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BEATA CRISTINA L’AMMIRABILE E IL PURGATORIO PDF Print E-mail
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BEATA CRISTINA L’AMMIRABILE E IL PURGATORIOLa Vita della beata Cristina del Belgio, chiamata pure Cristina l’Ammirabile, scritta da Tommaso di Cantimpré verso il 1232, è molto contestata nel suo valore storico, malgrado certe concordanze con testimonianze di Giacomo di Vitry (ed. in Acta SS. Iulii, V, Venezia 1748, pp. 650-60). Semplice pastorella di Saint-Trond, nella diocesi di Liegi, verso il 1182, dopo una crisi di catalessi, la santa contadinella decise di consacrarsi a Dio per una vita di penitenza. Non sembra abbia fatto parte di una comunità di beghine: era una di quelle pie donne che vivevano isolate e che si incontrano spesso all'inizio del sec. XIII. Si ritirò dapprima nel castello di Looz, poi a Saint-Trond, dove morì nel convento di Santa Caterina. La Vita le attribuisce una serie di azioni straordinarie, specialmente casi di levitazione che superano tutti gli altri conosciuti; ma se queste azioni avessero avuto veramente luogo, testimonierebbero piuttosto di una certa morbosità. Le sue reliquie, conservate già a Nonnemielen, si trovano attualmente nella chiesa dei Redentoristi di Saint-Trond.  Durante una visione le fu promesso di contemplare il cielo e il Purgatorio. ...

... Ella sentì una voce dire: “Cristina, tu sei nella felicità del cielo; ti lascio libera di scegliere: restare da oggi fra gli eletti, o ritornare qualche anno ancora sulla terra, per aiutare le anime del purgatorio con le tue buone opere. Se tu scegli la prima alternativa, sei nella certezza e non devi più temere nulla: nell’altro caso ritorni sulla terra per subire un vero martirio e poter aiutare degli infelici e rendere più splendente la tua corona…”. Cristina l’Ammirabile rispose: “Signore , fammi ritornare, affinché possa soffrire per i defunti; non temo alcun dolore, alcuna amarezza”. Ed essa compì opere espiatorie straordinarie per le anime del purgatorio. Molte di esse, fra cui il conte Luigi di Léon, le apparvero in riconoscenza di ciò che avevano ricevuto, poiché erano state liberate dal Purgatorio.

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
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