ANNA MOES E GLI ANGELI |
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Anna Moes, questo il vero nome di suor Maria Domenica Chiara della Santa Croce, è ancora oggi, un nome poco conosciuto. Tuttavia è stata una delle più straordinarie mistiche del secolo XIX. Ella è la fondatrice delle suore domenicane del Lussemburgo. è conosciuta soprattutto per la sua familiarità con l’angelo custode, frutto di educazione ma anche dono di Dio. Si racconta ce già nel primo anniversario della sua nascita, ebbe una visita da parte del suo angelo custode, sotto forma di un bambino di cinque anni. Egli recava un cuore circondato da una corona di spine e versante delle grosse gocce di sangue. Intorno al cuore, si leggeva questa iscrizione: “Figlia mia, ecco quello che soffre continuamente il Cuore di Gesù per la sua Chiesa. Non vuoi tu prendere parte alle sue sofferenze?”. La gravità di questo primo e precoce contatto della piccola Anna non impedisce all’angelo custode di mostrarsi un incantevole compagno, tanto più che lei è un po’ trascurata dai suoi genitori, ferventi cattolici, ma abbastanza distanti dai loro figli. Ella , ricordando la sua infanzia, sottolinea il ruolo avuto dall’angelo nella sua educazione: ... ... “ L’angelo, con una tenerezza senza confronti, supplì alla mancanza d’affetto dei miei. Talvolta mi portava di che mangiate, talvolta mi rivestiva con gli abiti che aveva pulito lui stesso, e sovente mi dava da mangiare una manne celeste che mi fortificava. Quando vi era troppo agitazione nell’albergo che tenevano i miei genitori, mi portava in chiesa per farmi pregare con lui, e quelle ore trascorse ai piedi del tabernacolo mi facevano dimenticare subito le sofferenze della giornata”. L’angelo custode sa anche tener conto della sua età, e la porta a giocare nei giardini del cielo con altri angeli: “Quella compagnia fu da quel momento la ricompensa dei giorni in cui la mia condotta era stata esemplare, ed io appresi ben presto ad indovinare dall’espressione del suo volto quando il mio angelo custode aveva l’intenzione di accordarmi un tale favore. Egli si mostrava allora affettuoso, mi chiamava sorellina, mi prendeva per mano, e ben presto ci trovavamo in un prato fiorito dove ci aspettavano i nostri celesti compagni. Là, tutti i dolori erano ben presto dimenticati , ed io avrei voluto restarvi sempre. Ma, essendo giunta l’ora, mi occorreva ritornare alle spine di questa terra, e sovente io prendevo congedo con le lacrime dai miei amici del cielo”. La missione più importante dell’angelo custode verso Anna era prima di tutto pedagogica. Le spiegava il catechismo, le insegnava a pregare e ancora a leggere e a scrivere, e anche a fare dei lavori ad ago. Ella si ritrovava in una classe in cui altri angeli, sotto forma di bambini della sua età, sembravano studiare con lei, una mistica emulazione: “Gli angeli che mi insegnavano erano degli spiriti dei cori superiori, il più spesso dei cherubini”. Beneficerà di questa formazione fino alla sua prima comunione, poi Gesù stesso s’incaricherà di istruirla del mistero della sua misericordia e la guiderà nella sua vocazione. Ma mai l’assistenza del suo angelo custode le farà difetto: egli la consiglierà e l’aiuterà nella sua opera di insediamento delle Domenicane del Lussemburgo, l’assisterà nel governo della sua comunità, la sosterrà nelle difficoltà che incontrerà presso l’autorità ecclesiastica. la causa di beatificazione è iniziata alcuni dopo la sua morte ma è rimasta agli inizi: uno dei motivi è il carattere “meraviglioso” della sua esperienza mistica, in particolare le sue relazioni col mondo angelico. Questo non costituisce certo un ostacolo al riconoscimento delle virtù eroiche di una donna che ha vissuto una vita interamente dedicata a Cristo e alla sua Chiesa servendo i più poveri. Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |
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