SAN GIOVANNI CASSIANO E GLI ANGELI |
Giovanni Cassiano (spesso chiamato semplicemente Cassiano) nacque nel 365 circa. Gennadio di Marsiglia, scrittore della seconda metà del V secolo,affermava che era uno “scita”, in altre parole della Scizia Minore o Dobrugia (alle foci del Danubio), e che forse proveniva dalle sponde del mar Nero dell’attuale Romania. Egli si recò in pellegrinaggio in Terra Santa e visse in un monastero di Betlemme, lasciandolo dopo un breve periodo per andare a studiare la vita monastica dei padri del deserto in Egitto, dove subì l’influenza di Evagrio Pontico, figura cruciale nello sviluppo della spiritualità monastica; trascorse poi un po’ di tempo a Sceti vivendo con i monaci. Nel 400 circa, si recò a Costantinopoli, dove divenne discepolo di S. Giovanni Crisostomo , allora patriarca della città, e fu ordinato diacono. Alla deposizione di S. Giovanni Crisostomo, Giovanni Cassiano fece parte della delegazione inviata a Roma per intercedere presso papa S. Innocenzo I in suo favore; è possibile che fosse ordinato sacerdote in questo periodo, forse a Roma. Per quando si sa, egli trascorse il resto della vita in Occidente, dove nel 415 circa, fondò due monasteri a Marsiglia, uno per monaci, costruito sulla tomba di S. Vittore l’altro per monache. ... ... Scrisse due importanti opere sul monachesimo. Istruzioni cenobitiche e Conferenze spirituali: nella prima stabiliva dettagliatamente le norme per la vita comunitaria monastica e descriveva quelli che, secondo lui, erano gli ostacoli principali alla perfezione monastica. Nella prefazione scrive: “Non cercherò di tessere, in tutto e per tutto, dei racconti intorno alle meraviglie e ai prodigi di Dio. Anche se ci risulta, per sentito dire, che molti di quei prodigi, che si direbbero perfino incredibili, sono stai compiuto dai nostri anziani tuttavia tralascerò questi racconti, che, oltre alla pura ammirazione, nulla di più, pere chi legge, producono in fatto di educazione alla perfezione della vita […]. Perciò non mi sono proposto i parlare delle meraviglie di Dio, quanto piuttosto di trattare brevemente di come correggere i nostri costumi, in base agli insegnamenti ricevuto dai nostri padri” (Istituzioni, prefazione 7-8). Quest’approccio moderato può aver contribuito a trasformare l’opera in un punto di riferimento per quelli interessati a osservare le regole monastiche, nei secoli successivi alla sua morte; letta estesamente in Occidente, fu una delle fonti su cui si basò S. Benedetto. Le Conferenze sono un racconto delle sue conversazioni con vari monaci egiziani, importanti per l’introduzione delle loro idee e del culto in Occidente, e specialmente nel monachesimo francese, sebbene si stia discutendo se siano accurati i lunghi discorsi dei Padri del deserto, che presentano talvolta elementi tratti da Evagrio Pontico. Egli scrisse anche L’incarnazione del Signore, per richiesta di S. Leone Magno per mettere in guardia l’Occidente contro l’affermazione che esistevano due persone in Cristo. Morì nel 435 circa, ed è considerato come uno dei padri fondatori del monachesimo occidentale. In Occidente, al di fuori di Marsiglia non esisteva quasi il culto, sebbene la Chiesa orientale lo ritenesse santo, e non compariva nel Martirologio Romano, perché si pensava fosse ideatore dell’eresia semipelagiana, che concerneva la relazione tra la volontà umana e la grazia divina, e sosteneva che si potevano compiere i primi passi verso la vita cristiana con la volontà e senza aiuto divino, e che la grazia interveniva successivamente. Ciò era in contraddizione con il severo insegnamento di S. Agostino sulla predestinazione e l’incapacità del volere umano di compiere opere buone senza la grazia; la dottrina di Giovanni Cassiano dovrebbe essere considerata parte dell’antiagostianismo, molto diffuso in Gallia meridionale, specialmente nei monasteri, e che perdurò per molti anni. Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |
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