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CHE COSA LA TRADIZIONE TRAMANDA SU SAN GIUDA TADDEO PDF Stampa E-mail

CHE COSA LA TRADIZIONE TRAMANDA SU SAN GIUDA TADDEO

Il 28 ottobre la Chiesa festeggia San Giuda Taddeo. Giuseppe di Simone Assemani, della Biblioteca Orientale, afferma che i siriani e i caldei riconoscono come loro apostoli i Magi, primi adoratori di nostro Signore Gesù Cristo. Fra i dodici, dopo Pietro, Tommaso, Bartolomeo, Matteo e Giuda, fratello di Giacomo. Infine i Settanta riconoscono Taddeo con i suoi discepoli Marino e Ageo. Ma preconizzano di preferenza gli altri, San Tommaso, Taddeo, Marino e Ageo, chiamandoli Apostoli per eccellenza dell'Oriente. Secondo quanto riferito, da loro ricevettero la fede. E ancora, gli attribuiscono la nascita della sede arcivescovile di Seleucia e Ctesifonte (sulle rive del Tigri), elevata più tardi a sede patriarcale. Di San Tommaso e San Taddeo dicono tutti, anche i siriani e i caldei, come pure greci e latini, che questi furono effettivamente apostoli di siriani e caldei. San Gerolamo ci assicura che S. Giuda Taddeo ha predicato a Odessa, attuale Urfa, in Turchia, come in Mesopotamia. ... 

... Nel suo opuscolo sulla festa dei santi apostoli, il 28 ottobre, ci racconta che San Giuda Taddeo pregò in Mesopotamia. Dello stesso ci persuade Isoardo con parole quasi identiche.
Nel calendario marmoreo di Napoli, del IX secolo, la festa di San Giuda Taddeo ricorre il 26 maggio.  Freculfo Lexoviense, scrittore di questo stesso secolo, asserì quanto segue (secondo tomo, primo libro, capitolo XIX): "Giuda, fratello di Giacomo, predicò il Vangelo in Mesopotamia e nell'entroterra del Ponto (nord-est della Turchia). Addolcì con la sua santa dottrina gente selvaggia e indomita, nature quasi animalesche, e li convinse alla fede cristiana. Fu sepolto a Berito, città dell'Armenia. Ci lasciò una breve epistola che fa parte delle sette epistole cattoliche".
La comunità greca conserva questa stessa tradizione riguardo alla missione di San Giuda Taddeo in Mesopotamia; fra le opere di San Ippolito Portuense, si conta l'Opuscolo dei Dodici Apostoli, nel quale si legge, riferendosi San Giuda Taddeo: "Giuda, soprannominato anche Lebbeo, dopo aver predicato al popolo di Odessa (l'attuale Urfa) e in tutta la Mesopotamia, morì e fu sepolto a Berito".
La stessa tradizione è confermata dal Catalogo dei Martiri o Martirologio della Chiesa greca dell'imperatore Basilio nel giorno 19 giugno, dove si dice:
"L'apostolo di Cristo: Giuda, il quale il santo apostolo ed evangelista Luca, negli Atti chiama con questo nome, ma è chiamato Taddeo dagli apostoli ed evangelisti Matteo e Marco, fu parente di nostro Signore Gesù Cristo secondo la carne, come figlio dello sposo Giuseppe e fratello di Giacomo Adelfoteu. Anche lui scrisse a tutti una epistola piena di luce e pregna delle dottrine dello Spirito Santo. E fortificato da Cristo e pieno di Spirito Santo, dissipò tutti gli errori e illuminò tutti i fedeli verso il Signore, diffondendo il Vangelo.
Dopo proseguì per la città di Odessa e guarì Abgar da una malattia. E infine si diresse alla città di Arat (in Turchia), dove fu crocifisso e trapassato dalle frecce. E così terminò la sua vita".
Nel Martirologio greco di cui stiamo parlando si menziona ancora San Giuda Taddeo apostolo il 22 maggio. Ma qui si dice appena che, infiammato dallo Zelo Divino, percorse tutte le città e le località. Però non viene indicata né la città e nemmeno il luogo; e nel giorno 30 di giugno celebra la Festa dei Dodici Apostoli subito dopo la commemorazione dei santi apostoli Pietro e Paolo. Tributando lodi e onori ad ogni apostolo in particolare, loda Giuda, fratello di Giacomo, crocifisso e trapassato dalle frecce.
Nel Dimenio, in uso nella liturgia dei greci, si legge che nel giorno 19 giugno San Giuda Taddeo predicò in Mesopotamia:
"Per questo illuminò con la sua parola la regione tra i fiumi (questa è la Mesopotamia, situata tra il fiume Tigri e l’Eufrate) e le regioni circostanti".
Gli orientali affermano all'unanimità che San Giuda Taddeo predicò il Vangelo in Mesopotamia ed in Estremo Oriente. Elia Damasceno, dopo aver enumerato nel Catalogo dei Canoni i vari padri della Chiesa siriana, parlando dell'apostolo Giuda aggiunge: "Tommaso, uno dei dodici, al quale più tardi si associò anche Giuda, figlio di Giacomo, a sua volta uno dei dodici, evangelizzò in quei luoghi tra le bande della Siria, nelle regioni dell'India e convertì alla fede cristiana i popoli dei paesi limitrofi fino al Mar Verde".
Cosa simile aggiunge lo storico Amro riguardante le prediche di San Giuda Taddeo: "Giuda, figlio di Giacomo, soprannominato Lebbeo e Taddeo, annunciò la buona novella della fede cristiana in Antartota (in Turchia) e a Laodicea (in Siria), proseguì poi verso Thadmora (l'attuale Palmira) e Raca (Calinico, sponda dell’Eufrate) e a Circesio e a Theman (in Arabia Saudita) e in altri luoghi dell'oriente. In India si incontrò con San Tommaso, dove trascorse del tempo con lui, ritornando in seguito nella sua regione. Innumerevoli moltitudini di uomini ricevettero dalle piaghe delle sue mani il santo battesimo. Fu lapidato e morì a Berito (in Armenia) dove fu sepolto.
San Gerolamo afferma che San Giuda Taddeo predicò il Vangelo a Odessa: "e ci trasmise la storia ecclesiastica che San Giuda Taddeo apostolo era stato mandato a Odessa insieme ad Abgar, re di Osrema".
Eusebio nella sua Storia Ecclesiastica (libro primo capitolo 12 e 13) narra: "La storia di Taddeo è questa:

La divinità di Gesù Cristo essendo già riconosciuta ovunque, per mezzo delle sue opere ammirevoli, attirò una moltitudine di ammalati e afflitti desiderosi di recuperare la salute, provenienti da regioni straniere e molto distanti dalla Giudea.
Per questo, Abgar, degno re di molte genti al di là dell’Eufrate, soffrendo di una grave infermità e non ricevendo più giovamento dalle medicine umane, conoscendo la fama del nome di Gesù e dei suoi stupendi miracoli, testimoniati da tutti, inviò una lettera a Gesù, pregando che lo liberasse da questo male. Gesù gli mandò una missiva dove prometteva di inviargli uno dei suoi discepoli per curarlo. E per restituire non solamente a lui la salute, ma anche a tutta la sua famiglia, parenti ed amici. Poco più tardi fu mantenuta la promessa di Gesù. Ebbene, dopo la resurrezione e l'ascensione di nostro Signore Gesù Cristo al cielo, Tommaso, uno dei dodici apostoli, mosso da divina ispirazione, inviò Taddeo a Odessa per annunciare la dottrina di Cristo e si realizzò ciò che Gesù aveva promesso. Gli avvenimenti di questo fatto si trovano negli archivi di Odessa che contengono la storia di Abgar.

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
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