SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI E PURGATORIO |
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... Ma quando, consigliata dal Vescovo di Lodi, venne a conoscenza delle disperate condizioni in cui vivano migliaia di italiani emigrati negli Stati Uniti, abbruttiti dai malanni, dalla miseria e dall’ignoranza, non ebbe esitazioni e partì per New York, intenzionata a condividere, consolare, e soprattutto emancipare la loro penosa esistenza. Compì il primo dei suoi ventiquattro viaggi transatlantici nel 1889, aggiungendosi alle centinaia di speranzose e miseri compatrioti, vivendo in nave gli stessi insopportabili disagi. A New York, oltre ad occuparsi della direzione di una scuola, si prese cura di orfani ed ammalati. Promosse la fonda<ione dell’ospedale Colombo a New York, aprì una scuola a Buenos Aires, più di sessanta istituti per le figlie degli emigrati, altri ospedali a Chicago e in California, ospizi in altre città dell’America. E a chi si meravigliava di tanta operosità , era solita rispondere modestamente: “Non siamo noi a far questo: è Gesù”. La cagionevole maestrina lodigiana divenne così la donna forte che gli emigrati solevano chiamare Madre, ammirata dai più potenti uomini del mondo, rispettata dai più temibili gangester. Assistita dal Signore, riusciva a svolgere un’attività prodigiosa, a rendere possibili imponenti e utopiche realizzazioni. Gli Stati Uniti le conferirono la cittadinanza, e il Comitato americano dell’emigrazione italiana lo nominò “la più illustre emigrata del secolo”. Resa incrollabile dalla fede, minimizzava sulla cagionevolezza della sua salute, ripetendo spesso: “Ci sentiamo male? Sorridiamo lo stesso”. Morì a Chicago il 22 dicembre del 1917 nel Columbus Hospital, da lei stessa fondato, stremata nel fisico dall’ultimo dei suoi numerosi ed estenuanti viaggi. Lo stresso giorno il suo corpo venne traslato a New York alla “Mother Cabrini High School”. Dicevano di lei gli emigranti italiani, con affetto: “L’italiano Colombo aveva scoperto l’America, ma solo lei, Madre Francesca Saverio Cabrini, aveva scoperto gli italiani in America”. La santa suora aveva un affetto particolare per le anime dei fedeli in Purgatorio. Nelle apparizioni delle anime purganti si ebbero pure attestazioni di riconoscenza e di ricambio di carità da parte delle persone suffragate. Con le anime del Purgatorio S. Francesco Saverio Cabrini se la intendeva molto bene. Trovandosi in bisogno di avere certi documenti che non poteva rintracciare, pregò con suffragi una sua figlia defunta, la quale le apparve e le indicò dove poteva rinvenire i documenti richiesti. Morto Mons. Bersano, ed accostandosi ella un giorno alla S. Comunione in suo suffragio, se lo vide innanzi che le diceva: “Questa santa Comunione la farai per me”. Per un mese si ripeté alle sue orecchie la stessa domanda, ed al termine del mese lo rivide sorridente, e sentì dirsi: “Adesso basta, ti ringrazio; finora hai aiutato me, d’ora innanzi io aiuterò te”. Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |
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