153 Cat[échisme], vol. 8º, Lez[ione] 50
La Chiesa onora li Angeli come Amici e Ministri di Dio. " invoca " " Amici e Difensori d[egli] uomini.  Ma Dio sopraesaltò S. Michele a Principe d[elle] milizie celesti, 1º Arcangelo, Principe d[egli] Angeli, ed è il 1º difensore e protettore d[egli] uomini e quindi la Chiesa più lo onora, e vuole si invochi.   Ad accender sua Divozione festa di 2ª classe. Nel Confiteor, n[elle] Litanie, dopo Maria, S. Michele. Così n[elle] preci d[ell’]agonia, n[ella] Messa da Requiem; <e Leone XIII n[elle] preci dopo Messa p[er] la Chiesa>154
La parola Arcangelo [significa] Principe d[egli] Angeli; Angelo significa inviato, Messaggiero; onde Davide: Qui facit Angelos suos spiritus [cfr. Sal 103,11]; fa li spiriti suoi messaggieri, ministri. 7 sono i principali Arcangeli, di cui v[edi] in Tobia c. XII, 15 e Corn[elio] a Lapide, Comm[entarium] in Apoc[alipsem], c. 1º, v. 4º, - - e Comm[entarium] in Ep[istolam] Judæ Ap[ostoli], v. 9. S. Clem[ente] Aless[andrino] scrive: Septem sunt quorum maxima est potentia, primogeniti Angelorum principes - primi presso il trono di Dio - Tobiæ XII 15.
Michael: Quis ut Deus? quia pro hom[inibus] pugnat contra sup[erbum] Luciferum
Gabriel: Fortitudo Dei - quia fortia Dei nuntiavit Danieli, Mariæ, etc.
Raphael: Medicina Dei - quia Tobiæ cæcitatem curavit
Uriel:155 Lux Dei
Ieudiel: Laus Dei vel ignis = homines illumin[at] cognit[ione] Dei, et amore ecc.
Sealtiel: Oratio Dei - pro hom[inibus] orat, et ad orand[um] excitat
Barachiel: Benedictio Dei - ad benedict[ionem] Dei impellit
Michael vere Arcangelus, Princeps Angelorum; omnium Angelorum summus et princeps,
ideoque tutor Ecclesiæ <sicuti iam Synagogæ>
 
V. Segneri  Manna dell’anima
Michele braccio del Signore Fecit potentiam in brachio suo [Lc 1,51] = 1º ministro
Combatt[imen]to spirituale in Cielo " ora in terra: tutor Ecclesiæ come già della Sinagoga e p[er] li individui: costitui te Principem super omnes animas suscipiendas
<Leone XIII non dubitò correggere ossia aumentare le preci dopo la Messa> V. Segneri: <V. Manuel des vacances des Séminaristes> 156  Ù
Il suo nome è insegnamento Quando un’occasione lusinghiera: Quis ut Deus?
Preferirò a Dio un piacere sozzo? un’ambizione? Il suo nome è insegnamento: È dicendo Quis ut Deus? che conquise i ribelli, e cacciò i superbi de sede [Lc 1,52] <Difensore n[elle] tentazioni> V. Segneri <Difensore alla morte>
<1º S. Michele è il braccio di Dio: Fecit potentiam in brachio suo, dispersit super[bos] [Lc 1,51] Dio si serve di lui principalmente; gli altri chiamansi angeli eius [Sal 96,7]
2º Anche ora contro i nemici della Chiesa. Leo XIII
3º A difesa dei singoli fedeli - in morte> 158 Ù
(Dagli scritti del Santo -  Volume 6, pag. 611 Libreria Editrice Murialdo - Roma)

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
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