SANTA GELTRUDE DI HELFTA E LA PREGHIERA ALLE ANIME PURGANTI |
Non ci sono traduzioni - There are no translations - Nein Übersetzungen - No traducciones - Aucun traductions Gertrude nacque nel 1256 a Eisleben e morì nel 1302 a Helfta. Fu una intellettuale, una studiosa, una poetessa che meritò l’appellativo di Geltrude la Grande. Quando all’età di cinque anni venne affidata al monastero cistercense di Hefta, non poteva immaginare che la sua anima si sarebbe potuta nutrire tanto copiosamente. Probabilmente il pensiero di Dio non riempiva ancora il suo cuore, sia per la giovanissima età, sia perché i monasteri del XII secolo, in particolare quelli tedeschi, erano anche collegi oltre che ritiri spirituali. Era quasi una fortuna per una fanciulla venirvi ammessa, perché poteva usufruire di un’educazione negata alla maggioranza delle donne. Ella completò i suoi studi quindi, manifestando una vera e propria predilezione per la letteratura. Non poteva essere altrimenti perché a guidare la sua crescita c’era una delle figure più prestigiose del periodo, Matilde di Brandeburgo. Anche Matilde seguiva la regola cistercense, ma la sua spiritualità era unica: questa mistica aveva composto “La fluente luce divina”, un libro misto di dialogo e prosa, originariamente scritto in dialetto basso – tedesco, in cui si descrivono meditazioni e visioni mistiche in una forma simile quella della poesia volgare. Il periodo è quello dell’Amor celeste, che in Italia grazie a Dante, suo rappresentante più illustre, si esprime attraverso il Dolce Stil Novo, mentre in Germania non esistevano figure così elevate. ... ... Matilde trasferisce quel tema profano nell’ambito religioso, cercando di adattarvi il proprio stile. Gertrude ereditò, questo amore per la poesia: scriveva talmente tanto che si pentirà di questo trasporto, considerandolo quasi un’offesa nei confronti di Dio. Lei stessa scisse che intorno a 26 anni il Signore decise finalmente di porre fine ai turbamenti che la spingevano a trovare conforto nei versi: “Voi, la Verità, il mio Dio, più sereno di tutta la luce, più interiore di tutti i segreti, volete che mi dedichi completamente a Voi e io userò ogni mio verso, ogni mia parola per lodare il Vostro nome”. L’amore cortese divenne allora “amore divino”, nel senso più alto del termine: ella cominciò ad avere visioni ,e stasi, stigmate. Come se non bastasse infermità di varia natura iniziarono a colpirla, ma mai piegandola, anzi rafforzando sempre di più il suo spirito., le voci corsero in fretta, e altrettanto velocemente gridando al miracolo. La gente si affollava nel monastero per vederla e interrogarla ed ella, con pazienza e serenità aveva una parola per tutti, specie per chi soffriva di più. Essa ha lasciato molti testi, inni all’amore divino, estratti delle Sacre Scritture, eppure passeranno interi secoli prima che la storia si ricordasse del suo nome. Allora vorrà definirla “La grande”, unica Santa a fregiarsi di questo titolo dato che veniva affidato sola gli uomini, e nel 1738 la sua santità sarà proclamata. Una significativa devozione di ispirazione divina in favore dei defunti in Purgatorio è legata a santa Gertrude di Helfta, la cui memoria si celebra il16 novembre. Alla scuola di santa Matilde di Hackeborn. Quest’ultima, nata nel 1241 a sette anni era divenuta monaca e in seguito narrò nel Liber specialis gratiae le meraviglie che il Signore le operava nell’anima. Seguendone le orme, Gertrude, rivelò che a 26 anni il Signore “più lucente di tutta la luce, più profondo di ogni segreto , cominciò dolcemente a placare quei turbamenti che aveva acceso nel mio cuore”. Dopo tale visione cominciò a ricevere altri doni carismatici, come le stimmate e numerose estasi, durante una delle quali Gesù rispose a una sua domanda relativa alle quattro orazioni da lei recitate in sequenza ogni giorno in favore delle anime del Purgatorio: “Le gradisco tanto ed è come se liberassero me stesso dalla prigionia ogni volta che con queste preghiere si libera un’anima dalle sue pene. Ricambierò al momento opportuno queste opere di carità, secondo l’onnipotenza della mia generosità”. Ecco la preghiera da fare in suffragio delle anime purganti: 1. Ti saluto e benedico, dolcissimo Gesù. Ti adoro con tutto il mio cuore e ti ringrazio per l’amore che ci hai manifestato con la tua incarnazione, la nascita nella povertà e per averci lasciato te stesso nel santissimo Sacramento. Ti prego di unire questa mia preghiera, che ti offro per la cara anima del defunto [pronunciarne il nome], ai meriti della tua santissima vita. Con l’abbondante grazia di tale preghiera desidero supplire e compensare perfettamente ciò che questa anima ha trascurato nelle tue lodi, nelle preghiere, virtù e buone opere che avrebbe dovuto compiere per tuo amore, avrebbe potuto con la tua grazia e non ha fatto con pura intenzione e perfettamente. Amen. L’eterno riposo. 2. Ti saluto e benedico, dolcissimo Gesù. Ti adoro e ti ringrazio per l’amore infinito che ci hai manifestato quando tu, creatore dell’universo, per redimerci ti sei reso vittima inerme nelle mani degli uomini che ti hanno legato, trascinato, battuto, insultato, flagellato, coronato di spine e condannato a morte, spogliato, crocifisso, fino a morire d’una morte terribile sulla croce, con il cuore trafitto da una lancia. Mi unisco al tuo immenso amore offrendomi queste mie orazioni e ti prego, per i meriti della tua santissima passione e morte, di cancellare ciò che l’anima per la quale ti prego ha fatto contro la tua volontà con pensieri, parole e opere. Ti prego pure di offrire a Dio Padre i tuoi meriti, ogni pena e dolore del tuo corpo piagato della tua anima addolorata , per riparare alle mancanze commesse da questa anima e soddisfare così la tua giustizia. Amen. L’eterno riposo. 3. Ti saluto e benedico, dolcissimo Gesù. Ti adoro e ti ringrazio per l’amore e la bontà con cui tu, risorgendo e ascendendo al cielo, glorificasti la nostra umanità già vinta dalla morte e la collocasti alla destra del Padre. Ora ti prego che l’anima per la quale ti supplico possa presto partecipare ala tua gloria e al tuo trionfo. Amen. L’eterno riposo. 4. Ti saluto e benedico, dolcissimo Gesù, Ti adoro e ti ringrazio per tutti i benefici di cui hai colmato la tua gloriosa Madre e tutti i tuoi eletti. Desidero unirmi ora all’amore dei tuoi santi che ti glorificano e ti ringraziano per la salvezza ottenuta per mezzo della tua incarnazione , passione e risurrezione e ti prego di supplire della tua e nostra Madre immacolata e dei santi a quanto manca a quell’anima poter giungere nella patria beata e poter godere per sempre della tua presenza. Amen. L’eterno riposo. Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |
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